«Con 30 milioni di debiti
avrei lasciato al privato l’onere
di scommettere sull’ex hotel Marche»

TOLENTINO - Anche il consigliere Massimo D'Este interviene sulla vicenda dell'edificio, dopo l'esposto di un cittadino che ha documentato lo stato di degrado in cui versa

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Massimo D’Este

di Francesca Marsili

«Cosa avrei fatto io? Innanzitutto, con 30 milioni di debiti, avrei lasciato ai privati l’onere e l’onore di investire e scommettere con i loro denari e non quelli pubblici, in una nuova struttura ricettiva in quel dell’ex Hotel Marche». Anche l’ex candidato sindaco e consigliere di Tolentino Massimo D’Este interviene sullo stato di degrado in cui versa l’ex hotel Marche dopo l’esposto di un cittadino che lo chiama in causa. 

D’Este sottolinea di rispondere con piacere su cosa avrebbe fatto qualora fosse stato eletto a primo cittadino nel 2022 «sebbene la questione, seppur condivisibile nel merito, mi lascia perplesso dal punto di vista del metodo», evidenzia. L’esposto, arrivato attraverso un legale è stato indirizzato sia all’attuale sindaco Mauro Sclavi, «il quale dovrebbe avere contezza di cosa accade in quei luoghi», che a Silvia Luconi e Massimo D’Este, «candidati alla carica di sindaco e quindi avranno avuto idee in tal senso».

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L’ex Hotel Marche

D’Este è però dell’avviso che «il nostro concittadino nel suo ragionamento tende a mescolare in una indistinta melassa, partiti, coalizioni diverse e con distinti ruoli e confonderne le responsabilità, mettendo tutti sullo stesso piano, tanto di chi svolge il ruolo di amministratore quanto di chi è all’opposizione».

«Io non ho avuto il consenso necessario per essere il sindaco della città – commenta – e non ho avuto ruoli di gestione della cosa pubblica di alcun genere negli anni passati. A rigor di logica, dovrei chiedere al nostro anonimo concittadino, di rivolgere le sue domande a chi oggi ha responsabilità di governo così come a chi ne ha avute in passato – prosegue-. A differenza però di chi tende costantemente ad eludere il dibattito politico, provo comunque a rendere nota la mia posizione in merito. Nel 2017 venne presentato, dalla passata amministrazione, il piano di riqualificazione delle Terme di Santa Lucia di Tolentino».

«In quel progetto – continua D’Este – non era presente nessun riferimento all’immobile definito Hotel Marche costruito nei primi anni ‘70, di proprietà della regione. Nel luglio 2020, la Regione Marche, dopo vari tentativi di procedura d’asta per la sua alienazione andati deserti, ed un processo di degrado della struttura in corso da diversi anni, non da oggi, raggiunse un accordo di compravendita del manufatto con il comune di Tolentino.

Hotel-Mache-10-300x400La perizia di stima valutò in 1.093.820 il bene, che in base alla legge 41 del 2019 si ridusse del 60%, equivalente ad una cifra pari a 656,292 euro, importo che il comune di Tolentino si impegnò a corrispondere alla Regione Marche in due rate semestrali, una all’atto della firma del preliminare, la seconda in coincidenza della stipula dell’atto di compravendita.

L’acquisto dell’immobile, nella visione politica dell’amministrazione in carica, sembrò essere un investimento atto a dotare il prospetto di riqualificazione delle vicine Terme di Santa Lucia, di una struttura ricettiva in grado di elevare lo standard qualitativo al progetto. E’ chiaro che l’eventuale recupero della struttura, sarebbe avvenuto in una logica di partnership pubblico-privato, vista la tendenza sempre più evidente dell’amministrazione nel praticare questo indirizzo.

Cosa avrei fatto io se avessi vinto le elezioni? – conclude il consigliere di opposizione – Messa in sicurezza e controlli ferrei della zona e dell’edificio, che credo avrebbe comunque comportato un grosso aggravio economico per le indebitate casse comunali».

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