L’ultima messa allo Stella Maris,
l’istituto chiude dopo oltre un secolo
«Che dispiacere andare via»

CIVITANOVA - Si scrive la parola fine su un pezzo di storia della città. Ad inizio marzo le ultime tre suore della Riparazione rimaste partiranno per Milano lasciando celle e corridoi vuoti. E' stato molto più di un convento: tra le sue mura sono cresciuti dall'asilo alle elementari migliaia di bambini e con le Magistrali sono state formate decine di docenti. Ora il futuro della struttura è incerto: un gruppo di imprenditori ha firmato un preliminare di vendita e presentato una richiesta di variante per la costruzione di appartamenti, ma al momento tutto è in stallo

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L’ingresso dell’istituto Stella Maris da via Vela

di Laura Boccanera

Le valigie pronte direzione Milano, gli abbracci e gli ultimi saluti, venerdì verrà celebrata per l’ultima volta la messa nella cappellina di Stella Maris, poi l’istituto delle suore della Riparazione chiuderà per sempre ponendo fine ad una storia ultracentenaria. Era infatti il 1919 quando le prime 5 suore della Riparazione arrivarono a Civitanova nell’istituto costruito pochi anni prima, Stella Maris, un bell’edificio in mattoni, con cortile interno che spazia su via Vela, via Piave e corso Garibaldi.

Oggi le suore sono rimaste in 3, Madre Lisa, che proprio oggi compie 92 anni, Madre Luigina e Madre Graziella che di anni ne hanno 80 e 82. Fra qualche giorno partiranno alla volta di Milano per essere destinate in una nuova comunità.

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Madre Graziella e Madre Luigina

L’istituto infatti è stato venduto (al momento il privato che ha acquistato ha firmato solo un preliminare di vendita e presentato una richiesta di variante in comune per rendere l’edificio in parte a destinazione residenziale), da oltre 30 anni non c’è una vocazione tra le suore della Riparazione che si chiamano così perché la loro missione è nata come “riparazione” di situazione umane “guaste”, giovani donne e ragazze abbandonate, violentate, finite nei penitenziari. «Siamo le suore meccaniche come scherza un amico» racconta suor Graziella.

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Ma le suore della Riparazione per Civitanova sono state un’istituzione: intere generazioni sono cresciute “all’asilo dalle suore”, e altrettante docenti attuali sono tali grazie a madre Stella Buldorini che ha insegnato all’istituto magistrale: «Ha formato le professoresse più brave oggi in circolazione – raccontano – sapeva la Divina Commedia a memoria, I promessi sposi, era un portento». 

Stella Maris infatti oltre ad essere un convento che negli anni d’oro ha ospitato fino a 30 suore e altrettante ragazze nel collegio è stato anche uno spazio di formazione. Negli oltre 5000 metri quadrati della struttura che si sviluppa su 3 piani infatti hanno trovato posto negli anni, a partire dal dopoguerra tantissime istituzioni culturali: l’istituto magistrale, il centro di addestramento professionale per segretarie, per modellisti e per professioni contabili, un centro di educazione permanente che ha sviluppato i corsi di poesia con il compianto Antonio Santori, e ancora il corso per Oss dell’Asur.

In anni più recenti poi tra i corridoi e le stanze dell’istituto hanno trovato spazio la facoltà di Mediazione linguistica dell’Università di Macerata e attualmente sono presenti la scuola privata paritaria My school con il nido, la scuola d’infanzia, le elementari e le medie e la scuola di formazione Leonardo. Nell’ala nuova, su corso Garibaldi, per anni c’è stata la cooperativa 13 maggio che recentemente ha traslocato.

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Madre Lisa

Insomma un mondo vivace e attivo di cui le suore della Riparazione sono sempre state il centro, prendendo parte alla vita sociale e civile, con le messe nella cappellina che di fatto è una chiesa a tutti gli effetti, la biblioteca, la mensa per i bambini della scuola e gestendo addirittura “un pezzo di mare” sul lungomare sud, una parte di concessione demaniale alla quale potevano accedere le suore del convento.

Oggi, come detto, sono rimaste in 3 e fra ricordi e un po’ di nostalgia ripercorrono la vita qui dentro: «Per me che sono marchigiana andare via è un grosso dispiacere -racconta madre Luigina Ripa – ho vissuto qui dagli anni ’90, sono stati anni bellissimi, c’era movimento, il collegio, tante persone. Ora siamo rimaste in poche, non ci sono più vocazioni e il nostro ordine opera molto all’estero, tante sorelle arrivano dalla Birmania». Madre Graziella Zeni Mussi è originaria del Trentino, ha impacchettato le sue cose col suo nome in alcune scatole: «Ci verranno a prendere e andremo a Milano, poi ci assegneranno ad un’altra casa, certo dispiace, qui con il mare è molto bello e si stava tanto bene».

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La chiesa all’interno dello Stella Maris

Un addio che è uno spartiacque sociale anche per la città che vedrà mutare quella struttura: negli anni diversi progetti hanno interessato le mura, dall’interesse da parte di Don Vinicio Albanesi con la cooperativa 13 maggio per realizzare una struttura per anziani (che ha trovato però il no da parte del consiglio comunale), fino alla vendita ad una cordata di imprenditori privati che ha presentato una richiesta di variante per la realizzazione di strutture residenziali (pur essendo presente un vincolo sulla parte storica dell’edificio e sulle mura). Al momento però il compromesso di vendita non è stato concluso e al momento c’è solo un preliminare in attesa di trovare finanziatori per il progetto che prevede appunto unità abitative e una porzione che rimane nella disponibilità degli enti di formazione.

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Venerdì, con l’ultima messa nella cappellina di Stella Maris, officiata alle 19 da don Mario Colabianchi, si chiuderà un capitolo lungo più di un secolo. Le suore della Riparazione partiranno, lasciando dietro di sé non solo un edificio, ma un pezzo di storia di Civitanova, un luogo che ha accolto generazioni di bambini, studenti e docenti, offrendo istruzione, conforto e comunità.

Le valigie pronte, gli abbracci, gli ultimi sguardi ai corridoi che per decenni hanno risuonato di voci e passi. Per Madre Luigina, Madre Graziella e Madre Lisa sarà un nuovo inizio, ma per chi resta sarà difficile non sentire quel vuoto. Stella Maris non sarà più la stessa senza di loro, senza la dedizione silenziosa e costante di chi ha saputo trasformare un convento in un cuore pulsante di cultura e solidarietà.

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Stella Maris, pronto il progetto. Nell’edificio residenze, uffici e scuole



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