Mensa scolastica, l’opposizione:
«I bambini hanno diritto
a un pasto sano e di qualità»

MOGLIANO - Il gruppo Insieme si può interviene dopo i malori del 18 febbraio scorso: «Una trentina di famiglie ha deciso di non far pranzare i propri figli a scuola in segno di protesta contro l’amministrazione. Servono soluzioni concrete»

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Mensa«La mensa scolastica è un servizio essenziale per molte famiglie che scelgono il tempo pieno per necessità lavorative e organizzative. È un diritto che i bambini abbiano accesso a un pasto sano e di qualità. Continueremo a vigilare e a chiedere interventi concreti affinché questo diritto venga garantito». Così il gruppo di opposizione di Mogliano “Insieme si può” composto da Cecilia Cesetti, Alessandro Cinti, Ilenia Marcattili e Flavio Zura, dopo quanto successo nei giorni scorsi alla mensa scolastico, quando una 30ina di bambini, insegnati e bidelli si sono sentiti male dopo aver mangiato. Dai successivi controlli dei Nas, sia nella struttura della scuola, sia sui pasti, non sono emerse irregolarità.

«Sin dall’inizio – continuano i consiglieri di minoranza – abbiamo espresso forti perplessità riguardo alla nuova ditta appaltatrice della mensa scolastica. Il servizio, precedentemente gestito da un’azienda locale riconosciuta per la sua professionalità e competenza, è stato affidato a un nuovo operatore che ha subito sollevato dubbi e preoccupazioni. Le criticità non hanno tardato a emergere. Già dalla prima riunione della commissione mensa sono stati segnalati problemi legati alla qualità degli alimenti, alla loro conservazione e alla preparazione dei pasti. Famiglie e personale scolastico hanno denunciato un drastico peggioramento del servizio: prodotti scadenti, pasti poco appetibili e una generale mancanza di attenzione alla sicurezza alimentare. Le lamentele da parte di genitori e insegnanti si sono moltiplicate, ma l’amministrazione ha scelto di non ascoltare. Molti bambini hanno rifiutato il cibo, restando digiuni fino alle 16, con inevitabili ripercussioni sul benessere e sulla concentrazione durante le lezioni pomeridiane».

«Il punto di rottura – continuano – è arrivato con il caso di intossicazione alimentare del 18 febbraio, che ha coinvolto alunni, insegnanti e collaboratori scolastici. La gravità della situazione è stata tale che un genitore, preoccupato per le condizioni dei bambini, ha chiamato i carabinieri per segnalare l’accaduto. Nonostante le analisi dei Nas sul cibo abbiano dato esito negativo, le famiglie si aspettavano una presa di posizione chiara da parte dell’amministrazione comunale dopo l’assemblea convocata dal sindaco. Durante l’incontro, a cui hanno partecipato genitori, insegnanti e personale scolastico, si è discusso della qualità del servizio mensa, ma senza giungere a soluzioni concrete. A seguito della riunione, una trentina di famiglie ha deciso di non far pranzare i propri figli a scuola in segno di protesta contro l’amministrazione, mentre altri genitori, pur di evitare tensioni, accettano la situazione senza interrogarsi sulla qualità del cibo servito ai bambini».

« In passato l’amministrazione Cesetti – aggiungono – aveva dedicato particolare attenzione al servizio mensa, promuovendo un’alimentazione sana e gustosa e valorizzando il momento del pasto come occasione di apprendimento e socializzazione. Oggi, invece, il servizio appare trascurato: molte famiglie, pur pagando regolarmente il buono pasto, vedono i propri figli rifiutare il cibo offerto. Avevamo avanzato proposte concrete per migliorare la situazione: controlli giornalieri sulle materie prime, registrazione della qualità dei pasti dopo la cottura, verifica delle bolle di consegna per garantire la conformità con i contratti di fornitura. Tuttavia, l’amministrazione, nella risposta firmata dall’assessore ai servizi sociali e dal sindaco, ha liquidato la questione affidando i controlli alle cuoche, dipendenti della stessa ditta incaricata della mensa. Un evidente conflitto di interessi che non garantisce né trasparenza né miglioramenti concreti».

 

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