«Molta neve in primavera e forti grandinate?
Colpa dell’alta temperatura del mare.
Tanti segni del cambiamento climatico»

INTERVISTA - Il climatologo Carlo Bisci (docente Unicam) sui recenti fenomeni in provincia: «Sta aumentando l’energia del sistema atmosferico. Non c’è solo la crescita della temperatura media e maggiori precipitazioni che si manifestano con nubifragi, è anche in salita l’intensità dei venti»

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Carlo Bisci – climatologo della sezione di Geologia di Unicam

di Francesca Marsili

Da domenica sui monti Sibillini è tornata la neve. L’inizio della primavera ha regalato un po’ di ciò che l’inverno ha lesinato. Nove i centimetri di manto nevoso registrati a Bolognola, come pure a Frontignano di Ussita. Sul Monte Prata, a Castelsantangelo, 17.

Poca neve per aprire gli impianti sciistici, ma una quantità sufficiente per registrare un segnale. «Non è strano che nevichi ad aprile – spiega Carlo Bisci – climatologo della sezione di Geologia dell’Università di Camerino – E’ la quantità di neve caduta in questo periodo che è un’evidenza dell’aumento della temperatura a causa dei cambiamenti climatici. Dipende dal fatto che la temperatura dell’acqua del mare è molto alta, e più lo è più evapora, più evapora più si formano nubi e più si formano nubi maggiori le sono le precipitazioni».

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Cingoli dopo la grandinata

E’ l’ennesima conferma di un cambiamento climatico in atto?

«Sì. Abbiamo avuto un’estate decisamente calda, un autunno abbastanza caldo e un inverno che non ha avuto alcuna caratteristica della stagione. A Camerino quest’anno non è nevicato, e in quarant’anni che vivo qui è la prima volta».

Il fenomeno dell’aumento della temperatura dell’acqua del mare si manifesta anche in altri modi?

«Certamente. E’ lo stesso motivo per cui la settimana scorsa ci sono state grandinate mai viste prima a Cingoli e Fiuminata. O delle piogge torrenziali che nel 2022 hanno causato alluvioni nell’Anconetano e, purtroppo, vittime. Sono tutti eventi legati all’aumento della temperatura, che provoca precipitazioni maggiori dal punto di vista della quantità. Che poi sia pioggia, grandine o neve dipende dalla temperatura».

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Smottamenti e grandine a Cingoli

Le nevicate di questi ultimi giorni nel nostro territorio hanno anche un aspetto positivo?

«Sì, per fortuna danno anche un vantaggio: ricaricano le falde. Purtroppo durante l’inverno è piovuto pochissimo. Ciò che serve agli acquiferi per avere poi acqua potabile durante l’anno sono soprattutto le piogge deboli e prolungate, che sono sempre più rare. I temporali non servono. La neve, che si scioglie lentamente, è quella che più ricarica le falde. Queste nevicate non mettono al sicuro nell’ottica della prossima estate, sono gradite ma insufficienti. Ci sarebbero volute nevicate in inverno, quelle che durano di più e danno un buon accumulo. La neve è importante anche perché aiuta a contenere il riscaldamento climatico visto che riflette la luce del sole».

Inverno sempre più assente, un problema quindi.

«Purtroppo sì. C’è anche un aspetto economico che investe i comprensori sciistici, questa neve non è sciabile. Un pò ovunque, non solo da noi, anche sulle Alpi. Con l’Università di Camerino abbiamo lavorato ad un progetto con Dolomiti Superski: il periodo in cui è possibile sciare si sta riducendo, la neve arriva sempre più tardi e quella primaverile è la più pericolosa. E per chi gestisce impianti sciistici la diminuzione delle nevicate crea perdite economiche».

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Pintura, Porta di Berro

Sono molteplici quindi i segnali che confermano il cambiamento climatico…

«Abbiamo milioni di registrazioni che lo dimostrano, come pure l’origine antropica, non ci sono dubbi. Altra conferma che sta aumentando l’energia del sistema atmosferico. Non c’è solo l’aumento della temperatura media e maggiori precipitazioni che si manifestano con nubifragi. C’è anche un aumento dell’intensità dei venti, che generano il rischio di caduta di alberi nell’entroterra, scoperchiamento di tetti in lamiera, ma soprattutto mareggiate più forti. Qualche anno fa, a Pesaro, una mareggiata ha portato le onde a tre metri di quota sul livello del mare. Qualcosa di mai visto, e, considerando come sono le nostre zone costiere, piatte, significa entrare in orizzontale per centinaia di metri dove fino a poco tempo fa si è costruiva a poche decine di metri dal litorale. Un rischio per gli abitanti della fascia costiera. Le mareggiate stanno erodendo le coste, con conseguenze economiche anche per il turismo balneare. L’aumento delle temperature è un problema anche per le città d’arte, il turista non vuole andare in giro quando fa 40 gradi. C’è un problema anche per la produzione agricola a causa della carenza di acqua. Le conseguenze sono tante e i problemi si incrociano».

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La neve a Pintura

Esistono degli accorgimenti che i Comuni possono adottare per arginare questi eventi sempre più frequenti?

«Sì, i piani di adattamento ai cambianti climatici, qualcosa di fortemente propugnato dall’Unione europea dove l’Italia sta molto indietro. Non si può fare una legge unica, ogni territorio ha le sue peculiarità, quello che va bene per Tolentino non va bene per Civitanova. Ogni Comune dovrebbe investire dei soldi per chiamare tecnici specializzati per stilare piani che vadano a ricercare quali sono le strategie per la riduzione delle problematiche. E’ fondamentale anche per la salute umana: si è visto che i picchi di calore aumentano tantissimo la mortalità. E’ necessario aumentare la quantità di alberi, diminuire la quantità di asfalto e utilizzare coperture più riflettenti. In Germania, per le strade, usano il cemento: è più chiaro, quindi riflette di può la luce del sole. Riscalda meno e contribuisce ad abbassare la temperatura. Le soluzioni ci sono. Per le esondazioni si possono creare delle golene dove l’acqua, in caso di piena, va a sfociare, come quelle realizzate nella parte abruzzese del Tronto, in una piana».

Grandinata choc e smottamenti: «Scene mai viste, serve aiuto» (Foto)

Grandinata choc e smottamenti: «Scene mai viste, serve aiuto» (Foto)



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