Un rendering del progetto per l’area dell’ex fornace
di Luca Patrassi
Approvato dalla giunta di Macerata un progetto da circa sette milioni di euro volto al recupero e alla rifunzionalizzazione dell’area tra il cimitero a valle e Villa Cozza a monte, area di circa dieci ettari che comprende molti manufatti e diverse funzioni pubbliche, caratterizzata da un forte dislivello e in generale in stato di disuso e di conseguenza di forte degrado.
L’area oggetto di intervento
La proposta, fortemente voluta dall’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi, è firmata dallo studio dell’architetto Mario Montalboddi e dall’agronomo forestale Euro Buongarzone ed è in linea con quanto previsto della legge 178 del 2020 “per favorire l’attrazione degli investimenti e la realizzazione di progetti di sviluppo, nelle aree dismesse o in disuso, delle infrastrutture e dei beni immobili in disuso appartenenti alle amministrazioni pubbliche”. Il progetto c’è, il Comune ha appena presentato l’istanza di partecipazione al bando pubblico di selezione emanato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. L’intervento considera diversi luoghi simbolo dell’area citata. Si parte dalla ottocentesca ex fornace Torresi.
Nella proposta essa viene recuperata nella sua struttura originaria con «l’obiettivo principale – osserva l’assessore Iommi – di dar vita a nuove relazioni e funzioni socio-culturali e assistenziali attraverso una “promenade”, concepita come cerniera tra diverse direttrici viarie il cui tessuto connettivo diventa un Parco dell’Arte en plen air, destinato ad ospitare opere pensate unicamente per relazionarsi e dialogare con questo luogo. In sostanza si vuole offrire per la prima volta alla città di Macerata la possibilità di far entrare in contatto l’opera d’arte con il pubblico al di fuori di ogni retorica monumentale. Dal concorso tra artisti alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti fino all’invito diretto di artisti internazionali, esiste una vasta gamma di opzioni per popolare questo nuovo luogo di senso civico. L’idea di una triennale di scultura è solo una di queste possibilità. La previsione ulteriore di un “teatro di pietra” all’aperto, ricavato proprio nella giacitura dell’antica cava d’argilla, diventa complementare alla funzione relazionale e culturale del luogo attraverso uno spazio destinato a spettacoli performativi all’aperto. A completare la riqualificazione dello spazio all’aperto il tema del labirinto viene esperito attraverso un percorso che si immerge nel bosco limitrofo».
Poi c’è la ex Casa del custode. In corrispondenza dell’accesso principale all’area verde e alla fornace, essa viene fatta oggetto di restauro conservativo puntuale e destinata a bookshop, aula didattica, punto informativo turistico dotata di servizi. Il manufatto è collocato in posizione strategica alle porte della città, pertanto risulta utile sotto molteplici aspetti al coordinamento, alla divulgazione e alla reperibilità di informazioni ai fini di una fruibilità agevolata dei sistemi turistici e culturali di tutta la città. Il piccolo bosco in ambito totalmente urbanizzato, si rivela come luogo immersivo di suggestione storico-culturale che unisce l’area ex Fornace e Villa Cozza con il suo parco storico: è un polmone verde irrinunciabile per la città.
«Il parco di Villa Cozza, centro privilegiato di questo piano di sviluppo, di 10 ettari, si legge nella relazione di progetto – occupa la parte sommitale di quella collina che in antico definiva l’ambito del “castrum filiorum Adam”, uno dei più antichi centri demici alto medioevali dei secoli XI-XII assorbiti dal nascente Comune di Macerata istituzionalizzato nel 1138. Si tratta quindi di uno spazio carico di storia e radicato nella memoria ancestrale della città».
L’ex casa del custode
Molto articolata la presentazione del progetto: «Il complesso di Villa Cozza – si legge nell’atto di accordo con Ircr – comprende non solo la casa di riposo e l’asilo nido ma anche il parco storico, le strutture ludiche, i percorsi sensoriali terapeutici e due manufatti storici, la casetta del custode all’ingresso del primitivo vialetto di accesso e la torretta belvedere all’interno del parco monumentale. Sono molteplici le funzioni svolte nell’area e articolate le attività di recupero e rigenerazione previste dal presente intervento, tutte interconnesse. La fruizione del compendio unitario Parco-Villa è legata non solo alla casa di riposo e all’asilo nido, ma anche alla possibilità di fruizione libera da parte dei residenti dei quartieri circostanti, svolgendo dunque la funzione di grande parco urbano. Gli interventi previsti dal progetto permetteranno di migliorare l’offerta terapeutica con possibilità di implementare le attività anche a pazienti esterni, non residenti nella struttura, e quella educativa a favore dei minori. La realizzazione di nuovi giochi inclusivi sarà una maggiore attrattiva per i ragazzi. Il ripristino del palco per spettacoli all’aperto, in regola con i vigenti criteri di sicurezza e funzionalità, permetterà di realizzare eventi ludico-ricreativi e formativi, incrementando e favorendo la partecipazione della cittadinanza ad attività culturali che già vengono svolte nel giardino all’aperto ma che potranno essere incrementate e inserite in un circuito più ampio all’interno dell’offerta culturale maceratese. In occasione del Mof possono trovare la giusta cornice attività collaterali al cartellone ufficiale».
L’area esterna della fornace negli anni Cinquanta-Sessanta
La riflessione finale dell’assessore Silvano Iommi: «in definitiva si tratta non di un intervento random sulla città, ma di una proposta di trasformazione urbana per via di progettazione architettonico-ambientale, finalizzata alla creazione di un “hub di bellezza pubblica nella porta sud della città, servito da un consistente parcheggio scambiatore e, in futuro, anche da una possibile fermata ferroviaria. Un ringraziamento particolare ai servizi comunali e ai collaboratori esterni che con grande impegno ci hanno consentito, nei tempi brevi imposti dal bando, di articolare un importante progetto che, al di la dell’esito finale della gara estremamente competitiva, costituirà la base anche per future iniziative».
L’accesso interno al vano fornace
Una delle gallerie interne alla fornace da recuperare
...certo che "Villa #Cozza" ha la nemesi nel nome...
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Progettiamo, apriamo, facciamo, ma un cantiere, e dico uno, vogliamo terminarlo o no ?
Macerata = Amatrice/L’Aquila.
Ottimo. Sarebbe importante aprire un dialogo su questa materia che è trasversale: cultura, estetica, funzionalità.
MACERATA = participio passato del verbo MACERARE