di Monia Orazi
Il teatro comunale di Penna San Giovanni riapre domani (sabato 29 marzo), restituendo alla fruizione pubblica un prezioso scrigno di storia e cultura. L’evento, in programma alle 15,30, segna la conclusione di un importante intervento di ristrutturazione che ha riportato il teatro agli antichi splendori.
«Un giorno che abbiamo tanto atteso, finalmente sta per diventare realtà, ed è con immenso piacere che annunciamo la riconsegna a tutta la comunità pennese del nostro gioiello più prezioso. Questo è un momento di rinascita per la nostra comunità» dice il sindaco Stefano Burocchi. Il programma prevede un concerto dei musicisti Valentino Alessandrini e Samuele Giacomozzi, seguito da un vernissage nel suggestivo chiostro di San Francesco.
La struttura, le cui origini risalgono alla fine del Settecento, conserva intatti gli elementi architettonici originali: un doppio ordine di palchi poggiante su pilastrini, rivestito da un paramento ligneo dipinto e coperto da un plafone in legno. La sua storia è stata immortalata per la prima volta dall’abate Giuseppe Colucci nel monumentale lavoro “Delle Antichità Picene”.
I lavori di recupero hanno affrontato le criticità emerse dopo i terremoti del 2016-2017, mettendo in sicurezza l’edificio e adeguandolo agli standard contemporanei. «Abbiamo investito energie e risorse per preservare questo luogo straordinario» sottolinea ancora Burocchi «garantendo al tempo stesso la piena fruibilità e sicurezza per il pubblico».
L’intervento è stato parzialmente finanziato attraverso l’art bonus. Particolare attenzione è stata dedicata all’impianto illuminotecnico e al recupero degli elementi storici, mantenendo intatta l’autenticità architettonica del teatro.
Numerose le autorità attese all’inaugurazione, tra cui il commissario Guido Castelli, il senatore Francesco Verducci, l’onorevole Giorgia Latini e il consigliere regionale Renzo Marinelli, i sindaci del territorio ed il presidente dell’unione montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti a testimoniare l’importanza di questa cerimonia per l’intero territoriom.
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L’ospitalità dei suoi abitanti che ho sperimentato quando ero bambina merita di avere un teatro attivo.
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