I commercianti del centro storico di Tolentino
di Francesca Marsili
Oltre cento cantieri solo all’interno delle mura cittadine, un dato sufficiente per comprendere lo stato di sofferenza in cui si trovano da oltre un anno i commercianti del centro storico di Tolentino che martedì hanno portato in Regione la richiesta di ristori per poter sopravvivere alla fase post sisma.
Uno dei cantieri nel centro di Tolentino
«Per noi è un terremoto al contrario. Non abbiamo più risorse per andare avanti, il centro storico è un maxi cantiere a cielo aperto e rischiamo di chiudere tutti. Non ci abbandoni». Con questo accorata richiesta, la presidente dell’associazione Commercio centro storico, Monica Fammilume, e la vice Annarita Ortolani, si sono sedute al tavolo della dirigente dell’ufficio regionale delle Attività produttive Daniela Tisi per chiedere aiuti economici. Parole che delineano un quadro drammatico, che rischia di far saltare una parte fondamentale del tessuto economico della città. Con loro il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi.
Sono 125 i negozi del centro storico di Tolentino che da oltre un anno si trovano a dover forzatamente convivere con un centro storico congestionato da moltitudine di cantieri, demolizioni, strade chiuse al traffico per permettere ai mezzi pesanti di scaricare calcestruzzo e materiale edile, assenza di parcheggi e come se non bastasse alcuni di loro devono anche delocalizzazione la propria attività perché lo stabile in cui operano va in ristrutturazione. La conseguenza è quella di una drastica riduzione degli incassi con le spese fisse che si rincorrono e si accumulano mese dopo mese. Una situazione precedentemente segnalata dall’associazione dei commercianti del centro storico al Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, che aveva suggerito di interloquire anche con la Regione.
Monica Fammilume
«La dottoressa Tisi è stata estremamente gentile e collaborativa – spiega Fammilume – ha ascoltato le nostre difficoltà e compreso benissimo la nostra situazione, che non immaginava fosse così tanto critica e complessa». All’incontro con la dirigente le due referenti, a nome di tutti i commercianti, hanno chiesto appositi ristori. «Ci è stato spiegato che ci sono bandi per incentivare e supportare l’apertura di nuove attività, ma non è di questo che abbiamo bisogno – evidenzia Fammilume – Noi abbiamo la necessità di aiuti economici per sopravvivere in questa fase, e di salvaguardare negozi storici aperti anche da un secolo. Vorremmo poter avere un corrispettivo che in un certo qual modo ricalchi l’aiuto avuto dai negozi di alcuni comuni dell’entroterra che sono stati delocalizzati e non pagano l’affitto. La nostra situazione è anomala: nel centro storico, che assieme al quartiere di viale Vittorio Veneto è la zona più colpita dai danni delle scosse, la fase più impattante della ricostruzione è ora, per questo abbiamo bisogno di ristori “cuciti” sulle nostre difficoltà: come potrebbe essere, appunto, il rimborso del canone di affitto. Tolentino è il comune più grande del cratere, e sono tante le attività che rischiano di chiudere».
Oltre ai ristori per supportare la “resistenza” delle attività del centro, è stata affrontata anche la problematica legata a chi deve delocalizzare temporaneamente la propria attività, che oltre ai costi del trasloco, estremamente impattanti e onerosi per quelle legate alla ristorazione, in diversi casi, deve anche acquistare nuovo mobilio, per i quali in questo momento non è previsto un indennizzo. L’incontro, in questa prima fase, si è concluso con la soddisfazione delle due referenti del comitato commercio centro storico.
«Ci è stato assicurato che la Regione farà il possibile per trovare delle soluzioni per aiutare il commercio, a cui tiene particolarmente – spiega la presidente – ma hanno aggiunto pure che anche il Comune si deve impegnare a realizzare progetti per il centro storico, altrimenti è inutile. Speriamo arrivino in tempi brevi, siamo in sofferenza da tanto tempo», conclude Fammilume dicendo di aver lasciato il tavolo con Ortolani con queste parole: «Confidiamo in lei». Al tavolo era presente anche Nadia Luzietti, del coordinamento e incentivi al commercio della Regione Marche.
Chiudete e non se ne parla più, centro storico, scomodo, le cose cambiano, oggi purtroppo ci sono i centri commerciali, comodi ,veloci e via.
Alberto Ripari centri commerciali voluto dai commercianti
Patrizio Gentili voluto da tutti sotto certi aspetti, perché la gente li frequenta quindi, comunque il fatto è che, oggi come oggi , se si di una famiglia, non si lavora in due, non vai avanti,quindi la donna quando va a fare la spesa, cosa preferisce , il centro storico, oppure il centro commerciale, perché? Perché trova i parcheggio, che non è cosa da poco, più comodo perché trova tutto a portata di mano, e tutto questo perché? Perché le cose cambiano. Riguardo hai parcheggi , Tolentino , tutto a pagamento, dopodiché, vi hanno fatto la campagna elettorale con il centro storico,promettendo mari e monti, tutte cazzate, torno a dire ,le cose cambiano.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Chiudete non sentiremo la mancanza. I soldi ormai ve li siete fatti potevate pensare prima ed innovarvi