L’incontro organizzato dall’associazione Concentrico
di Monia Orazi
«Per la ricostruzione post-sisma delle opere pubbliche inserite nell’ordinanza speciale ci vorranno il doppio dei fondi previsti». Lo ha rivelato il sindaco di Camerino Roberto Lucarelli durante un convegno sulla ricostruzione organizzato ieri dall’associazione Concentrico.
«È stata fatta una stima sbagliata di base», ha dichiarato Lucarelli, facendo l’esempio del palazzo Banca Marche, «si è saliti da due milioni e mezzo di euro a 7 milioni e mezzo, perché non era prevista la destinazione ad ospitare la Valentiniana». L’incontro è nato dall’esigenza di creare un tavolo permanente di confronto sul futuro della città. «Non ci rassegniamo – ha affermato Chiara Invernizzi aprendo la serata – il nostro simbolo è Roberto Frifrì, il restauratore che ha di nuovo scommesso sul centro storico. Noi non vogliamo che diventi un presepe».
L’architetto Luca Di Lorenzo Latini, che ha contribuito agli indirizzi strategici per il futuro del centro storico redatti da Unicam, ha evidenziato alcune frasi ricevute durante la fase delle osservazioni al piano. «Vogliamo evitare un salotto ricostruito dove i commensali non tornano», ha scritto un camerte, mentre un altro ha aggiunto: «Quello che nessuno vuole, e sono in tanti a chiederlo, è che questo resti un libro dei sogni». Di Lorenzo ha ripercorso il documento presentato lo scorso luglio, sottolineando che «la sfida più grossa sarà cosa fare di ciò che resta delle Sae», evidenziando che «è stato proposto un centro fiere, tegole solari termiche, serre a basso consumo energetico e collegamenti automatizzati. La città temporanea permetterà di sfruttare alcuni supporti delle Sae per destinarli a nuova vita. «Siamo spaventati dalla possibilità che il centro storico diventi un dormitorio per studenti», ha scritto un’altra persona nelle osservazioni pervenute, esprimendo un tema molto sentito dalla città.
Fiorella Paino, presidente dell’Archeoclub di Camerino, ha rimarcato: «C’è la necessità di conservare le tracce della storia antica della città che emergono dalle demolizioni. Camerino senza centro storico non esiste. È un fattore di spopolamento. Portare il cuore in un centro storico è importante. Non esiste Camerino senza la sua storia, questo vale anche per l’università che è storica, quindi senza cuore storico risulta sbilanciata. I pochi monumenti che ci sono vanno valorizzati e ripensati per suscitare emozioni. Per l’ex albergo Roma va indagato se ci sono testimonianze del passato. A palazzo delle Esposte è stato scoperto un porticato del 1400 che andrebbe riportato alla luce». La presidente dell’Archeoclub ha proposto inoltre di creare «una banca delle pietre» recuperando «i conci in arenaria risultati dalle demolizioni» e ha richiamato «la necessità di recuperare il percorso storico delle mura».
La docente di economia civile Unicam Catia Eliana Gentilucci ha espresso preoccupazione. «Oggi c’è un silenzio che fa male. Camerino soffre di spopolamento come tutte le aree interne», suggerendo di «puntare sulla riapertura delle case private e sull’agevolazione dei giovani in modo che possano rientrare a Camerino. Anche il turismo consente di incrementare le risorse, così come va tenuto conto della presenza dei cammini lenti. Un esempio positivo è il geocaching, una sorta di caccia al tesoro che permette di scoprire territori in modo alternativo».
Il sindaco Roberto Lucarelli ha risposto: «Modernità e tutela del centro storico possono convivere. Faremo però una città per un’altra generazione. Esisterà un altro centro storico che non sarà più quello del 2016. Camerino deve essere attrattiva sia oggi che tra vent’anni. La scommessa più grande sarà quella di rifunzionalizzare alcuni immobili, di ricostruire in sicurezza in modo che, se arriverà mai un altro evento calamitoso, non saremo costretti ad andare fuori come è successo dopo il 2016. Camerino è complessa, andremo avanti accelerando il possibile, ma per certe cose è necessario il suo tempo. Sollevato dalla platea il problema dei furti in serie, il sindaco ha dichiarato: «Puntiamo ad affidare i lavori del parcheggio meccanizzato entro aprile per liberare spazi per i cantieri di ricostruzione». Il sindaco ha annunciato che «il 2025 sarà l’anno in cui partiranno le opere pubbliche. Il tema dei temi è però la manutenzione dei palazzi ristrutturati, la sfida di domani, perché ricostruirli è tecnicamente fattibile, ma riempirli è un’altra cosa. Anche prima del 2016 avevamo molti contenitori vuoti. Guardiamo all’opportunità e non solo a ciò che manca», ha sottolineato. Sul tema turismo, Lucarelli ha dichiarato: «Dobbiamo imparare a praticarlo. Il cammino dei Cappuccini ha portato l’anno scorso 1200 visitatori. Le sorelle clarisse accolgono 400 pellegrini ogni anno che però non sanno dove andare perché manca la ricettività. Se non ci fossero gli alloggi universitari, non si potrebbero organizzare gli eventi sportivi». Riguardo l’ex albergo Roma, il sindaco ha informato che «inizieranno a breve lo scavo archeologico».
Il rettore di Unicam, Graziano Leoni, ha paragonato Camerino a «un corallo che costruisce lentamente il suo habitat» e ha evidenziato che «il centro storico è in evoluzione, non può essere perso. La città va ripensata scientificamente, con l’attitudine a non progettare il futuro ma farlo secondo le necessità che si presenteranno, all’insegna della sostenibilità. Abbiamo voluto riportare il rettorato nel centro storico. Il sisma ha portato anche cose nuove: abbiamo nuovi laboratori, nuove strutture come il centro di ricerca Cric e il Centro per i beni culturali alle Casermette, cose che non esistevano. Nove anni non passano senza lasciare un segno». L’ex docente Unicam Alberto Polzonetti ha ribadito «la necessità di un progetto per il centro storico coinvolgendo i cittadini, basato sull’artigianato e le nuove professionalità, il nomadismo digitale, la realtà aumentata».
Le conclusioni sono state affidate a Luciano Antonini, presidente del comitato Concentrico, che ha dichiarato: «Aprire la città al territorio è fondamentale. Il territorio non può prescindere da Camerino che ospita strutture come scuole, università e ospedale, trasporti che hanno tenuto in piedi questa economia fragile. I comuni da 100 abitanti non servono più perché non hanno capacità di interazione: occorre fare squadra, sul modello del progetto della Sinclinale camerte. Abbiamo a due passi il distretto della meccanica fabrianese e il distretto biologico dell’agricoltura di qualità, arte e cultura. Abbiamo un background su cui puntare, tante ricchezze, il problema dei parcheggi è molto sentito, vanno recuperate le mura. Dobbiamo pensare globalmente e agire localmente».
É la vera verità . Camerino senza il centro non esiste.
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