Link university, Romano Mari contrario:
«Non ci sono strutture per la formazione.
Chi può pagare 120mila euro in 6 anni?»

CORSI DI LAUREA in Medicina e Odontoiatria dell'ateneo privato, il presidente dell'Ordine dei medici di Macerata: «Se il problema fossero solo i numeri sarebbe bastato aumentare quelli dell'università di Ancona. Iscriversi costa 20mila euro l'anno». Casini (Pd): «Con quali strutture sanitarie stabilirà la convenzione?»

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Romano Mari

di Giulia Sancricca

«Un’opportunità per gli studenti? Macché, con le strutture che abbiamo attualmente non sono sufficientemente garantiti formazione e tutoraggio». È il pensiero di Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici di Macerata, che contattato da Cronache Maceratesi esprime la sua posizione e quella dell’ordine in merito alla proposta dell’università privata Link University di avviare due corsi di laurea in Medicina e chirurgia (Ascoli e Fano) e uno in Odontoiatria (Macerata) già a partire dal prossimo anno, con il parere favorevole della Regione. 

Una posizione, quella del rappresentante dei medici della provincia, in linea con la Federazione nazionale e altri Ordini riguardo i corsi di laurea in Medicina offerti da atenei privati. 

«Queste università private – spiega Mari – debbono garantire anche adeguate attività di formazione e tutoraggio, dunque mi chiedo come possano essere messe in pratica per Medicina ad Ascoli e per Odontoiatria a Macerata senza avere neanche una clinica odontoiatrica». Il presidente dell’Ordine maceratese ne fa quindi principalmente una questione di preparazione: «La formazione del medico deve essere qualitativamente perfetta e adeguata – aggiunge -, ma senza il tutoraggio faccio fatica a immaginare la formazione di professionisti nati da corsi online  e in presenza. Il percorso per diventare medico è lungo e complesso, non credo che sia percorribile al di fuori di strutture adeguate».

Difficile quindi sostenere, secondo il professionista, che l’apertura dei corsi di laurea dell’ateneo privato possa sopperire alle criticità legate al reclutamento del personale medico: «Abbiamo già le nostre valide università – evidenzia -. Se la questione avesse riguardato solo i numeri, allora sarebbe bastato aumentare il numero di iscritti ad Ancona, ma questo non è pensabile: quell’ateneo, con quel policlinico, ha la capacità di formare dignitosamente non più di 350 medici. Io vengo dalla realtà del policlinico Gemelli di Roma e conosco l’Università Cattolica, una delle prime in Europa. Quanti medici dovrebbe formare? Migliaia? No, non ne vengono reclutati più di 380 perché ogni professionista deve avere una sua carriera formativa adeguata per il lavoro che dovrà svolgere in seguito». Infine il lato economico: «Su questo non dovrei intervenire – conclude – ma è bene comunque ribadire che università del genere costano circa 20mila euro l’anno e io non penso che ci siano molte persone capaci di poter pagare 120mila euro in sei anni. Noi ovviamo dobbiamo tutelare la professionalità, la dignità e la capacità operativa dei nostri colleghi».

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Anna Casini

Intanto sul tema interviene anche la capogruppo regionale del Partito democratico Anna Casini: «La domanda – dice -, più che lecita, è: con quali strutture sanitarie stabilirà una convenzione la Link University per garantire la formazione pratica dei propri studenti e a quali tutor clinici affiderà la responsabilità didattica? Siamo sicuri che l’attuale connubio tra Sistema sanitario regionale e università continuerà a essere in grado di mantenere gli alti standard formativi odierni o, come è facile immaginare, entrambi i due poli pubblici, sanità e università, saranno destinati a un ridimensionamento, come del resto dimostrano molte esperienze simili in Lombardia e Veneto? Sarebbe bene che nessuno si dimenticasse che la privatizzazione della sanità inizia quasi sempre dalla privatizzazione della formazione».

 

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