Ussita
«Gli aumenti parametrici devono essere almeno del 15% per poter continuare con la ricostruzione». Così il presidente dell’ordine degli architetti di Macerata, Vittorio Lanciani, e la presidente del collegio provinciale dei geometri di Macerata, Paola Passeri. Il problema nasce dallo stop al superbonus 110.
«Lo stop fermerà la ricostruzione? Non che i tecnici lo amassero particolarmente ma grazie al commissario Giovanni Legnini che lo ha inserito per coprire l’accollo abbiamo fatto partire veramente la ricostruzione. Sì perché è partita grazie al superbonus in quanto il contributo parametrico era insufficiente a raggiungere, a seconda dei casi, il miglioramento sismico o l’adeguamento sismico. E ora che il Superbonus 110 è stato messo di colpo in soffitta lasciando i tecnici con i loro problemi di far quadrare i conti delle riparazioni o delle demolizioni e ricostruzioni necessarie, che ne sarà dei progetti presentati, primi fra tutti quelli legati al Cas del 30 giugno e non più finanziati per intero? Che ne sarà di quelli in corso di caricamento programmati entro il 31 dicembre 2024, come più volte sollecitato dal commissario Guido Castelli in vista del rinnovo dei 330 milioni promessi in più occasioni tra ottobre e dicembre per il 2025 e ora non concessi dal governo? Che dire ai proprietari? Che dovranno accollarsi l’onere? E detrarre in comode rate decennali decurtando da redditi inesistenti? O accapigliarsi con i tecnici che non hanno depositato in tempo i loro progetti? Non è colpa dei tecnici se il governo compulsivamente da due anni sta smantellando il superbonus».
I tecnici, quelli prudenti, non mettono «in difficoltà il committente partendo con i lavori senza avere certezza di arrivare fino in fondo con la ricostruzione del loro edificio. Difficile districarsi tra le norme, ormai siamo a circa sette-ottomila pagine da conoscere parola per parola, difficile il confronto con gli istruttori degli Usr, in grave difficoltà anche loro, quasi un delirio seguire la burocrazia dilagante che esprime attraverso continue asseverazioni di contenuti che poco hanno a che vedere con il progetto tecnico di riparazione. Flop la semplificazione come pure i tentativi monchi di facilitare la ricostruzione della legittimità dell’edificio attraverso la conformità». Il nocciolo della questione è: «attendiamo al varco il commissario sull’incremento del contributo parametrico. Le voci del 5 virgola le lasciamo cadere nel vuoto, per continuare la ricostruzione e non fermarla di fatto, le ordinanze serve siano emanate prima che si generino indeterminatezza nella copertura economica degli interventi e non a scoppio ritardato. A parità di prezziari in vigore, ci vuole un aumento del contributo parametrico di almeno il 15% con la possibilità di discutere caso per caso i progetti che non verrebbero comunque finanziati al 100%. Il governo Meloni ed il commissario Castelli sono chiamati ad esprimersi politicamente una volta per tutte se si vuole completare la ricostruzione. delle due l’una: o hanno il coraggio di aumentare il contributo parametrico fino ad una soglia necessaria e anche abbassando il prezziario in vigore ove possibile, oppure si assumono la responsabilità politica di dichiarare che non sarà finanziato più il 100% dei costi della ricostruzione ove previsto».
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Vero é che il costo di costruzione di un fabbricato é aumentato però é anche vero che finché vi é la regola che più il costo per la realizzazione di un fabbricato é alto e più i tecnici guadagnano quindi cercheranno di far lievitare il costo il più possibile. Per essere chiari oggi in Italia fai un lavoro di 100.000 €. vi sono 20/30 pratiche da fare e se fai un lavoro da 1.000.000 di €. le pratiche sono le stesse, capite voi che i tecnici fanno di tutto per lievitare i costi di costruzione di un fabbricato terremotato, guadagnano di più con, più o meno, lo stesso lavoro. Dico io, non sarebbe opportuno che vi sia una tariffa fino a 500.000 €. e poi più si spende più si abbassa la parcella dato che il lavoro da fare é quasi identico?
Il problema è che se una cosa a concorrenza costa 100 e lo Stato ci mette un contributo di 100 quella stessa cosa ti sarà fatta pagare poco meno di 200 (ma a guardare i cartelli dei cantieri mi sa che arrivino addirittura a poco meno di 300). Io sono della idea che lo Stato non ci deve mettere un Euro di più di quanto l’immobile ricostruito vale sul mercato, il resto (mi dispiace) a carico dei proprietari. La concorrenza e l’interesse della propria tasca porterebbe i prezzi a valori normali. (Principio che doveva valere per tutti i bonus di Stato che hanno dopato il settore).