L’inaugurazione della via
di Filippo Davoli
Nonostante il freddo pungente e l’elevatissimo tasso di umidità, più di trecento persone hanno salutato l’intitolazione della via che conduce al Seminario Redemptoris Mater di Macerata, a monsignor Tarcisio Carboni. Nonostante il presule sia scomparso quasi trent’anni fa, altissima la partecipazione giovanile, segno evidente di una testimonianza che non è mai tramontata ed anzi si continua a tramandare di generazione in generazione. Tarcisio Carboni è stato vescovo di Macerata e Tolentino dal 1976 al 1985 e, successivamente, vescovo della diocesi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia fino alla morte.
Il vescovo Nazzareno Marconi
Molte le autorità presenti: dal sindaco Sandro Parcaroli e dal vicesindaco di Macerata Francesca D’Alessandro, all’assessore Oriana Piccioni al consigliere comunale Marco Bravi, da cui era partita l’iniziativa dell’intestazione di una via al compianto vescovo, e i catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale responsabili delle comunità di Marche Abruzzo e Malta, Eusebio e Giulietta Astiaso, Don Osvaldo Giacomelli e Stefano Tumini, e il rettore del “Redemptoris Mater”, Davide Tisato.
Il sindaco Sandro Parcaroli scopre la targa
«Una via per seguire il suo esempio – ha affermato il sindaco Parcaroli –, si tratta di un gesto ispirato dalla cittadinanza e che assume un valore ulteriore perché istituito su volontà del consiglio comunale. Non possiamo che esserne felici e siamo profondamente grati per quanto mons. Carboni ha fatto per Macerata».
Efficace la sintesi operata dal vescovo Marconi che, nel ribadire le splendide qualità pastorali del suo predecessore, ha detto che «gli faremmo torto a fermarci a trent’anni fa. Lui ci direbbe “Avanti, cammina. Coraggio“. In questo senso – ha concluso Marconi – quanto mai opportuna l’idea di intestargli una strada, piuttosto che costruirgli una statua. Tarcisio Carboni è stato un uomo in ricerca, vicino alla gente, attento a portare la parola di Dio a tutti. Si è adoperato perché moltissime realtà ecclesiali potessero nascere e crescere nella nostra Diocesi».
Marco Bravi
Non è casuale la scelta della via, come pure del Seminario per la celebrazione dell’evento, come ha ricordato Eusebio Astiaso, monsignor Tarcisio Carboni era dotato di grandi qualità umane.
Ma soprattutto di una fede incrollabile: «Aveva uno zelo forte come un fuoco che lo ha portato ad amare tutto il mondo – ha detto Eusebio Astiaso -. Pensava all’Asia, alla Cina. È stato il promotore della causa di beatificazione di Padre Matteo Ricci. Noi l’abbiamo conosciuto nel 1975, un anno prima che diventasse vescovo e appena tornato dall’esperienza missionaria in Brasile. Era un uomo che ha saputo leggere i segni dei tempi. Ha vissuto il cambio epocale dalla mentalità, la crisi della famiglia, la secolarizzazione, il ’68, ma anche il Concilio Vaticano II. Aveva voluto in diocesi il Cammino neocatecumenale, che aveva conosciuto a Fermo, per la forza della predicazione e per la capacità di portare il Concilio alle parrocchie».
Eusebio Astiaso
Nel 1991, Carboni ebbe l’ispirazione profetica di chiedere agli iniziatori del Cammino un Seminario “Redemptoris Mater”. Questi seminari, diocesani e missionari, sorgono generalmente nelle capitali delle nazioni, pertanto l’ipotesi di costruirne uno a Macerata (quando già ce n’era uno a Roma) sembrava peregrina, impossibile. Tarcisio, allora, si recò da Giovanni Paolo II a chiedere consiglio, e il Papa lo confermò e l’incoraggiò, assicurandolo che le vocazioni sarebbero arrivate. E così è stato: il nostro Seminario ha già ordinato più di cento presbiteri, incardinati in diocesi ma pronti ad andare ad evangelizzare con le famiglie del Cammino in ogni parte del mondo. I primi dodici seminaristi entrarono in diocesi il 6 ottobre, data di nascita di Padre Matteo Ricci. Ma l’ispirazione di Carboni portò i suoi benefici anche a livello sociale, se è vero – come lo è – che nel nome di Padre Ricci si sono rilanciate e potenziate le relazioni tra Macerata e la Cina, a più livelli.
Tra i presenti oggi la consigliera regionale Anna Menghi (che era sindaco quando venne posta la prima pietra del Seminario), il sindaco di Ortezzano, città natale del monsignore.
Profondamente grata ho ancora nel cuore il suono della sua voce
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TARCISIO CARBONI era una persona molto buona, bisognerebbe farlo santo insieme al nostro Gesuita che si chiama PADRE MATTEO RICCI.
Con tutti questi “tagli di nastro” la mente vola al signor Molinari e al suo storico negozio in piazza Mazzini angolo Porta Mercato.
Mons. Tercisio Carboni! Il Vescovo che sentiva l’odore delle pecore perché stava in mezzo al suo gregge.