Il palazzetto di Civitanova
di Laura Boccanera
«La polemica scatenata da Albino Massaccesi è incomprensibile, dica con chiarezza con chi ce l’ha. Dire che Civitanova ha la puzza sotto il naso significa non aver capito nulla di questa città».
Giulio Silenzi con Fabio Giulianelli durante i festeggiamenti di uno Scudetto vinto dalla Lube
Giulio Silenzi, ex vicesindaco e artefice con l’amministrazione Corvatta dell’operazione palas e dell’arrivo a Civitanova della Lube Volley nel 2014, è stupito e amareggiato dalle considerazioni che il vicepresidente della Lube ha esternato nel corso di una conferenza stampa (leggi l’articolo), tratteggiando una città indifferente rispetto ai successi ottenuti dalla squadra in questi anni. Parole che hanno avuto come reazione l’affissione di un manifesto da parte dei tifosi rossoblu della Civitanovese calcio (leggi l’articolo).
Da parte di chi si aspettava una reazione?
«Pensavo che di fronte a bordate così pesanti di Giulianelli e Massaccesi il sindaco sentisse il dovere di rispondere e invece ancora una volta la sua pavidità nei confronti di questioni spinose è evidente, ma forse non è nelle condizioni di poter replicare alla Lube».
A chi erano dirette le accuse di Massaccesi secondo lei?
«Non lo so, non l’ho capito e secondo me è bene che lo chiarisca in maniera esplicita. Se ce l’ha con l’amministrazione comunale lo dica, altrimenti si rischia di sparare nel mucchio e così offende tutti, dai tifosi civitanovesi della Lube all’intera città. Una polemica di questo tipo non è accettabile. Dire che Civitanova ha la puzza sotto il naso significa non aver capito nulla di questa città. La puzza sotto il naso forse appartiene ad altri. La Lube è stata accolta con entusiasmo a Civitanova, non è mai mancato il sostegno alla squadra e le frasi dette sono gravi».
Albino Massaccesi
I vertici Lube hanno sottolineato di essersi sentiti ospiti nonostante la società qui abbia fatto investimenti e portato il nome di Civitanova a livello nazionale e internazionale con il volley. Qui i suoi giocatori hanno fatto investimenti e molti si sono radicati però, secondo Massaccesi, la città non ha mai vissuto la squadra come una realtà autoctona. Non si trova d’accordo con questa lettura?
«Ma sentirsi ospiti è una condizione normale nella vita, occorre relazionarsi con la comunità. E su questo credo che sia necessario allora ricordare alla Lube alcuni fatti che ho vissuto da vicino e in prima persona prima come presidente della provincia di Macerata e poi come vicesindaco di Civitanova. Ai tempi in cui ero presidente della Provincia fu firmato un accordo di programma con la società che voleva realizzare il palazzetto a Treia in un’area di sua proprietà. Alla fine la Provincia fece le infrastrutture per investimenti in opere pubbliche da centinaia di migliaia di euro, strade e rotatorie come previsto dall’accordo di programma sottoscritto dalle parti e deliberato mentre alla fine la Lube venne meno agli accordi e non realizzò il suo Palas. Ecco quella era l’occasione per non sentirsi ospiti. La Lube vinceva già moltissimo ma girava fra vari palazzetti e non aveva una sua “casa” adeguata al livello internazionale raggiunto. Dapprima il palas doveva essere fatto a Macerata, ma non c’era l’accordo con l’amministrazione dell’epoca, poi avevo proposto Trodica in un terreno idoneo di proprietà del Comune per la posizione baricentrica ma da quella proposta dopo una prima apertura, anche perché potevano esserci i fondi necessari, non trovò il favore per la miopia campanilistica di Macerata, di Civitanova e infine della Lube stessa. E poi anche a Treia non se ne fece nulla».
L’Eurosuole Forum di Civitanova
Poi però fu lei a portarla a Civitanova..
«Da vicesindaco colsi insieme a Corvatta un’opportunità. C’era la possibilità di far terminare i lavori al Cuore Adriatico che rischiava di rimanere una cattedrale nel deserto. Abbiamo colto la possibilità straordinaria di realizzare un palazzetto in soli due mesi, uno dei migliori attualmente esistenti in Italia Per quell’operazione Ciarapica, Morresi e altri ci denunciarono in tre procure (Macerata, L’Aquila, Ancona ndr) e i giudici ci hanno prosciolto da ogni accusa. Mentre per una delibera che riguardava un appalto sempre riferito alla vicenda “Civitas Cuore Adriatico” dell’allora giunta comunale Mobili, Ciarapica e gli altri indagati tra cui Morresi si avvalsero della facoltà di non rispondere per usufruire della prescrizione e credo che questi fatti quando si parla del Palas vadano ricordati e tenuti ben presenti. Abbiamo realizzato un palas e oggi è francamente insopportabile sentir dire che la proprietà non è del Comune, perché è il Comune il proprietario della struttura. Fu affidato in concessione dopo l’edificazione con un contratto di costruzione e gestione, come previsto dal codice degli appalti, alla società che lo aveva realizzato e in seguito è stato concesso alla Lube, ma la proprietà rimane del Comune, anzi ricordo che nella convenzione originaria c’erano anche dai 10 ai 20 giorni in cui il Comune ne poteva disporre per eventi e concerti. E ricordo in particolare un evento con Enrico Brignano e oltre 3mila spettatori. Ciarapica in sette anni invece non l’ha mai usato, ma più che organizzare Miss Marche e qualche sagra non sa fare».
L’allora sindaco Tommaso Corvatta, e Giulio Silenzi al palas durante una vittoria della Lube
Massaccesi parla però anche di aspetti economici, sottolinea che il palas non è gratis e che ha anche problemi strutturali.
«Quella dei problemi strutturali non è vera, abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti per vedere il documento che accerta l’esistenza di un problema strutturale e dal Comune ci è stato risposto che non ci sono problemi strutturali, ma esigenze di manutenzione particolari perché il tetto è in legno, è una struttura viva e necessita di una manutenzione particolare, ma sono due cose profondamente diverse. Sulla questione economica il Comune dà un contributo per coprire le spese di 70mila euro. Con questo contributo e con quello dello sponsor si è coperta la rata di mutuo dove il Comune ha concesso una fideiussione a garanzia dello stesso. È proprio vero che l’ingratitudine non conosce confini».
Tifosi della Civitanovese espongono uno striscione contro la Lube
Giunti stregato dal progetto Lube calcio: «Qualcosa di mai visto prima» (Foto)
Sarebbe bastato concedere l'area del Foro Boario a Villa Potenza all'imprenditore che ci avrebbe costruito un centro commerciale ed uno sportivo a proprie spese, ma andò diversamente. A sputà per aria
Ok. Iniziate a distruggere tutto tanto siete abituati a questo.... Poi al palazzo tre metri d'erba facciamo un bel murales....... Fuori un bel parcheggio per caravan (2). E via..... Pensate a lo pallò che non se sa nemmeno che fine farà..
Michele Mucci che non avrebbe cambiato nulla sul discorso che hanno tirato fuori "sia a Macerata che a Civitanova ci siamo sentiti ospiti".... sarà che si sono accorti dello sbaglio che hanno fatto,non avendo riscontrato minimamente l entusiasmo che c'era qui , soprattutto nei play off,e quindi stanno cercando di venirne fuori buttando fango (x non dire altro)su tutto e tutti..?
Michele Sopranzi Magari, ad un certo punto, si sarebbe arrivati comunque ad una situazione come questa ma sarebbe comunque rimasta una struttura che poteva essere utilizzata, ad es., da Pallavolo Macerata ed HR. Sicuramente il giocattolo si è rotto o, comunque, attira molto meno interesse rispetto a prima ma, purtroppo, questa situazione la sta vivendo anche l'attuale Macerata pallavolistica (vedi le dichiarazioni di Tittarelli di qualche settimana fa). All'epoca qualcuno non volle valorizzare la vallata del Potenza e penso si perse una buona occasione peccato
Michele, questi volevano la botte piena e la moglie ubriaca. Patetici. Unico risultato ottenuto da Albino sarà il tracollo degli abbonamenti, grossa cavolata!
Ettore Amici Mai negato che le colpe fossero da dividere tra più soggetti. Ma con la proposta del privato ne avrebbero giovato tutti: città, società sportive (all'epoca la Lube, oggi Pallavolo Macerata e HR che praticamente avrebbe giocato a casa) e tutto l'introito. Non se ne fece niente, anzi peccato
Il palazzetto a Villa Potenza sarebbe stata la soluzione migliore x tutti, ma il caro sindaco di allora non lo capì...
Stefano, non capisco perché un'azienda come la lube non possa permettersi un palazzetto di proprietà sul proprio territorio, a pensar male
Silenzi, ogni volta che parla spreca un'occasione per tacere
Non fa una piega. Ben detto!
Bravo Giulio!!!
Gianluca Fabiani mi aspetto un tuo commento entro sera!;) ci tengo!!!!
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almeno a civitanova qualche politico difende la citta’qui nessuno si è azzardato a dire qualcosa
Michele Micucci lei ha ragione al 110% ma sa la politica ragiona diversamente comunque secondo il mio modesto parere la Lube volley a Civitanova Marche non ci doveva andare poi ognuno la pensi come vuole.
Uno di palazzetti migliori d’Italia? Ma se ci piove dentro. Diciamo che Silenzi è esperto di cattedrali nel deserto ( vedi bocciofila di monte San giusto)
La Ditta Lube stà cambiando veicolo pubblicitario, oramai il volley è stato sfruttato e spolpato ed ora i costi di gestione sono troppo onerosi per mantenersi nelle alte sfere, è il momento di vivere di rendita, ed anche il settore giovanile nel calcio può essere un trampolino di lancio. Ora i palasport sono passati di moda, per un prossimo futuro forse avranno bisogno di un mega stadio. Chissà, mai dire mai…..
La verità o la realtà dei fatti prima o poi emergono nella loro disarmante chiarezza, sconfessando gli ipocriti.
Ancora si ripete, con un livello di pateticità che sprofonda sempre più in basso e nel ridicolo, la solita querelle sulla/della Lube.
Perché un conto è pagare l’affitto di un palazzetto, altro conto (economicamente più “pesante”) è realizzarlo e gestirlo.
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Perché, almeno da quello che si era sempre letto sui giornali, un “nuovo”, fantascientifico, moderno, funzionale e valido per gli incontri internazionali di Coppa “palazzetto a Treia” (per 5/6 MILA persone, come si leggeva sui quotidiani) sarebbe dovuto costare QUALCHE milione di euro, più gli oneri di gestione annuale…
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Ma sapevamo tutti (con la viabilità verso Treia che è quello che è….. e, soprattutto, il “particolarismo” che caratterizza tutte le nostre città) che una mega struttura, a Treia, sarebbe restata/usata per/solo i treiesi… non per i maceratesi, i civitanovesi o i marchigiani
E solo i treiesi difficilmente avrebbero sempre riempito un palazzetto da 5.000/6.000 posti per tutta la stagione, anche quando la squadra NON brillava
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Quindi meglio, molto meglio, pagare solo l’affitto (a Macerata o Civitanova) piuttosto che sobbarcarsi i costi (MILIONARI, almeno da quello che erano le notizie di stampa) di un palazzetto + i costi di gestione..
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Perché i “conti della serva” sono presto fatti: fantascientifico, moderno, internazionale Palazzetto nuovo + costi di gestione per 10 anni fa circa 6/7 milioni di euro a Treia…
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Ma (a Macerata o Civitanova o Pesaro o Rimini o Milano) per 10 ANNI costi di gestione per circa 2 milioni di euro: e chi sarebbe quell’imprenditore che sarebbe così poco imprenditore da buttare circa 4/5 milioni di ero dalla finestra????
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Perché un Palazzetto, come dio comanda, da 5.000/6.000 persone può reggere se ha almeno un bacino di utenza di 40.000/50.000 persone, non certo se ha un bacino di utenza di 6.000/7.000 persone…
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Quindi finiamola con questa ridicola querelle, già vista prima a Macerata, ed ora riproposta a Civitanova
In questa diatriba le città non c’ entrano nulla, sono i rapporti tra i due poteri che creano grandi confusioni.
Si sa che industriali e politici debbono collaborare per il bene delle città, come è vero che gli industriali, i più, pensano ai loro profitti e collaborano con la politica se c’è il riscontro sotto varie forme..La politica ha bisogno di questi rapporti senza sarebbe quasi inesistente.
Leggendo la denuncia di Giulianelli non sono sorpresa, sicuramente Silenzi faceva meglio a stare zitto.
Il cittadino per non colpevolizzare nessuno deve poter vedere i contratti, ci sono penso, come si dice ” carta canta” non penso che tutto sia sulla parola.
Non rovinate i successivi che ci sono stati, così cresce una tifoseria malsana, dimostrate serietà, se ci sono stati errori di comunicazione non costa nulla chiedere scusa.