Il sovrintendente Flavio Cavalli, Marcos Morau, Cinzia Maroni e Valeria Crippa
di Marco Ribechi
Attesa per la Notte Morricone sold out, gli Aperitivi Culturali anticipano lo spettacolo dello Sferisterio. È stato dedicato interamente al grande compositore romano, scomparso circa quattro anni fa, l’appuntamento mattutino agli Antichi Forni. Ospiti il regista e coreografo Marcos Morau, la giornalista Valeria Crippa, e i ballerini Giovanni Leone e Leonardo Farina, due degli interpreti principali della notte di danza.
Lo spettacolo è una delle eccellenze del Macerata Opera Festival poiché è stato realizzato con la collaborazione della Fondazione Nazionale della Danza Arteroballetto e rappresenta il debutto della tournée che toccherà varie città italiane e non solo. Uno spettacolo che, come detto nell’introduzione anche dal direttore artistico Paolo Gavazzeni, vuole ritrarre anche la difficoltà e la sofferenza dell’atto creativo di un uomo simbolo della cultura pop elevata.
«Sono nato in un’epoca in cui mio padre e mio nonno ascoltavano moltissimo la musica di Ennio Morricone – spiega Morau – grazie alle colonne sonore dei film molto celebri ma non solo. Era tanto tempo che volevo fare uno spettacolo dedicato a Morricone, portare la sua musica fuori dal cinema, nei teatri. Ciò che mi interessava era il processo creativo, ho immaginato Ennio alla sera mentre scriveva e realizzava con difficoltà i suoi pezzi».
Il titolo che contiene la parola “notte” vuole appunto essere il limite tra la solitudine, il buio dell’artista e l’ispirazione, la creazione. «Per me nella notte è tutto possibile, sai come inizia ma non sai come si conclude – spiega il regista – ed è quindi il momento ideale per raccontare Ennio. Questo è il Morricone di cui volevo parlare, tutta la famiglia che riposa e lui lavorando, la musica occupa il silenzio del mondo perché ancora la deve creare. La notte è uno spazio mentale, corporale e relazionale».
Uno spettacolo che ha richiesto circa un anno di produzione con uno degli artisti, Morau, che più riesce a riassumere una visione dell’arte, del mondo che attraversiamo dentro una profonda umanità. Non solo belle musiche ma anche fantasmi, incubi, paure e una visione quasi infantile della bellezza e dello stare al mondo, il tutto condensato in un attesissimo evento di danza contemporanea.
«L’emozione è il motore della mia creazione – spiega Morau – bisogna poi fare attenzione perché l’emozione porta anche allo sfinimento, che a sua volta porta alla creatività, è come un circolo. Questa compagnia è di primissimo livello, inoltre in Italia mi sento come a casa, siamo fratelli. Per me è stato un viaggio bellissimo che oggi finalmente vedrà la sua prima messa in scena».
Un’esperienza lavorativa davvero preziosa per tutti i professionisti coinvolti, concordi nel dire che la realizzazione delle idee iniziali è stata una delle lezioni più interessanti ricevute dalla preparazione dello spettacolo attraverso un linguaggio chiaro, accurato e specifico.
L’incontro si è concluso con il consueto aperitivo questa volta offerto da Il Villino di Treia che per l’occasione ha preparato pietanze a tema spagnolo. Domani sarà la volta dell’atteso Alberto Batisti con “La bohème”: un congedo dall’Ottocento e dalla giovinezza.
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