Fra’ Mario Gentili verso la beatificazione,
si chiude la fase diocesana

TOLENTINO - Il religioso agostiniano ha esercitato per 64 anni un prezioso e riconosciuto servizio nel santuario di San Nicola

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Fra’ Mario Gentili

Dopo quattro anni si chiude la fase diocesana per la beatificazione e canonizzazione di fra Mario Gentili, il frate definito “Il volto sorridente del santuario di Tolentino”.

Il religioso agostiniano infatti ha esercitato per sessantaquattro anni un prezioso e riconosciuto servizio nel santuario di San Nicola a Tolentino nell’accoglienza ai tanti pellegrini, lo stesso luogo dove venerdì 16 maggio, alle ore 17.30, si concluderà la fase diocesana, aperta il 9 maggio 2021, per la causa di beatificazione e canonizzazione di frà Mario Gentili, a cui seguirà alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi.

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Fra’ Mario Gentili

Nel 2014 padre Marziano Rondina era stato nominato dal consiglio provinciale agostiniano padre curatore della causa di beatificazione ed ha scritto ha scritto due libri sull’agostiniano tolentinate: “Fra Mario, la via della semplicità e della gioia”, edito dalla Biblioteca Egidiana presentato il 2 maggio 2017, e “Sei sempre nel nostro cuore – La via di fra’ Mario Gentili scritta dall’affetto e dalla gratitudine di chi lo ha conosciuto e lo sente ancora vicino e presente”,  che riporta le testimonianze della gente. Fra Mario Gentili, nato a Colmurano il 30 maggio 1928 e morto a Tolentino il 2 maggio 2006. E’ vissuto ed ha operato sempre nel santuario di san Nicola di Tolentino, eccetto un semestre del 1948 trascorso nel convento di san Giacomo Maggiore a Bologna. Fra’ Mario era un uomo minuto di statura, ma di grande cultura. Sapeva tutto sulla basilica di San Nicola, ma anche di Roma e dei Musei Vaticani. Organizzava pellegrinaggi mensili a cui partecipava personalmente, arricchendo i fedeli e se stesso.

Il suo stile di vita era improntato alla bontà, anzitutto quella riconosciuta come dono di Dio e poi quella che esercitava verso Dio e verso il prossimo. L’esperienza di Dio lo rendeva capace di vedere le cose nel modo più giusto e positivo. Di qui sgorgava la sua bontà d’animo che si riversava con squisiti gesti di generosità verso tutti. Questo era il terreno su cui nasceva la sua disponibilità, il suo servizio senza riserva e senza risparmio; mai sapeva negarsi a chi gli chiedeva qualche favore, contento di rendersi utile e di giovare a tutti. Il suo amore verso Dio, da cui sentiva di aver ricevuto tutto, produceva in lui anche attenzione e generosità verso coloro che erano nel bisogno.



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