Il nuovo disegno dell’Ast:
«Macerata sempre più impoverita»

SANITÀ - Il Pd cittadino critica l'atto aziendale: «Scelte che non guardano all'invecchiamento della popolazione. Nessuna risposta alla grandissima necessità di personale». L'attacco all'amministrazione Parcaroli: «Non ha detto una parola»

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L’ospedale di Macerata

Dipartimenti, servizi, reparti e traslochi. Il nuovo disegno dell’Ast di Macerata secondo l’ultimo atto aziendale (leggi l’articolo) non piace affatto alla segretaria del Pd, Ninfa Contigiani, che lo definisce «una introduzione a una tesi che non c’è» ricordando che l’atto  è stato «prodotto dopo ben due anni d’attesa dalla legge regionale 19/2022 che stabiliva la necessità di scriverlo». Secondo la segretaria dem, quindi, «è stato partorito il topolino» e rivolge la critica anche all’amministrazione Parcaroli «nonostante governi in una filiera politica che è tutta della sua parte non è stata capace di intervenire neppure dicendo una parola».

Ed entra nel merito della riorganizzazione:  «Macerata ne esce ancora una volta impoverita pesantemente di alcuni servizi ospedalieri importanti e senza che ci sia un minimo di spiegazione e argomentazione che riguardi la necessità clinica o organizzativa di queste trasformazioni. La Chirurgia tiroidea è già stata spostata da mesi a Civitanova; adesso si toglie da Macerata, sempre in favore della costa, la Neonatologia (che per anni ha funzionato in sinergia con Pediataria) e si cancella l’Unità operativa complessa a Geratria. Questo in una città, e in un territorio, in cui l’invecchiamento della popolazione è ormai evidente da anni e in cui l’aspettativa di vita arriva oltre gli ottanta (la fascia di popolazione attuale più numerosa è già quella tra i 50 e i 60, ovvero i pre-pensionabili, ma poco minore è la fascia successiva)».

Secondo Contigiani si tratterebbe quindi di un disegno miope, che non guarda al futuro: «Non ci si fa carico quindi né della prospettiva di aumento della cronicità come bisogno clinico che nei prossimi 5/10 anni diventerà il problema dei problemi, né si accenna minimamente a come si possa strutturare quell’integrazione socio-sanitaria che dovrebbe sgravare prima dell’allettamento le famiglie, e le donne in particolare, dalle condizioni di invalidità dei loro ultra-anziani. Spesso infatti la cronicità gestita a livello domiciliare precipita velocemente in emergenza e a questo rischio preciso bisogna dare una risposta prima che si verifichi, informando sui servizi esistenti i coinvolti, predisponendo una rete sufficiente di residenze protette e residenziali. Ma di tutto questo non c’è traccia, come non si risponde neppure con un accenno alla necessità grandissima di personale soprattutto infermieristico, ma anche medico ospedaliero e di medicina generale». 

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Ninfa Contigiani, segretaria Pd Macerata

La segretaria dem apre poi il capitolo delle case di comunità: «Sono descritte e localizzate – dice -, anche quella maceratese, ma qualcuno sa dov’è? La si tratta come per fatta, ma la realtà è che sono a malapena partiti i lavori».

Altri temi caldi da tempo quelli del pronto soccorso, delle liste di attesa e della digitalizzazione della cartella clinica: «L’ intasamento attuale del reparto schiacciato dall’arrivo di codici bianchi e gialli non adeguatamente trattabili da nessun altro livello di servizio territoriale è sotto gli occhi di tutti e non era mai stato tale prima. Le liste di attesa dichiarate chiuse, anche questo un fatto mai successo prima; quasi non pervenuta la digitalizzazione della cartella clinica. A Macerata rimaniamo nelle sabbie dell’incertezza mentre in altre regioni da tempo sono nell’era della telemedicina di cui tanto ci sarebbe bisogno proprio per monitorare quegli anziani che ancora possono avere autonomia domestica».

Allora Contigiani critica l’amministrazione Parcaroli: «Intanto, fuori dai documenti programmatori del direttore generale, vediamo l’assoluta noncuranza di un sindaco e di una maggioranza che nonostante governi in una filiera politica che è tutta della sua parte non sono stati capaci di intervenire neppure dicendo una parola, figuriamoci di impedire che si sfianchi e destrutturi pezzo pezzo la sanità maceratese».

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