Aggressione in Pronto soccorso,
la Cgil: «Servono vigilantes h24»

MACERATA - Il sindacato dopo l'episodio avvenuto martedì: «Le azioni intraprese non bastano, serve un presidio fisso di polizia all’interno dei Pronto soccorso»

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John Palmieri (Fp Cgil)

Aggressione al pronto soccorso di Macerata, Fp Cgil: «le azioni intraprese sino ad oggi sono di fatto insufficienti. Servono vigilantes h24».

Dal marzo 2024 non è più necessaria la denuncia per le aggressioni subite dal personale sanitario ma si procede d’ufficio. Secondo il sindacato non possono essere solo le modifiche al Codice penale la soluzione per il contrasto alla violenza sugli operatori».

Per il segretario della Fp Cgil Macerata, John Palmieri, la priorità è tutelare il personale e prevenire le aggressioni. «Occorre andare avanti sulla strada della prevenzione, istituendo in tutti i luoghi di lavoro il registro dei mancati infortuni. Sono stati ben 16mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 in Italia e 18mila le operatrici e gli operatori coinvolti, secondo quanto emerge dalla relazione sul 2023 dell’Osservatorio. Due terzi delle persone aggredite sono donne. Gli ambienti più rischiosi risultano essere i Pronto soccorso, le Aree di degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti. Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà».

«Oggi l’aggressione riguarda Macerata, ma non dimentichiamo la lista infinita di aggressioni anche nei pronto soccorso di Civitanova e Camerino, e negli altri punti di primo intervento dell’Ast Macerata» dice il sindacato che chiede «azioni tempestive affinché le porte di ingresso del triage, così come la porta d’ingresso delle barelle, non siano di libero accesso, ma governate dallo staff in servizio, a tutela degli operatori. Si richiede la presenza di vigilantes h24 e un presidio fisso di polizia all’interno dei Pronto soccorso».

Conclude la Fp Cgil: «L’esasperazione con attese lunghissime è spesso causata anche da carenza di operatori, frutto di tagli alle risorse economiche che hanno aggravato la posizione di medici, infermieri, oss e tecnici dei Pronto soccorso, di fatto costretti a operare con il rischio della propria incolumità personale. Questo territorio ha bisogno di provvedimenti coraggiosi e innovativi, capaci di invertire questo trend e, soprattutto, di una visione a lungo termine che contrasti la privatizzazione dei servizi sociosanitari in atto ormai da anni a discapito dei cittadini».

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