«TdC, la grande illusione»
I numeri di un successo
che non convincono il Pd

CIVITANOVA - I dem accusano: «Mancano trasparenza e visione culturale, solo fumo negli occhi e propaganda, ad oggi non c'è il bilancio di previsione approvato e neanche il programma della stagione estiva»

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Lidia Iezzi e Francesco Micucci

«Azienda Teatri, che propaganda, numeri che danno solo un’illusione ottica di successo». I consiglieri comunali del Pd Lidia Iezzi, Yuri Rosati e Francesco Micucci commentano il recente bilancio stilato dalla presidente dei TdC Maria Luce Centioni che nei giorni scorsi ha fornito i numeri degli spettatori della stagione di spettacoli 2023/2024.

Un bilancio che secondo l’opposizione consiliare è puro fumo negli occhi dal momento che manca ad oggi ancora il bilancio di previsione: «Siamo arrivati a fine giugno e il consiglio comunale non ha ancora approvato il bilancio di previsione che l’azienda ha presentato in comune solo pochi giorni fa, dopo sei mesi e a stagione estiva persino avviata. Manca la previsione dei conti e delle spese e, ancora più grave, manca il programma delle attività estive. Siamo gli unici tra tutti i comuni a vocazione turistica a non averlo ancora presentato. Parlare di 20.000 presenze per 46 serate non dice niente perché non sono riferite ai singoli eventi e agli spazi utilizzati. Serve solo a dare una illusione ottica di successo. Inoltre non si conosce il piano programma, atto fondamentale in cui vengono specificati progetti e relativi finanziamenti e nulla si sa di quante siano le sponsorizzazioni generali e dei vari eventi».

L’opposizione lamenta inoltre una mancanza di strategia con progetti demandati al privato: «Manca totalmente una visione culturale di cui il sindaco, che è assessore alla cultura e turismo, porta le colpe principali. L’Azienda Teatri gestisce annualmente 1.100.000 euro, somma che il comune gli assegna. Una cifra enorme con cui si dovrebbe realizzare una programmazione di qualità, con iniziative originali, capaci di connotare e contraddistinguere Civitanova che era riconosciuta come la città dei festival, ora smantellati solo perché avviati da un’amministrazione diversa: Futura Festival per settimane animava Civitanova Alta grazie anche alla presenza dei più importanti filosofi del mondo e Rive Festival che affrontava le questioni legate all’ambiente. Ora si spende un milione di euro per spettacoli scollegati i cui costi, spesso, sono spropositati. Per arrivare all’assurdo della scorsa estate, quando per tre serate al Varco a mare sono stati spesi 120.000 euro di soldi pubblici per spettacoli a pagamento, il cui biglietto arrivava a costare anche 50 euro (tra l’altro è stato negato il borderò delle serate di cui non si sanno incassi e omaggi.) Si preferisce affidarsi ad agenzie private che portano anche nomi di rilievo, ma costringono il pubblico a pagare biglietti salati e per di più senza nessuna proposta culturale, tranne rare eccezioni».

 

«Teatri, una stagione da sold out: 20mila spettatori per 46 spettacoli. E ora pronti per un’estate ricca di eventi»



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