La riunione di ieri sera del tavolo del centrosinistra
Sanità, Italia Viva e metodo: sono questi gli ostacoli all’unità del centrosinistra marchigiano. Ma secondo il candidato dem Matteo Ricci si supereranno.
«Altro passo avanti dell’ alleanza del cambiamento per le Marche. Bella discussione e ottimo clima di collaborazione. Condivido i punti sostanziali proposti dal Movimento 5 Stelle, Dipende da Noi e Rifondazione Comunista. Avanti con il prossimo appuntamento, lunedì 26 maggio, sul documento progettuale di coalizione». Così l’europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della Regione Marche veste i panni di un monaco tibetano al termine di quello che definisce «il tavolo di confronto programmatico dell’alleanza del cambiamento». Che ieri sera si è riunito per la seconda volta con una fumata grigia e un nuovo incontro programmato appunto per il 26 maggio.
I tre referenti del Movimento 5 stelle (il senatore Giorgio Fede), Dipende da noi (Roberto Mancini), Rifondazione comunista (Gabriele Marcozzi) chiedono un più puntuale confronto sui temi. «È tempo che nel dibattito sulle prossime elezioni regionali si sposti l’attenzione dalle facce dei candidati, veri o presunti, alle proposte che interessano realmente i cittadini» avevano detto poche ore prima del confronto.
I 5 Stelle hanno sempre detto di non aver gradito la fuga in avanti di Ricci e che la scelta del candidato governatore deve essere condivisa.
Tra le richieste avanzate ieri anche quella dell’assessorato alla Sanità, da affidare «a chi non ha alcuna responsabilità nel processo pluridecennale del suo smantellamento».
Per il Movimento Cinque Stelle resta anche il nodo Italia Viva, vista la guerra tra le due forze politiche a livello nazionale. La soluzione potrebbe essere far correre Iv senza simbolo nel listone con Psi e +Europa, ma non è detto che i renziani accettino.
Al tavolo col candidato dem Matteo Ricci ieri sera c’erano tutti: dal Movimento 5 Stelle ad Avs, passando per Psi, +Europa, Italia viva, Rifondazione comunista. Dipende da noi, i Civici di Bianchini oltre alla segretaria regionale del Pd Bomprezzi e alla vice Bellomaria.
Intanto Stefano Cencetti, a nome degli oltre 50 fuoriusciti da Base Popolare, replica al comunicato di ieri del movimento di Spacca: «L’alleanza con Acquaroli votata in assemblea con un solo voto contrario, Ricci poco incline all’ascolto e divisivo. Nessuna diaspora, dei 400 iscritti ne sono rimasti 350 e dei 40 dirigenti che compongono il comitato direttivo ne sono rimasti 31, quei nove sono già stato sostituti» (leggi l’articolo).
«Leggo con stupore e perplessità il comunicato proveniente da Base Popolare – scrive Cencetti -, nel quale si tenta di liquidare in poche righe un percorso complesso e carico di riflessioni, riducendolo a narrazioni semplicistiche e affermazioni gratuite. Non si può definire una persona “divisiva e arrogante” come fatto nei confronti di Matteo Ricci, senza nemmeno aver avuto il garbo istituzionale e politico di incontrarlo, confrontarsi o ascoltarne le proposte. È proprio questo approccio pregiudiziale, più attento all’etichettatura che al dialogo, che rischia di allontanare la politica dalle comunità.
L’incontro di venerdì dei dissidenti di Base Popolare con Matteo Ricci
Quando ero in Base Popolare uno dei pilastri fondanti del movimento era proprio la critica costruttiva e profonda alla gestione dell’amministrazione regionale guidata dal presidente Acquaroli, in particolare per le scelte in ambito socio-sanitario e per l’approccio debole sul piano economico-commerciale. Era un’analisi netta, convinta, che poneva Base Popolare come forza aggregativa di una visione alternativa. Oggi, a quanto pare, è bastato poco – forse una folgorazione sulla via di Potenza Picena – per rovesciare completamente quella linea. Sarebbe onesto, almeno, spiegarne apertamente i motivi.
Quanto alla presunta assenza di diaspora, invito a guardare la realtà senza piegarla a convenienze comunicative. Non solo decine di dirigenti, ma oltre un centinaio di aderenti da tutte le province marchigiane hanno lasciato Base Popolare negli ultimi mesi. È un processo che non può essere derubricato a normale avvicendamento interno. È una diaspora vera, che si è accelerata nelle ultime settimane a causa di scelte non condivise e di una gestione verticistica, in netto contrasto con lo spirito originario del movimento.
Il confronto politico va fatto sui contenuti e non con gli slogan. Noi continueremo a lavorare, con coerenza, per costruire un’alternativa seria, democratica ed inclusiva per le Marche, aperta a tutti i cittadini che si riconoscono nei valori fondanti, del dialogo, della responsabilità e della politica del fare. A tutto questo si aggiunge un ulteriore dato di realtà: Base Popolare oggi non ha nemmeno la forza di presentare liste regionali in autonomia e si affida alla coabitazione nelle stesse liste con Forza Italia e Noi Moderati. Evidentemente, più che Base Popolare, è diventata Base Svuotata.
Noi fuoriusciti da Base Popolare, che siamo la vera base del cambiamento, continueremo ventre a terra il nostro impegno per ridare slancio e vitalità alla Regione Marche. E lo faremo già da questa settimana, incontrando i tanti nuovi aderenti che hanno scelto di unirsi al nostro progetto politico».
(redazione CM)
E te pareva! Mai un accordo e la destra seguita a banchettare.
Ricci è una brava persona ma attorno c ha l armata Brancaleone
Marco Moretti Lui sarà il capo dell'armata Brancaleone, chi vivrà vedrà. Povere Marche
Mirella Giaconi già perché con Acquaroli le marche erano al top La sanità pubblica in questi ultimi anni è peggiorata notelmente e non funziona più nulla e lo stato dei CUP delle guardie mediche e dei pronto soccorsi lo dimostrano più bene.
Andrea Bianchi Spero che Ricci cambi la bacchetta magica perché quella che usava a Pesaro non ha funzionato bene, Acquaroli non ha la bacchetta magica ma ha avuto l'umiltà di farsi consigliare da esperti per apportare cambiamenti al sistema sanitario, ci vorrà tempo ma ci stanno lavorando, i tagli del passato hanno devastato la sanità e impoverito tutte le strutture statali, speriamo che il tempo ci dimostri le capacità di ognuno.
Mirella Giaconi infatti i risultati li abbiamo visti tutti di questi 5 anni, credo debba necessariamente cambiare gli esperti per il futuro se per caso, malauguratamente, dovesse vincere, anche per il suo bene
Mov.5stalle insieme al PD. Tutta da ridere.
Vincenzo Loreti in questa situazione gia e tanto fare incontri di questo tipo....ma siamo sulla giusta strada...verrà il momento della resa dei conti con le destre
Ma insomma, 'ste rosette co' a mortadella, le ha portate?
Francesco Stumpo si ma se le sono già pappate
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…probabilmente troppi veget’ariani!!! gv
I cinque stelle hanno ancora la pretesa di dettare condizioni basate ubnicamente su pregiudizi e la solita assoluta incompetenza e arroganza. Mi preoccupa la volontà di escludere alcune liste che sono essenziali per promuovere il voto dei moderati, ma ancor di più mi preoccupa la pretesa di affidare la sanità ad un “nuovo” che, tradotto, vuol dire uno dei tanti incompenti che calcano la scena politica, quando invece proprio in quello specifico settore, ma sicuramente anche in tutti gli altri in cui la regione svolge un ruolo amministrativo e di governo, servono persone esperte, compenti e qualificate, ma questo concento i 5 S. non lo hanno ancora compreso.
…ah, forse l’hanno capita, male, ma forse l’hanno capita!!! gv
Le interlocuzioni programmatiche sono l’elemento focale su cui si fonda la costruzione di una coalizione sensata e solida. Se non si mettono i puntini sulle i, è difficile mantenere uno (in)stabile progetto in piedi. Perciò, la scelta delle forze di M5S, DdN e PRC è più che legittima: non serve avere il nome del candidato se il programma è ancora tutto da scrivere. Accetterà Ricci di riformare da capo a piè la politica regionale nonostante la sua partecipazione integrale a tutti quei processi di smantellamento e devastazione che ancor prima della giunta Ceriscioli avevano debilitato servizi e diritti dell3 marchigian3? Forse la conversione damascena è più la sua che dei transfughi di Base Popolare.