La polizia locale davanti alla gioielleria dopo il colpo
Rapina in una gioielleria di Porto Recanati, cinque le persone sotto accusa davanti al Gup del tribunale di Macerata che avrebbero partecipato con vari ruoli al colpo, secondo l’accusa. Sono tutti stati rinviati a giudizio dal gup Daniela Bellesi. Oggi si è svolta l’udienza preliminare. La rapina era stata messa a segno da due persone, una non era stata identificata, l’altra sarebbe il 24enne Libero Giordano, di San Severo.
L’avvocato Simone Santoro
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Enrico Barbieri, quel giorno, il 7 aprile del 2022, due persone erano entrate alla gioielleria C&b Pensieri felici di Porto Recanati. I malviventi avevano puntato una pistola verso la commessa e le avrebbero messo una fascia sulla bocca per non farla urlare e l’avevano spinta con forza nel bagno della gioielleria, poi le avevano puntato la pistola costringendola ad aprire la cassaforte e se n’erano andati con un rotolo di oro misto, un rotolo d’argento, un rotolo di pietre, un rotolo di collanine in acciaio.
L’avvocato Giuseppe Caruana
Secondo l’accusa uno degli organizzatori del colpo, secondo l’accusa, sarebbe stato un 38enne di Lucera, Ivano Silvestri, l’uomo avrebbe effettuato un sopralluogo nella zona dove poi doveva essere consumata la rapina. Per Silvestri c’era stata la richiesta di archiviazione del pm, nel corso delle indagini, ma il Gip aveva disposto l’imputazione coatta.
Ad un terzo imputato, Domenico Antonio Azzarone, 23 anni, di Termoli, viene contestato di aver concorso all’organizzazione del colpo facendo un sopralluogo il giorno prima. Gianni Ranieri, di San Severo, avrebbe fatto il palo. Pierluigi Tetta, 40, di Foggia, avrebbe organizzato con gli altri il colpo e poi avrebbe prelevato i due autori subito dopo la loro fuga una volta fatta la rapina. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Simone Santoro, Giuseppe Caruana e Irene De Simio.
(Gian. Gin.)
Commenti disabilitati per questo articolo