Fdi, Lega e civici per il no,
favorevoli Fi e Udc: verso la bocciatura
il centro commerciale Simonetti

MACERATA - Dopo lunghi mesi di silenzi i meloniani hanno fatto la prima mossa e i salviniani si sono accodati. Restano per il sì solo due delle 5 forze politiche di maggioranza: «E' la risposta al degrado che caratterizza l'area da 30 anni, occasione per crescita e occupazione». La consigliera De Padova durissima sull'incontro tra Parcaroli e Micucci Cecchi: «Gioco di ricatti sul bilancio»

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Un rendering del progetto del nuovo centro commerciale a Piediripa

di Luca Patrassi

Lega, lista civica “Pensiero e Azione” e Fratelli d’Italia schierati, o quasi, per il no al centro commerciale proposto dalla Flli Simonetti a Piediripa, Forza Italia e Udc favorevoli. Queste le posizioni emerse ieri sera nella riunione di maggioranza convocata per discutere i temi dei prossimi Consigli comunali, dal bilancio al centro commerciale. Mentre la discussione sul bilancio non ha registrato elementi di novità, e ci si è soffermati maggiormente sulla presenza di un numero di consiglieri utile a garantire il numero legale, sul centro commerciale Simonetti sono iniziate a emergere le posizioni dei vari partiti. La melina in corso da mesi tra Fratelli d’Italia e Lega per far uscire l’altra allo scoperto si è risolta con Fratelli d’Italia che ha valutato negativamente l’ipotesi dell’insediamento del centro commerciale criticando anche le recenti esternazioni dell’imprenditore Alberto Simonetti, quelle per le quali l’azienda avrebbe optato per la realizzazione dei capannoni in caso di bocciatura del nuovo piano commerciale. La posizione della Lega – alla riunione c’era il capogruppo Aldo Alessandrini – a quel punto è stata quella di accodarsi ai meloniani, nel senso di dire che se la maggioranza era per il no era bene assumere tutti quella posizione. Favorevoli alla realizzazione invece i rappresentanti di Forza Italia e dell’Udc. All’incontro ha partecipato, in silenzio, anche il coordinatore della lista civica Gianluca Micucci Cecchi mentre a dichiarare la contrarietà del gruppo al centro Simonetti è stata la consigliera Cristina Cingolani. Dunque, a meno di ribaltoni nelle prossime due settimane, si marcia verso la bocciatura della delibera di approvazione del piano di lottizzazione per la realizzazione del centro commerciale Simonetti con prevedibili strascichi giudiziari per gli annunciati risarcimenti dei danni che l’azienda dice di aver subìto dal Comune in questi lunghissimi anni di procedura.

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Barbara Antolini e Sandro Montaguti, consiglieri di Forza Italia

Diversamente dal silenzio di Lega e di Fratelli d’Italia, i consiglieri di Forza Italia (Barbara Antolini e Sandro Montaguti) e dell’Udc Antonella Fornaro) hanno pensato di ufficializzare il loro pensiero: «La questione posta all’attenzione di noi consiglieri – si legge nella nota – non è votare a favore o meno alla costruzione del centro commerciale Simonetti, ma decidere se approvare la variante che permetterà il miglioramento di un progetto esistente e autorizzato. Inutile richiamare l’excursus perché ormai è ben nota a tutti l’origine del percorso nato e cresciuto nelle amministrazioni dei sindaci Meschini e Carancini. Sappiamo già che il primo progetto presentato e oggi realizzabile prevedeva un Retail Park tradizionale, sul genere del Corridomnia, mentre con il nuovo progetto il centro commerciale si svilupperebbe in un’unica struttura, simile al Cuore Adriatico a Civitanova, riducendo quindi la superficie di quasi 34.000 mq e migliorando non solo la struttura e l’impatto, ma anche tutto il sistema viario della zona». Le ragioni del sì secondo Fi e Udc: «Questo non è soltanto un progetto importante per il territorio, ma è la risposta necessaria al degrado che caratterizza l’area da oltre 30 anni. Simonetti ha il diritto di andare avanti e di realizzare questo programma, tenuto anche conto che ha già versato alla precedente Amministrazione un acconto notevole di oneri di urbanizzazione per realizzare, insieme alla Provincia, una viabilità di servizio. Prima della realizzazione del Centro Commerciale questi interventi infrastrutturali sarebbero ultimati e renderebbero migliore tutto il sistema viario. Non da ultimo riteniamo che un nuovo centro commerciale possa essere un’attrattiva per la città, nonché una grande opportunità per catene commerciali o grandi marchi che vogliano approdare a Macerata. La concorrenza tra centri commerciali resta, per la comunità, un fenomeno positivo; nuove strutture non essere viste come minacce, ma come un’opportunità per offrire nuovi servizi, prodotti, spazi, il progetto prevede anche un servizio di navette per il centro di Macerata. Occorre poi non perdere di vista l’opportunità di assunzione di centinaia di dipendenti residenti nel territorio, oltre alla previsione, all’interno della nuova struttura, di uno spazio per la promozione turistica e culturale della città. In questo modo possiamo tentare di rafforzare l’economia locale e, di riflesso, anche le altre strutture commerciali di Macerata. Se non lo facciamo noi, la risposta a questa esigenza la daranno altri, come già Corridonia e Montecassiano, con un rischio di depauperamento del territorio comunale, crocevia per smistare risorse, tributi e canoni vari ad altri enti territoriali. Sia Forza Italia che Udc possono considerarsi partiti liberali dalla parte della libera impresa e la politica di immobilismo non è la nostra; il rischio è di intraprendere la china che conduce alla desertificazione commerciale per non essere stati in grado di restare al passo con i tempi, per non parlare dell’incapacità di fornire risposte a chi legittimamente intende investire ingenti risorse nel nostro territorio. Il progetto del centro commerciale Simonetti come rivisto va sostenuto senza indugi, Macerata non può più permettersi di ritardare iniziative che, grazie anche alle infrastrutture previste, migliorerà il territorio sotto il profilo economico, urbanistico e sociale, potrà dare lavoro a molte persone, nonché le imposte e i tributi che entreranno nelle casse del Comune permetteranno di migliorare e potenziare la nostra città».

La considerazione finale: «Per Forza Italia e Udc investire è importante per la crescita economica di Macerata, non dobbiamo rimanere indietro. I nostri partiti vogliono attrarre e non respingere chi ha intenzione di investire nel nostro territorio, e questa serie di mal di pancia, lacci e lacciuoli li lasciamo volentieri a chi, per orientamento politico e sensibilità, si è sempre speso a favore di una specie di ‘decrescita felice’ e a chi, nel nome del verde e della natura, sembra non accorgersi che lo spazio che utilizzerebbe il nuovo Centro Commerciale attualmente è un insieme di capannoni in rovina e serpai paludosi. Da ultimo vorremmo sottolineare quanto sia inopportuno e poco avveduto l’intervento del consigliere Perticarari che accusa il sindaco di aver causato danni per i rinvii sulla questione Simonetti quando i ritardi superano il ventennio e sono abbondantemente imputabili ad amministrazioni del suo colore e non del nostro. Il nostro sindaco e l’attuale Amministrazione stanno cercando con prudenza e avvedutezza di risolvere una questione ereditata dalle precedenti nel migliore dei modi, forse è questo il motivo per cui vengono attaccati e criticati proprio da chi ha fatto promesse da marinaio a Simonetti senza poi mantenerle. La politica e soprattutto il centrodestra non devono aver paura di fare scelte coraggiose».

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Sabrina De Padova, consigliera del Gruppo misto

Infine Sabrina De Padova, consigliera eletta nella lista Parcaroli ed ora passata al gruppo misto, va all’attacco sul recente incontro tra il sindaco e il coordinatore della sua ex lista civica: «Purtroppo, spesso assistiamo – osserva De Padova – a un distacco dalla realtà e a un’involuzione della politica verso giochi di potere, scambi di favori e accordi dietro le quinte che nulla hanno a che fare con il bene collettivo. Il recente incontro tra Micucci Cecchi e il sindaco Parcaroli rappresenta un esempio emblematico di come, in certe circostanze, la politica possa degenerare in un gioco di ricatti e compromessi che non solo svilisce il valore della politica stessa, ma mina anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’idea che un bilancio, un atto fondamentale per la gestione delle risorse pubbliche, possa essere votato o sostenuto solo in cambio di vantaggi o di potere è una pratica che non possiamo e non dobbiamo tollerare».

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