«Giusto valorizzare il capannone Nervi,
ma dubbi su un progetto da 2mila euro.
E serve chiarezza sull’amianto»

PORTO RECANATI - Il Pd non chiude la porta alla riqualificazione e alla partecipazione al bando per intercettare i 10 milioni necessari, ma puntualizza: «il costo del progetto ci sembra sproporzionato rispetto alla grande rilevanza dell'opera»

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Il capannone Nervi

Può bastare un progetto da 2mila euro per delineare il futuro di un’opera da decine di milioni di euro? E la questione amianto perché resta ancora sotto silenzio? Sono gli interrogativi che il Pd di Porto Recanati fa emergere dopo che l’amministrazione comunale, un paio di giorni fa, ha svelato il progetto per la riqualificazione dell’area del capannone Nervi.

«I cittadini di Porto Recanati oggi si trovano di fronte a una questione di trasparenza che impatta grossolanamente con il paese, e che riguarda il vivere futuro di tutta la nostra comunità – sottolineano i dem in una nota – l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, ha elaborato un progetto per la riqualificazione dell’area del capannone Nervi, con l’obiettivo di partecipare a un bando ministeriale per ottenere un finanziamento di 10 milioni. È buona cosa e anche noi siamo fermamente convinti che la riqualificazione di questa area rappresenti un’opportunità straordinaria. Lo è da molti anni, infatti già circa 15 anni or sono, nello stesso luogo, il professor Mancinelli, anche lui del Politecnico delle Marche, elaborò il progetto di una darsena molto approfondito, ripreso e rivisitato in varie circostanze. Anche noi auspichiamo un luogo vivo, che aiuti la spinta turistica, che custodisca tradizioni che stanno scomparendo, dedicato alle attività sportive, culturali e ricreative, che possa arricchire la vita di tutti noi. Tuttavia, non possiamo ignorare le ombre che sin dalle prime battute si stagliano su questo progetto».

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Un rendering del futuro capannone nel progetto commissionato dall’amministrazione comunale

Ombre che partono proprio dal nuovo progetto. «Chiediamo chiarezza, trasparenza e soprattutto una grossa dose di responsabilità che Porto Recanati merita: il costo del progetto dell’opera di soli 2mila euro, sproporzionato rispetto alla grande rilevanza politica e economica della realizzazione, lascia supporre fretta e superficialità nella predisposizione se non fosse per la collaborazione diretta nella progettazione di tecnici interni e esterni, nonché di docenti universitari – considera il Pd –, riteniamo legittimo domandarsi se questo sia il livello di serietà politica che l’amministrazione intende adottare per affrontare un’iniziativa così cruciale».

E poi la tempistica con cui è emerso il progetto. «Ci lascia stupefatti il fatto che il progetto sia stato approvato e subito reso pubblico, solo dopo che il gruppo consiliare 21-26 ha sollecitato la divulgazione della risposta dell’Ast, protocollata il 25 marzo, sull’amianto che a questo punto, visti gli atteggiamenti, sembra presente nel capannone Nervi – chiudono i dem – più di qualcosa sembra non quadrare. Perché questi risultati non sono ancora pubblici ufficialmente? Non è la stessa cosa se c’è o non c’è l’amianto. Oltre al fatto economico e programmatico, è un diritto dei cittadini saperlo, un dovere verso la comunità di questa amministrazione comunicarlo correttamente e una questione di trasparenza che non può essere facilmente elusa e che non riguarda solo assessori e sindaco, bensì tutta la maggioranza politica. La salute pubblica non è negoziabile».

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