Inquinamento sul fiume Chienti:
verso lo sblocco di alcune aree

CIVITANOVA - Le conclusioni della Conferenza dei servizi sulla rimodulazione analisi del rischio. Ci sarà un aggiornamento sui valori di bario e stagno nell’area A3. Suddivisa in subcompartimenti l'area A per sbloccare porzioni di terreni non contaminati. Restano le restrizioni nell'area B

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di Laura Boccanera

Rimodulazione analisi del rischio per l’area del fiume Chienti, verso lo sblocco alcune piccole aree più a ovest rispetto alla foce. Richiesto un supplemento di indagine per l’inquinamento da bario e stagno.

Si è svolta a inizio dicembre (ma il verbale è stato pubblicato sull’albo pretorio solo oggi) la conferenza dei servizi per la rimodulazione dell’analisi di rischio relativa al sito della pista ciclabile di Civitanova ricadente nell’ex sito di interesse nazionale del basso bacino del Chienti. L’area è stata interdetta in alcuni tratti con transenne e divieto di accesso dall’ordinanza del sindaco dopo il rilevamento di sostanze inquinanti col divieto di sdraiarsi sul terreno e accedere alla foce.

Alla conferenza dei servizi erano presenti per il Comune l’ufficio tecnico, la Provincia, la Regione, l’Ast, l’Arpam, il geologo Luciano Taddei in qualità di tecnico incaricato dal comune di Civitanova della redazione dell’analisi di rischio e un privato, proprietario di una porzione dell’area interessata.

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L’area contaminata sul Chienti

Nel documento presentato, l’area A viene suddivisa in sub aree (A1-a, A1-b, A2, A3, A4 e A5) e analizzate le condizioni di rischio presenti o meno sulle singole aree, mentre per l’area B (quella vicina al tiro a volo) non sono state applicate rimodulazioni, risultando valide le risultanze già contenute nell’analisi di rischio originaria e permanendo pertanto i vincoli attuali. Per l’area A, quella che da est verso ovest che comprende tutta l’area della ciclabile e l’estensione di 600 metri a nord e a sud, viene applicata una sub compartimentazione così da poter liberare alcune piccole porzioni dai vincoli.

L’area B è attualmente recintata e dotata di un telo a contatto con il suolo, per impedire che i residui conseguenti all’attività del club Tiro a volo possano andare a contatto con il terreno. Inoltre, per questa area, presentando condizioni di rischio più gravi rispetto all’area A, in ragione della presenza di sostanze cancerogene e tossiche, rimane definita così come nel documento relativo all’analisi di rischio presentato a gennaio del 2023.

Durante la conferenza è stata sollevata dall’Ast l’indeterminatezza dei tempi di bonifica per l’area B, sottolineando che questo «rende necessario proseguire il monitoraggio semestrale del mercurio in ambiente indoor (che fino ad oggi ha evidenziato risultati coerenti con i valori bibliografici di fondo assimilabili al sito in esame e di circa 3 ordini di grandezza inferiori rispetto a quelli riportati come livello soglia di attenzione, con uno dei due campionamenti da eseguire durante la stagione estiva così da poter verificare se la situazione rimane tale anche nelle condizioni meteorologiche più gravose».

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Pur presentato pareri favorevoli, l’Arpam ha richiesto un supplemento di indagine ai fini dell’approvazione per il superamento dei limiti di bario e stagno: «nell’area A3 anche i parametri bario e stagno risultano superiori alle soglie di contaminazione del suolo e sottosuolo e pertanto vanno tenuti in considerazione nell’elaborazione dell’analisi di rischio. L’area A4 è attualmente incolta e recintata, tuttavia occorre valutare eventuali limitazioni d’uso o misure da adottare anche in considerazione dell’assenza di uno strato superficiale di suolo che evita l’esposizione diretta al rifiuto – si legge nella relazione Arpam – analogamente per l’area A2 e per tutte le aree in cui sono presenti rifiuti e “materiali di riporto” gli strumenti urbanistici andranno, se del caso opportunamente aggiornati per tenere conto della presenza dei suddetti rifiuti e “materiali di riporto”. Si esprime parere favorevole fatto salvo che le verifiche richieste in merito ai superamenti di bario e stagno nell’area A3 non portino a nuovi ed ulteriori rischi o criticità da dover rivalutare».

Al geologo Taddei è stato richiesto un aggiornamento del documento alla luce dell’osservazione dell’Arpam a seguito della quale verrà riconvocata la conferenza dei servizi che in caso di esito positivo potrà sbloccare le aree del sub compartimento non più oggetto di inquinamento.

 

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