di Mauro Giustozzi (foto Falcioni)
L’abbraccio di iscritti e simpatizzanti maceratesi ha sommerso Mara Carfagna, presidente di Azione, che da Roma è giunta direttamente in città per questo appuntamento di campagna elettorale a dimostrazione di come ci sia una grande attenzione del partito verso i nostri territori impegnati nelle votazioni per il Parlamento europeo ma pure per le amministrative con diversi comuni che vedono il partito fondato da Carlo Calenda presente con liste e candidati sindaci. Ad attendere l’arrivo della deputata Mara Carfagna il segretario provinciale di Azione Massimiliano Fraticelli che ha organizzato questo appuntamento e il segretario regionale Tommaso Fagioli.
Mara Carfagna con i candidati Germano Craia e Umberto Treia
E’ stata l’occasione per presentare i due candidati alle europee di Azione del territorio marchigiano: Germano Craia che è segretario provinciale di Fermo nonché imprenditore e l’ascolano Umberto Trenta, ex consigliere regionale. Non è voluta mancare anche la senatrice Luciana Sbarbati, già europarlamentare marchigiana per due legislature. «Siamo in piena campagna elettorale, per noi questo significa non fare promesse che non possiamo mantenere ma raccontare ai cittadini le cose che vogliamo fare e come le vogliamo fare – le prime parole di Mara Carfagna – presentando candidati di qualità, competenti, appassionati esperti sulle singole materie su cui l’Europa sarà chiamata a pronunciarsi nei prossimi cinque anni e devo dire che l’atmosfera che incontro anche qui oggi a Macerata è molto buona. C’è molto interesse, molto calore nei confronti della nostra squadra, dei candidati e nei confronti delle nostre idee che sono state messe nero su bianco in un programma presentato agli elettori: siamo stati i primi e quasi gli unici a farlo, un programma che vincolerà tutti coloro che saranno elettri al Parlamento europeo nelle liste di Azione».
Ma quali sono le linee guida con le quali Azione si muoverà con i propri eletti a Bruxelles nella prossima legislatura che uscirà fuori dal voto del prossimo 8 e 9 giugno? «Noi siamo da sempre europeisti convinti ma questo non ci impedisce di vedere le cose che in Europa vanno cambiate, che non hanno funzionato –ha sottolineato ancora la presidente Carfagna- Sappiamo bene qual è l’Europa che ci piace: ci piace un’Europa che nella pandemia è stata capace di fare debito comune finanziando un grande progetto di ricostruzione delle economie nazionali di cui l’Italia è stata peraltro una delle principali beneficiarie. Ci piace un’Europa che ha deciso di centralizzare l’acquisto dei vaccini per evitare che i Paesi più poveri e fragili restassero indietro, ci piace l’Europa che si è schierata subito al fianco dell’Ucraina e contro l’invasione russa a favore delle sanzioni alla Russia. Vogliamo continuare su questa strada, una maggiore integrazione europea in particolare sulla politica estera che deve essere comune così come sulla difesa, che si superi il diritto di veto di alcuni paesi che paralizzano decisioni importanti. Vogliamo un’Europa che decida, che conti nel mondo, che diventi una grande potenza industriale, economica per competere con Stati Uniti e Cina.
E ancora: «Non ci piace l’Europa che sul Medio oriente non è riuscita a prendere una posizione comune, l’Europa che per lottare contro i cambiamenti climatici, che sono reali e concreti, però rischia di mettere in ginocchio il nostro sistema economico e produttivo ed i nostri agricoltori. Non ci piace l’Europa del rigorismo sui conti, che stringe il cappio attorno a quei Paesi che sono più indebitati, non preoccupandosi di favorire percorsi di rientro dal deficit che siano sostenibili sia economicamente che socialmente. Quindi sappiamo quello che serve, un’Europa che sia una grande potenza ma sappiamo pure quello che deve essere corretto cioè l’Europa dei nazionalismi, delle piccole patrie e degli estremismi ideologici ambientalisti e rigoristi». Estrema soddisfazione per la partecipazione all’evento è stata espressa dai vertici locali di Azione.
«Sono particolarmente felice di ospitare per la prima volta a Macerata la presidente del nostro partito Mara Carfagna -ha detto Massimiliano Fraticelli– e mi reputo molto soddisfatto del lavoro che abbiamo portato avanti in questo ultimo periodo di campagna elettorale in cui siamo parecchio protagonisti nei territori dove molti comuni andranno al voto. Da Recanati dove siamo in campo con Francesco Fiordomo a Treia dove sosteniamo Franco Capponi, da Appignano dove c’è Mariano Calamita che è stato candidato alle ultime elezioni politiche a Potenza Picena dove abbiamo fatto l’unica scelta di appoggiare una candidata sindaca di centrodestra.
Un lavoro che stiamo portando avanti anche a Macerata dove siamo all’opposizione di questa giunta Parcaroli ma nello stesso tempo siamo equidistanti dal centrosinistra a forte trazione di una sinistra lontana dai nostri ideali. Vedremo anche in questo caso i futuri appuntamenti elettorali, scadenze che riguarderanno sia il comune di Macerata che la Regione, su come posizionarci. Nel capoluogo stiamo cercando di portare avanti l’obiettivo di un terzo polo di centro, che sia equidistante dalle due estreme di destra e di sinistra».
Prove tecniche di terzo polo «Pd vs i pianti di Parcaroli: scontro continuo che non porta nulla»
L'unione europea delle élite, altro che Europa
Sommersi dalla folla non riescono a farsi strada immane fatica delle forze dell'ordine per aprire un varco a chi,ancora cambierà poltrona per proprio tornaconto ,in compenso rappresenta uno dei ultimi politici convintamente onorate e preparato ,prendere per il culo chi lo vota per eleggerlo dove non andrà mai, non è impresa semplice ci vuole tutta la capacità di un Pariolino .
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In un sistema neoliberale il potere è semplicemente una battaglia tra poteri finanziari opachi con l’intermediazione dei loro burattini. Vale per la politica, vale per la magistratura.
Lo sa quella metà della popolazione che non va più a votare – non essendo rappresentata – , e lo sa anche quella che continua a farlo – sentendosi marginalmente rappresentata o, più spesso, sperando di esserlo in futuro. (Non lo sanno i lettori di Corriere e Repubblica, ma quelli credono anche che il mondo sia trainato da unicorni arcobaleno.)
Il sistema socioeconomico americano è un gigante militare e finanziario con le vene marce, un colossale cyborg con il cuore meccanico e il cervello in delirio. Lo è perché esprime in maniera piena, compiuta ed esemplare un modello in cui la sovranità appartiene alla proprietà, in cui ogni dollaro è un voto.
Questo è anche il sistema che ci viene insegnato ininterrottamente da trent’anni essere il glorioso modello cui tutti noi europei dovremmo aspirare. Verso questo modello ogni istituzione pubblica, dagli ospedali alle università, viene sospinta costantemente mettendo all’asta anime e competenze (chi porta denaro ha sempre ragione).
Siamo legati mani e piedi a questo gigante in decomposizione che ci porterà a fondo con sé.
E chiamiamo questo suicidio collettivo “realizzare i valori occidentali”. Andrea Zhok
Ancora la Carfagna? Certo che in Europa si sta’bene eh. Ho letto che in 5 anni si prendono 750000€ solo di stipendio più la buona uscita. Una figata e mettiamoci pure il fatto che per esempio quando c’era Salvini aveva il 77% di assenze e questo non incide minimamente sullo stipendio. Bisognerebbe rivalutare la Monarchia assoluta.
brava Mara.