De Andrè rivive allo Sferisterio,
il tributo della Pfm
è da standing ovation

MACERATA - Sono passati 45 anni dall'incontro che ha dato vita ad uno dei capitoli più interessanti della storia musicale italiana. La band, capitanata dal sempreverde Franz di Cioccio, ritorna a proporre quei pezzi splendidamente arrangiati per rendere onore all'immenso Faber

- caricamento letture

IMG-20240904-WA0103-650x433

di Marco Ribechi (foto Massimo Zanconi)

La Premiata Forneria Marconi canta Fabrizio de Andrè, pienone, standing ovation e applausi a non finire. Nella notte dello Sferisterio di Macerata è andato in scena il tributo ad uno dei capitoli più interessanti della musica italiana.

IMG-20240904-WA0085-325x217

Franz Di Cioccio

Sono passati ormai 45 anni dal doppio volume che nel 1979 ha visto incrociarsi le strade di due vere e proprie colonne musicali: da un lato probabilmente il più grande cantautore italiano, all’epoca in una profonda crisi creativa e personale, dall’altro la band prog più acclamata a livello internazionale autrice di quella che veniva definita musica immaginifica perché in grado di far volare gli ascoltatori verso luoghi fantastici. L’incontro fu prolifico e salvifico e consegnò all’Italia un’opera unica, capace di incontrare sia il gusto di coloro che adoravano il rock sia i fan dei parolieri.

 

IMG-20240904-WA0071-325x217Oggi, a quasi mezzo secolo di distanza, l’attuale formazione della Pfm capitanata dal sempreverde Franz di Cioccio ritorna a proporre quei pezzi splendidamente arrangiati per rendere onore all’immenso Faber, di cui si sente una tremenda mancanza sia artistica che culturale.
I pezzi presentati allo Sferisterio sono arcinoti considerando che sono stati tutti suonatissimi già all’epoca attraverso una lunghissima tournée. Alla voce Di Cioccio fa inevitabilmente rimpiangere il timbro caldo e avvolgente di Fabrizio ma questo conta poco: il valore del concerto non è nell’imitare alla perfezione quello che è già stato ma, piuttosto, nel riconsegnare al pubblico una versione di De Andrè originale, autentica, nonostante l’assenza del protagonista principale. Autentica perché la Pfm è l’autrice delle musiche e quindi nessuno meglio della Forneria può ancora offrire alla platea quei capolavori.
IMG-20240904-WA0092-325x217L’apertura vede subito la presentazione di due dei pezzi più noti e attesi: Bocca di Rosa, primo brano anche del cofanetto del ’79, e la Guerra di Piero che sviluppa il tema della diserzione dei conflitti armati che invece anche oggi coinvolgono sempre più vittime innocenti. Seguono Andrea, la grottesca Un giudice, Rimini e Giugno ’73, tutte applauditissime. Con i quattro brani successivi però si passa dalla musica alla letteratura. Infatti si entra ne La buona novella ovvero l’album più incisivo dell’intera carriera di De Andrè dedicato al Cristo uomo, non divinità ma fatto di carne. Un viaggio nei vangeli apocrifi per recuperare una dimensione religiosa che non ha bisogno di officianti e chiese ma solo di amore, capace persino di convertire il ladrone sul punto di morte. L’infanzia di Maria, Il sogno di Maria, Maria nella bottega del falegname e Il testamento di Tito sono i quattro capolavori che la Pfm aveva riarrangiato musicalmente riuscendo nell’ardua impresa di non togliere spazio ai testi profondissimi.
IMG-20240904-WA0111-325x217Dopo questa scossa che ormai da circa 50 anni contribuisce alla consapevolezza di molti italiani, si ritorna nel clima festivo con Zirichiltaggia, Volta la carta e la Canzone di Marinella in cui la voce è l’originale di De Andrè, recuperata da una registrazione. C’è tempo per Il Pescatore prima di entrare nel brano più lungo e criptico, il pezzo preferito da De Andrè nell’intera produzione: Amico Fragile. È qui che il sound Pfm emerge più vivido poiché le tempistiche dilatate permettono lo sviluppo di suite prog a metà tra il sogno e l’incubo. Ci sarebbero altri pezzi del passato, soprattutto sono mancati quelli del Volume II ma tanto è, i concerti devono anche avere una conclusione.

IMG-20240904-WA0112-325x217Non per il pubblico maceratese che, contrariamente alla cattiva abitudine di alzarsi prima dei saluti, spesso vista in arena, decide di reclamare a gran voce, per alcuni minuti, i bis. La band riesce e al primo accordo fa ricordare che su quel palco c’è la Pfm. L’attacco è il celeberrimo È Festa o Celebration che dir si voglia, seguita a ruota da Impressione di Settembre, i due pezzi iconici della band che riaccendono il pubblico ormai in piedi per i saluti finali.
Di Cioccio con le consuete bacchette infilate nei jeans fa capire che il tempo è scaduto e il tutto si chiude tra i sorrisi e i viva finali. Un vero e proprio tributo fatto solamente di musica, pochissimi intermezzi, nessuna frase inutile, la notte è stata dominata dalla parola e dalla musica, due elementi portati ai massimi livelli 45 anni fa come oggi.

IMG-20240904-WA0102-650x433

IMG-20240904-WA0101-650x433

IMG-20240904-WA0099-650x433

IMG-20240904-WA0097-650x433

IMG-20240904-WA0098-650x433

IMG-20240904-WA0095-650x433

IMG-20240904-WA0096-650x433

IMG-20240904-WA0091-650x433

 

IMG-20240904-WA0089-650x433

IMG-20240904-WA0088-650x433

IMG-20240904-WA0087-650x433

IMG-20240904-WA0086-650x433

IMG-20240904-WA0084-650x433

IMG-20240904-WA0085-650x433

IMG-20240904-WA0083-650x433

IMG-20240904-WA0074-650x433

IMG-20240904-WA0075-650x433

IMG-20240904-WA0076-650x433

IMG-20240904-WA0079-650x433

IMG-20240904-WA0080-650x433

IMG-20240904-WA0123-650x433

IMG-20240904-WA0121-650x433

 

Articoli correlati

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X