Lo sgombero dell’area container
di Francesca Marsili
Con circa 23mila euro c’è anche Tolentino tra i 9 Comuni delle Marche che hanno ottenuto dal ministero dell’Interno fondi destinati agli enti locali i cui amministratori hanno subito atti intimidatori o danni al proprio patrimonio, e l’ex assessore alla Ricostruzione Flavia Giombetti è tra questi.
Minacciata di morte durante lo sgombero dell’area container ora vuole chiarezza dal Comune su quel denaro arrivato nelle casse: «Avrei potuto beneficiarne anche io, ma non mi sarei mai sognata di farlo, nemmeno per la tutela legale. Eppure, a oggi, con quel denaro nessun progetto per la tutela del territorio come ad esempio l’acquisto di telecamere, come prevede il Decreto».
L’ex assessore Flavia Giombetti
Giombetti ripercorre la sua personale vicenda, avvenuta nel 2023, anno di riferimento per la somma erogata dal ministero all’ente nel 2024. «Durante lo sgombero dell’ormai ex area container, un luogo dimenticato, dove ero presente come assessore, ho ricevuto una minaccia di morte – spiega -. Non si è trattato di un insulto o di una reazione impulsiva, ma di una vera e propria intimidazione, subita nell’esercizio delle mie funzioni, reato per il quale sono in corso i dovuti procedimenti penali». Con circa 23mila euro tra i nove comuni marchigiani Tolentino è quello che ha beneficiato dell’indennizzo più alto a fronte di tre episodi, seguito da Porto San Giorgio con 16mila.
«Sono fondi già disponibili, utilizzabili dal Comune tramite una semplice delibera di Giunta e destinati a misure concrete per la sicurezza, come l’installazione di sistemi di videosorveglianza per tutelare la sicurezza nel territorio o per la promozione della legalità – sottolinea l’ex assessore -. Il decreto ministeriale prevede, tra le varie misure ammissibili, anche la possibilità di utilizzare parte dei fondi per la tutela diretta degli amministratori locali oggetto di minacce per far fronte alle spese legali. In teoria, avrei potuto beneficiarne anch’io – evidenzia Giombetti -, ma non l’ho fatto. E non mi sarei mai sognata di farlo, né da assessore, né oggi. Ho scelto di affrontare la questione senza gravare sulla collettività, con le mie sole forze, anche sotto l’aspetto della tutela legale. L’ho fatto per rispetto del ruolo che ricoprivo e del mandato che mi era stato affidato, perché ho sempre sostenuto e creduto che le istituzioni si servono, non si usano. Inutile negarlo, è stata dura emotivamente e psicologicamente: quella minaccia ha lasciato in me un segno anche sul piano personale».
Giombetti evidenzia anche un altro aspetto della vicenda: «Nessuno dal Comune mi ha mai comunicato formalmente dell’esistenza di questo Decreto e della possibilità di beneficiarne. L’ho scoperto da sola» dice rammaricata. Passa poi all’aspetto più pratico, quello dell’utilizzo del denaro: «Ad oggi nessuna delibera è stata approvata, nessun progetto per la tutela del territorio, nessuna misura concreta è stata adottata, come espressamente citato nel decreto. Nell’ultimo Consiglio comunale si è tornati a parlare di videosorveglianza e sicurezza urbana. Ancora una volta la risposta del sindaco e della giunta è stata la solita: “Mancano i fondi.” Una frase smentita dai fatti – aggiunge -, che dimostra quanto il tema venga affrontato con superficialità e senza alcuna reale volontà di agire. Nessun riferimento ai fondi ministeriali già disponibili, nessun impegno concreto».
Per questo oggi l’ex assessore, che quella minaccia l’ha ricevuta per portare a termine uno dei punti cardine del programma dell’amministrazione Sclavi: la chiusura dell’area container in via Colombo nel maggio 2024 per poi essere sfiduciata dal sindaco 8 mesi dopo, chiede pubblicamente chiarezza su questo denaro.
«Perché questi fondi non sono stati impiegati? Sono stati dimenticati? Ignorati? Usati per altro? – domanda -. Credo che i cittadini abbiano diritto di sapere come e se il Comune di Tolentino abbia utilizzato i fondi previsti dal ministero. Non si tratta di una polemica personale – sottolinea -, è un fatto istituzionale, e grave. Un’amministrazione che, a mesi di distanza, non riesce nemmeno a utilizzare risorse già disponibili è l’esatta fotografia dell’immobilismo in cui versa la città. Di fronte a opportunità concrete sceglie l’inerzia, dimostrando di non avere né visione né determinazione. Manca la capacità di pianificare, il coraggio di decidere e la volontà di agire. È l’emblema di una gestione che rinuncia a governare e si limita a galleggiare». Non ha rimorsi Giombetti: «Io il mio dovere l’ho fatto. Anche da sola, e a testa alta. L’ho fatto perché credo nella forza delle istituzioni quando sono guidate dal coraggio e non dalla paura, dalla coerenza e non dal calcolo, anche quando è scomodo, anche quando significa esporsi, metterci la faccia, rischiare – dice -. Ora chiedo risposte, perché il silenzio, in questi casi, non è solo inutile, ma può diventare complice».
Ci sarebbe tanto da aggiungere ma credo che lintelligenza delle persone possa ormai comprendere lassenza di visione e di impegno costruttivo e trasparente che ha reso vano ogni piccolo sforzo controcorrente. E lo dico con infinita tristezza.
Uno si spezza la schiena per lavorare, sia per una questione personale che per la valorizzazione di un territorio rimasto indietro di 60 anni ed ecco come le amministrazioni ci tengono a rispondere.
Roberto Allosteri già...
Cara Flavia ora aspettiamo di sapere Grazie
Vania Longhi attendiamo! In questo comune si fa solo questo...attendere!
Flavia Giombetti . La mia stima per te è immensa
Che tristezza...
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Come si fa leggendo questo articoli ad avere fiducia nelle istituzioni,ci meravigliamo se non si va più a votare?
PS:2 telecamere in più magari avrebbero permesso di rintracciare subito il tipo con la spranga magari!!