L’ingegner Corrado Perugini (primo a sinistra) e l’architetto David Raponi (primo a destra) durante una recente conferenza stampa alla Simonetti sul progetto del centro commerciale di Piediripa
In attesa che prima o poi la vicenda del centro commerciale a Piediripa proposto dalla Simonetti trovi lo sbocco del confronto in maggioranza ed infine in Consiglio comunale, ad intervenire sono i tecnici che hanno firmato l’eleborato: nel particolare si tratta dell’architetto David Raponi e dell’ingegnere Corrado Perugini che contestano alcune delle affermazioni fatte da chi ha esposto contrarietà al piano. «In questo periodo sono usciti articoli molto critici, è naturale che iniziative di questo tipo non raccolgano il favore di tutti, molta nuova architettura esprime opinioni spesso contrastanti ma abbiamo trovato affermazioni che riteniamo non veritiere come la “mancanza di interesse pubblico”, “il progetto non è sostenibile sul piano ambientale e di mobilità”, “il consumo di suolo e dunque la ridotta capacità del territorio di adeguarsi agli effetti dei cambiamenti climatici”, “mega strutture in cemento armato”».
Il progetto del centro commerciale a Piediripa
Le questioni della sostenibilità ambientale e della mobilità. «I numerosi studi – scrivono Raponi e Perugini – effettuati (valutazione ambientale, permeabilità e biomassa, botanica e progetto del verde, verifiche idrauliche, analisi degli impatti atmosferici) dimostrano la massima sensibilità ambientale del progetto nel suo complesso, grazie all’introduzione di soluzioni migliorative della condizione attuale, peraltro riconosciute dai pareri favorevoli rilasciati dagli enti chiamati per legge ad esprimersi.
Corrado Perugini
Sostenibilità che ritroviamo anche nel miglioramento della viabilità esistente, determinato in modo rigoroso dai prolungati studi sul traffico attuale e indotto, i quali hanno prodotto soluzioni mirate alla riduzione degli accumuli (le cosiddette “code”) a favore della continuità dei flussi veicolari. Sono gli accumuli, infatti, la prima causa di inquinamento poiché è noto che ai bassi regimi le auto inquinano molto di più, e per quanto controintuitivo anche le auto elettriche inquinano di più in condizioni di accumulo, soprattutto per la produzione di particolato da parte del sistema frenante». Il tema dell’interesse pubblico: «Il consumo di suolo è il fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. L’area in questione invece è edificabile da molti anni ed ha una destinazione commerciale riconosciuta: il progetto del centro non è altro che una variante ad un precedente piano attuativo di strutture commerciali».
Il format commerciale e le ricadute occupazionali: «A parte che se c’è nuova occupazione, nel rispetto delle regole di legge, non si capisce perché non dovrebbe essere la benvenuta, ma nel particolare al format commerciale esso è semplicemente frutto del libero mercato, non pensiamo ci sia molto da aggiungere, se non che è un diritto riconosciuto a partire dal lontano 1961 con la Carta Sociale Europea di Torino, per quanto recepito formalmente dall’Italia solo nel 1999. Tornando al nostro argomento principale: cosa possiamo intendere per interesse pubblico quando ci troviamo di fronte ad una qualsiasi trasformazione del territorio? A nostro parere è la capacità dell’intervento di incidere in modo significativo sulla qualità della vita della collettività, consentendo a chiunque di accedere liberamente e senza filtri a un insieme di servizi e attività di qualità prima inesistenti.
David Raponi
A questo proposito invitiamo chi lo vorrà a ricercare nel proprio dispositivo preferito (telefonino, computer, tablet) l’immagine aerea della zona di progetto di Piediripa attraverso gli strumenti gratuiti disponibili in rete (bing mappe, google maps, google earth o altri) così come rappresentata anche in una delle immagini qui accanto. Ecco, come può non avere un interesse pubblico un progetto che si inserisce come grande filtro ambientale e visuale tra la residenza e le aree produttive, mutando completamente il paesaggio urbano della frazione in senso naturalistico e introducendo negli spazi aperti del costruito aree pubbliche per il piacere della vita all’aria aperta. Elementi strutturali che assicureranno alla frazione di Piediripa una riconoscibilità mai avuta prima».
La riqualificazione di Pieridipa: « Il nuovo centro è parte di un progetto più ampio di qualificazione e generazione urbana che vede proprio nella frazione di Piediripa il suo primo riferimento. Sul piano delle superfici, tanto per fornire dei riferimenti dimensionali, il masterplan interessa circa 135.000 metri quadrati. Di questa superficie complessiva ne sono previsti edificati meno del 20% (26.500 su due/tre livelli), con un’area di sedime, per la presenza dei piani rialzati, minore di 24.000 mq. Dell’area restante 62.000 mq costituiscono un parco urbano suddiviso in tre settori congiunti: il parco urbano propriamente detto di 34.000 mq (verde attrezzato, percorsi didattici, aule verdi, aree boscate, spazi gioco e così via), un’area sportiva polifunzionale con campo di calcio, spogliatoi, campi polivalenti, parcheggi, di 23.500 mq, ed infine un’area di 4.500 mq destinata alla piazza di quartiere, con parcheggio dedicato, aree verdi, arredo urbano e un piccolo chiosco a servizio della piazza.
L’imprenditore Alberto Simonetti
La restante superficie scoperta del masterplan, adiacente il centro commerciale e di circa 50.000 mq, è destinata ad accogliere percorsi pedonali e sistemazioni verdi oltre che ulteriori aree di sosta a raso. Questi ultimi parcheggi sono configurati con il principio di interscambio, al fine di incentivare la sosta delle auto e la sostituzione della mobilità veicolare mediante un servizio ecologico di navette (anche on demand) da e per il centro storico di Macerata. Poter lasciare la propria autovettura per poi raggiungere il centro della città o, viceversa, raggiungere Piediripa dal centro storico con mezzi alternativi, rappresenta senz’altro un contributo alla riduzione del carico da inquinamento e allo stesso modo, favorire il decongestionamento del sistema di sosta in centro. Ciò che sembra emergere dunque dalla discussione “centro si, centro no” è più la radicata avversione all’operare per il nuovo, il sentimento dominante di contrasto aprioristico verso ogni forma di azione e iniziativa. Atteggiamento che per primo nuoce alla comunità».
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Se si parlasse di un impianto sportivo all’avanguardia (tipo una piscina ) allora sarebbero discorsi abbastanza condivisibili, ma di centri commerciali ce ne sono già due nel raggio di tre chilometri e non vedo il bisogno di farne un altro. Il discorso di migliorare la viabilità è ridicolo perché si può migliorare senza dover costruire niente.
Ma non si capisce che ne guadagna il territorio ??? i Maceratesi invece di portare i soldi a Civitanova al Cuore Adriatico li porta lì al nuovo Centro Commerciabile appetibile con nuovi marchi prestigiosi e li lascia a Macerata, punto.
Ma quale centro commerciale si cominci a pagare di più i lavoratori qui tra chiusure di aziende e cassa integrazione dove vogliamo andare? Per chi forse non lo sa i nostri politici non sanno che pesci pigliare tanto è compromessa la situazione economica.
Era meglio che il centro commerciale lo progettava ENZO PIANO.
Ne abbiamo visti decine di rendering in questa città, che poi sono diventati “non luoghi” distruttivi per la qualità della vita dei cittadini. Quali? pensate solo a Piazza Pizzarello, massacrata per sempre, sulla quale i rendering favoleggiavano…Via Trento che sembrava un giardino fiorito… Valleverde su cui si favoleggiavano 30 e più insediamenti e tanto verde (ora pista di formula uno illuminata a giorno)… Neapolis sulla lunga di Villa Potenza.
In una zona che entro pochi anni subirà senza dubbio alluvioni è assurdo pensare di cementificare il terreno diminuendo il drenaggio. https://www.innaturale.com/cementificazione-del-suolo-che-cosa-e-e-quali-rischi-comporta
Di fronte alla prevista “grande fame e grande sete” non saranno i centri commerciali a salvarci con il loro cemento. CorridoMnia ha ammazzato il capoluogo di Corridonia e favorito la zona industriale di Corridonia. Ho saputo un mese fa che non fu fatto lo svincolo a San Claudio, con ponte sul Chienti, che avrebbe dato vita alla sonnolenta zona Damen e chiesa rurale di San Claudio al Chienti e alla nascente area industriale per non sfavorire Piediripa. Adesso si fa uno splendente nuovo centro commerciale che cannibalizzerà i due centri commerciali esistenti, come aveva fatto precedentemente CorridoMnia col Cityper. Non ci guadagnerà l’occupazione. Ci guadagnerà solo chi vuole investire denaro. Favorendo nel contempo l’edilizia residenziale, le nuove scuole e i nuovi servizi. Con l’ulteriore decadimento e morte di Macerata e di Corridonia. E qui mi taccio.
La pacca è sempre più imbarazzante e ridicola…
Non è che se ci metti ingegneri/architetti a spiegare stà roba, cambia qualcosa…..
Un valore aggiunto storico-turistico di enorme portata entrerebbe in gioco se un nuovo centro commerciale che sorge in aquisgranica terra fosse battezzato “Centro commerciale Sacro Romano Impero Carolingio”, vi avverto però che se questa mia ennesima geniale idea dovesse essere adottata e dovesse poi avere un successo tale che per esempio anche tutti gli avversi storici mainstream non resistendo al fascino dell’imperiale struttura vi accorressero in preda ad una frenetica voglia di shopping ecco che allora io pretenderei una cospicua percentuale sugli incassi.
Il commento di Bartoloni è talmente assurdo che chiarisce perché abbiamo degli amministratori così incapaci. I negozi sono praticamente gli stessi il supermercato idem, perché mai residenti di Macerata devono arrivare fino a civitanova per fare la spesa lo sa’solo lui.
Macerata per me può anche sparire direttamente non ne risentirebbe molto il resto d’Italia
Celentano…mettici tu una pezza per favore….dije a Bartolò ( a proposito sarai mica parente di quello che aveva la fornace di laterizi…nell’attuale via Lorenzoni??.perchè allora si spiegherebbe tutto) come t’hanno conciato la via Gluck,,,,,,
Ogni scarrafone è bell’a mamma soja.
Probabile che sia già tutto deciso e questa sia solo bagarre per tacchini. Se il progetto non è del tutto definitivo si potrebbe prevedere un eliporto e un piccolo hangar per qualche aereo. Non dimentichiamo i che le moltitudini useranno qualsiasi mezzo venire a fare acquisti in questo splendido markeplace reale.
Qualcuno si ricorda quando, qualche anno fa, il PD all’epoca alla guida della città con Carancini, sosteneva a spada tratta la collocazione dell’Oasi lungo via Mattei (scelta assurda) e una delle motivazioni più sbandierate per giustificare tale assurdità era l’orto urbano circostante promesso dai progettisti, dove i cittadini avrebbero potuto fare belle e profumate passeggiate ecologiche? Qualcuno l’ha mai visto questo mitico orto urbano?
Giuseppe Bommarito non sia contro il progresso, gentilmente, si tenga le sue verità storiche dentro al cassetto; ho saputo che sarà direttamente coinvolto Elon Musk per costruire sopra il nuovo retail-park una base di lancio per suoi viaggi nell’universo.
Macerata di trasformerà in un raggio missile con circuiti da mille valvole.
Lo sa benissimo avvocato che il Comune non avrà scelta , lo sa nevvero???
Nelle aree boscate potrete andar per funghi e frutti di bosco che arricchiranno le carolinge mense.