Il vescovo Nazzareno Marconi
«Ripartire senza paura in un mondo che è cambiato e che continua a cambiare». Con queste parole il vescovo Nazzareno Marconi ha aperto ufficialmente l’Anno pastorale 2025-2026 nella Diocesi di Macerata.
Domenica scorsa alla Domus San Giuliano il vescovo ha più volte richiamato il tema della speranza e dell’educazione alla fede, prima di indicare e condividere con la chiesa locale alcune riflessioni per «camminare insieme». Di fronte, la grande sfida di trasmettere la fede da una generazione all’altra. Per monsignor Marconi, «speranza è stimarsi a vicenda e lasciarci provocare da idee nuove», saper «guardare fuori della porta di casa e di Chiesa». In tal senso, educare anche alla fede è un lavoro da fare in collaborazione tra insegnanti, famiglie e catechisti. Significativo è il tema di un laicato più attivo e più maturo. Il vescovo ha poi toccato l’ambito della missione, ricordando che «la Chiesa di Cristo non esiste per sé stessa, come una organizzazione solo umana che debba preservarsi e difendersi, ma che invece la Chiesa esiste per la salvezza del mondo».
Rilevante è in questo contesto il tema delle Unità pastorali: «Passare dalla Parrocchia “monarchica” all’Unità pastorale “sinodale” è una sfida grande e indubbiamente faticosa da realizzare», ha spiegato Marconi. Per il vescovo è infatti sbagliata la visione di intendere il Ministero della Chiesa come l’esercizio di un “potere clericale”, oppure di delega totale nell’azione per la vita di fede: «Questo stile chiuso e clericale – ha ribadito – non è evidentemente quello di una Chiesa sinodale e non si mette in chiaro che per vivere da cristiani ci sono delle competenze proprie delle famiglie e dei genitori nei confronti dei figli ed altre proprie di tante figure laicali, come ad esempio i catechisti».
L’incontro di domenica scorsa
L’ultima parte dell’Anno giubilare offre la possibilità di mettere a frutto collaborazioni e quella crescita di responsabilità proprie del Cammino Sinodale delle Chiesa in Italia: «Il prossimo 25 ottobre vivremo a Roma l’Assemblea ecclesiale conclusiva del Cammino Sinodale – ha ricordato monsignor Marconi – che porterà all’approvazione del Documento sinodale di sintesi dell’ascolto e discernimento da affidare all’Assemblea dei vescovi (dal 17 al 20 novembre ad Assisi, ndr), da lì usciranno le prime scelte concrete e le indicazioni pastorali da cui lasciarci guidare almeno nel prossimo decennio».
Il documento riconoscerà le forma di collaborazioni tra parrocchie sperimentate dalle varie Diocesi come, appunto, le Unità pastorali. La costituzione dei Consigli pastorali di Unità pastorali sarà il prossimo passo: «Saranno sviluppati tre Consigli diocesani legati alle Unità pastorali: Consiglio presbiterale, Consiglio pastorale, Consulta per l’economia – ha aggiunto il vescovo –, dovremo completare il cammino di discernimento e formazione in vista del conferimento del Ministero del Lettorato e dell’Accolitato a uomini e donne della nostra Diocesi».
Entro questo anno ogni Unità pastorale sarà perciò chiamata a riconoscere, tra quanti già vivono e spesso da tanti anni un Ministero di fatto del Lettorato e dell’Accolitato, le persone che accettando come vocazione questa proposta di Chiesa: «Non per diventare una nuova classe di cristiani distinti o tantomeno privilegiati rispetto al popolo di Dio – ha ammonito Marconi –, ma per mettersi al servizio di tutte le nostre Comunità ecclesiali, perché cresca in tutti e sia sostenuto il desiderio di impegnarsi per il bene e per la crescita della fede e la sua trasmissione alle nuove generazioni».
Un grande vescovo, pregare per lui con gratitudine
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