Gianluca Puliti
di Gianluca Puliti*
Qualcuno ricorderà il progetto di mobilità sostenibile dell’Azione 6 di Iti (programma della Regione finanziato con i fondi europei) del costo di un milione di euro, con cui l’amministrazione Carancini intendeva riconfigurare la viabilità in piazza Garibaldi e di piazza delle Vittoria. Prevedeva la realizzazione di una rotatoria posta di fronte al Monumento ai Caduti che inglobasse anche l’incrocio di via Trento – via Velini – via Valenti. Il tutto con interventi di promozione della ciclabilità ed implementazione di un sistema di bike sharing e di mobilità elettrica. Si trattava di una soluzione piuttosto complicata, con molte insidie e più di un’incognita, viste le tante e articolate questioni connesse alla rivoluzione viaria che avrebbe originato.
La Giunta Parcaroli non ha inteso seguitare su quella strada e ha cambiato il progetto, declinandolo in tre obiettivi. Il primo: rifacimento della fondazione stradale e asfaltatura del parcheggio antistante il palasport Fontescodella, , affinché potesse assumere la funzione di parcheggio scambiatore. Secondo: creazione di una rete di stazioni di bike sharing. Terzo: approntamento di un punto informazioni di mobilità sostenibile, a ridosso del centro storico. In effetti, la sistemazione del parcheggio è stata fatta e sicuramente godrà dell’incondizionata gratitudine degli sportivi che si recano al palasport di Fontescodella per assistere alle partite di pallavolo e degli autisti dei bus delle linee extraurbane che vi sostano in attesa della corsa successiva.
Il problema è che in quel parcheggio non avviene nessuno scambio, almeno di genere lecito. Sì, perché di bus navetta che passano da quelle parti non c’è nemmeno l’ombra e di bike sharing c’è solo il nome.
Quello che si prospetta allo sventurato che parcheggia l’auto a Fontescodella è una solenne scarpinata di un chilometro in salita. In verità lo storytelling del progetto è ricco di suggestioni e promette accattivanti benefici, ma presuppone anche adeguate azioni di sostegno di cui, al momento, non si vede traccia. È quindi lecito chiedersi, in presenza di un parcheggio scambiatore che non scambia e che, tutt’al più, sarà dotato (quando arriveranno) di 4 o 5 bici elettriche, se qualcuno dell’Amministrazione abbia veramente creduto che quella idea progettuale potesse rappresentare una autentica, convinta, efficace soluzione di mobilità sostenibile.
L’unica vera utilità sembrerebbe essere rappresentata dalla sistemazione del parcheggio del Palasport che era ridotto in condizioni pietose e che, probabilmente, era il vero e unico obiettivo del progetto. Il resto sembra solo uno scaltro e costoso paravento che ha potuto godere del benevolo placet della Regione.
Ammesso e non concesso che il sistema di bike sharing entri in funzione, le sue ricadute saranno risibili e i costi del tutto sproporzionati, considerando che per 5 pensiline con relative stazioni di ricarica e software gestionali, un info-point, e ammennicoli vari sono stati spesi circa 500mila euro. E le biciclette servoassistite? Ancora non ci sono, ma c’è da scommetterci che non saranno più di una trentina. Se questo è il risultato di un investimento così cospicuo, ci si consenta un’amara riflessione: le politiche per la mobilità sostenibile, passate e presenti, sia locali che regionali, non sembrano una cosa seria. Esse potranno dirsi tali solo quando si porranno il problema di rendere il servizio di trasporto pubblico urbano veramente competitivo, interconnesso e intermodale.
Il piazzale del Banca Macerata Forum a Fontescodella
Nel nostro caso, data la conformazione orografica e viaria di Macerata, si dovrebbero prevedere, perlomeno, corse dei bus urbani assai più assidue che consentano anche un frequente collegamento con il parcheggio scambiatore (visto che ormai c’è) e, al tempo stesso, misure che rendano meno conveniente l’utilizzo dell’auto e più agevole l’uso di biciclette elettriche in connessione con i mezzi pubblici. Fino a quando l’auto ci porterà più vicini, in minor tempo e con costi tutto sommato contenuti, non c’è storia per il trasporto pubblico urbano e per le poche biciclette elettriche a cui è affidata la missione impossibile della mobilità sostenibile. Anche perché la ciclomobilità presuppone infrastrutture adeguate, che oggettivamente non ci sono. Quelle che sono in programma è tutto da dimostrare che possano essere utili alla mobilità sostenibile, visto che sono periferiche e che sono state pensate per agevolare “un turismo di prossimità e a basso impatto”. E le 5 stazioni di ricarica oggi esistenti propongono all’intrepido ciclista tratti di strada ad alta densità di traffico, pieni di auto e di mezzi pesanti, con nessuna protezione per la sua incolumità.
E’ un fatto che le politiche della mobilità a Macerata abbiano sempre privilegiato il versante automobilistico, costruendo un sistema di sosta a pagamento con tariffe e condizioni troppo convenienti per consentire il contestuale incremento dell’uso del mezzo pubblico. Che difatti decresce. In ogni caso la Giunta Parcaroli, per rimanere nel solco delle precedenti amministrazioni, è disposta a spendere milioni per fare un nuovo parcheggio (quello a valle di Rampa Zara) e non certo per implementare la rete del bike sharing. Non abbiamo le risorse necessarie per attuare un serio programma di potenziamento del bus urbano e per agevolare acquisto e noleggio di mezzi alternativi alle auto? Non vogliamo inimicarci gli automobilisti maceratesi incrollabilmente affezionati allo spostamento su quattroruote anche se con motori a combustione? Sta bene, prendiamone atto. Ma, una volta per tutte, smettiamo di prenderci in giro con costosi ma inefficaci programmi di mobilità sostenibile, tutt’al più utili a curare il marketing e l’immagine di chi li fa suoi.
*Gianluca Puliti, dirigente in pensione del Comune di Macerata
Grande Gianluca,condivido tutto
Macerata con le biciclette solo per la tappa in salita.
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Macerata con le biciclette solo per la tappa in salita
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Cosa ci si può aspettare da questa gentucola che non ha fatto un fiato quando hanno portato via da Macerata la chirurgia della tiroide per portarla dove la medicina nucleare (eccellenza dell’ospedale di Macerata, indispensabile supporto, oltre ad altre, per questa specialità) non sanno neanche cosa sia!!
Che ci si può aspettare da questa gentucola che non è capace di alzare un dito sulla proposta dell’inconsistente dg, nonche della saltamazzamurelliana ds, dell’Ast di Macerata di derubricare a strutture semplici alcuni primariati storici dell’ospedale di Macerata, come pediatria, ed altri eccellenti come neurologia e pneumologia (e si vocifera di altri ancora)!!
Cosa ci si può aspettare da questi insulsi personaggi…..Non certo che siano in grado, non dico di risolvere, per carità, ma anche solo di affrontare un problema molto complesso per Macerata, che è quello della viabilità in tutte le sue declinazioni!!!! Ma per favore, caro Dr. Puliti!!!
Comunque, a parte la battuta finale, Gianluca, bene, fai molto bene ad evidenziare le clamorose magagne di questa amministrazione comunale….Continua!
Non ci si può limitare a chiamare incontro fatale tra più che letali scorie sta gente. Rimango nell’ambito medico perché in altri come quelli in cui le decisioni sono spesso legate a pubblici ufficiali tipo quelli che nei comuni hanno posizioni apicali o politiche importanti e a cui per legge ad ogni loro scelta, movimento, richiesta, variante, proposta ecc. farei seguire un’indagine per sospetta corruzione. E questo fino a quando il sospetto diventi una realtà che secondo me non manca mai e che anzi è il motore ben oliato che muove tutto. Pure l’universo se Dio smette di far il motore immobile potrebbe essere inquadrato in qualche articolo del codice penale magari vista l’importanza del soggetto, esclusivamente a lui dedicati. Ho come l’impressione, potrei tranquillamente sbagliarmi che in ospedali dove probabilmente sono i medici a decidere le scelte certa gente taglia un nastro e se ne va prima di finire sopra qualche tavolo operatorio. In altri dove possono, mettono le mani assessori regionali e dirigenti vari a loro collegati usando questi ospedali completamente in mano a loro per motivi che chiaramente devono per legge naturale in certi ambienti avere scopo di lucro e di dimostrazione di potere. Certamente piccolo, magari come quello del portiere di notte di un pessimo albergo lordo e frequentato per fugaci incontri “romantici”. L’accostamento non è che sia del tutto fantasioso ma dovuto a particolari accostamenti che si possono fare in tutti i luoghi dove il potere fa più ribrezzo dell’inettitudine. Immagino che il beota e il superiore entrino a Torrette a dire che il reparto cardiochirurgico deve essere trasferito a Civitanova di fianco a quello di medicina nucleare. Sarebbero di sicuro sottoposti ad angiografia cerebrale per dare una bella ramazzata e poi per non saper né leggere e né scrivere, depositarli in appositi ricevitori.
Non ci si può limitare a chiamare incontro fatale tra più che letali scorie sta gente. Rimango nell’ambito medico perché in altri come quelli in cui le decisioni sono spesso legate a pubblici ufficiali tipo quelli che nei comuni hanno posizioni apicali o politiche importanti e a cui per legge ad ogni loro scelta, movimento, richiesta, variante, proposta ecc. farei seguire un’indagine per sospetta corruzione. E questo fino a quando il sospetto diventi una realtà che secondo me non manca mai e che anzi è il motore ben oliato che muove tutto. Pure l’universo se L’Altissimo smette di far il motore immobile potrebbe essere inquadrato in qualche articolo del codice penale magari vista l’importanza del soggetto, esclusivamente a lui dedicati. Ho come l’impressione, potrei tranquillamente sbagliarmi che in ospedali dove probabilmente sono i medici a decidere le scelte certa gente taglia un nastro e se ne va prima di finire sopra qualche tavolo operatorio. In altri dove possono, mettono le mani assessori regionali e dirigenti vari a loro collegati usando questi ospedali completamente in mano a loro per motivi che chiaramente devono per legge naturale in certi ambienti avere scopo di lucro e di dimostrazione di potere. Certamente piccolo, magari come quello del portiere di notte di un pessimo albergo lordo e frequentato per fugaci incontri “romantici”. L’accostamento non è che sia del tutto fantasioso ma dovuto a particolari accostamenti che si possono fare in tutti i luoghi dove il potere fa più ribrezzo dell’inettitudine. Immagino che il beota e il superiore entrino a Torrette a dire che il reparto cardiochirurgico deve essere trasferito a Civitanova di fianco a quello di medicina nucleare. Sarebbero di sicuro sottoposti ad angiografia cerebrale per dare una bella ramazzata e poi per non saper né leggere e né scrivere, depositarli in appositi ricevitori.
Tu sei buono e ti tirano le pietre
Sei cattivo e ti tirano le pietre
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai
Tu sempre pietre in faccia prenderai
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va
E pietre prenderai senza pietà
E sarà così
Finché vivrai
E sarà così
Se lavori ti tirano le pietre
Non fai niente e ti tirano le pietre
E il giorno che vorrai difenderti, vedrai
Che solo pietre in faccia prenderai
Se sei bianco ti tirano le pietre
Se sei nero ti tirano le pietre
Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va
E pietre prenderai senza pietà
E sarà così
Finché vivrai
E sarà così