«Tumori alla mammella,
sempre meno chemio
e più farmaci a bersaglio molecolare»

RECANATI - Nell'aula magna del Comune il convegno con al centro le neoplasie, che ormai sono sempre più raramente mortali per le donne grazie alle nuove terapie

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Paolo Decembrini, direttore dell’unità operativa di senologia dell’ospedale di Macerata

“Neoplasia della mammella, il traguardo all’orizzonte” è stato il tema della giornata di studio che si è svolta venerdì nell’aula magna del Comune di Recanati. Un evento dal duplice obiettivo che, come hanno sottolineato i responsabili scientifici Nicola Battelli, direttore dell’unità operativa di oncologia, e Paolo Decembrini, direttore dell’unità operativa di senologia dell’ospedale di Macerata, ha voluto da un lato fare il punto delle conoscenze di tutte le discipline coinvolte nella diagnosi e nel trattamento della neoplasia della mammella e al contempo offrire al cittadino, in un momento ad esso dedicato, la possibilità di incontrare gli esperti del settore creando un momento di conoscenza, confronto e condivisione.

«Oggi – ha detto il dottor Battelli – circa il 90% di tutte le donne con tumore alla mammella riesce a guarire completamente e questo grazie al lavoro che si fa nella prevenzione, ai nuovi trattamenti anche chirurgici, che sono sempre meno demolitivi e ovviamente anche ai grossissimi vantaggi che abbiamo con la terapia medica perché è cambiato un mondo per quello che riguarda l’oncologia. Prima esisteva solo la chemioterapia o poco di più, oggi la chemioterapia ha un piccolissimo spazio mentre sempre maggiori sono i trattamenti con i nuovi farmaci al bersaglio molecolare. Dobbiamo parlare di tumori della mammella, perché questi tumori sono molto diversi uno dall’altro e ognuno necessita di un trattamento specifico. Fondamentale è la prevenzione. Attualmente la platea a cui possiamo rivolgerci per lo screening mammografico vede donne di età compresa tra i 45 e i 75 anni e questo significa che riusciamo a controllarne molte più rispetto a quello che si riusciva a fare in passato. Questo ci permette di trovare tumori più piccoli come dimensioni e quindi più facilmente curabili e guaribili oltre che meglio gestibili anche dal punto di vista terapeutico dopo l’intervento. Non dobbiamo più avere paura della parola tumore che in passato si identificava con l’idea di morte perché oggi la percentuale di guarigione definitiva è molto alta e non parlo solo dei tumori della mammella. Ci sono pazienti che, anche con forme gravi di tumore del polmone o melanoma avanzato, riescono a guarire o comunque a vivere per molti anni».

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Nicola Battelli, direttore dell’unità operativa di oncologia dell’ospedale di Macerata

Per Decembrini, «una donna è guarita non solo quando non ha più la malattia ma quando può ricominciare a progettare un proprio futuro. Con l’evento di oggi, che vede a confronto vari specialisti, vogliamo aprire nuove strade mentali e soprattutto aumentare la velocità dell’interpretazione e quindi raggiungere più rapidamente quelli che sono dei protocolli, strade condivise che rendono più rapide e precise sia la diagnosi che la terapia. Oggi il tumore della mammella è una malattia risolvibile in tutti i sensi, anche quando arriva drammaticamente avanzata. In questi ultimi anni sono stati fatti tanti progressi sotto ogni punto di vista, anche per quanto riguarda l’approccio terapeutico. C’è una tecnica diversa, una metodologia diversa, un’integrazione diversa. Non è più la malattia che conoscevamo dieci anni fa, ora sappiamo come affrontarla».

“Dalla istologia ai fattori prognostico-predittivi” è stato il tema affrontato da Nicola Fusco del Dipartimento di oncologia dell’Università di Milano. «Oggi – ha detto Fusco – ci sono nuovissime opportunità terapeutiche e nuovi biomarcatori. In questo momento, la sinergia tra anatomopatologo e oncologo è quanto mai importante per riuscire a identificare le pazienti nella maniera più precisa possibile e offrire loro il miglior trattamento attualmente disponibile. La patologia mammaria è una malattia guaribile nelle fasi precoci».

Per Giancarlo Cordani, direttore sociosanitario Ast Macerata, appuntamenti come quello di ieri intendono sia formare che informare. «Abbiamo particolarmente a cuore questi aspetti soprattutto perché ci aiutano a meglio comunicare non soltanto tra professionisti della salute ma anche con la popolazione. Parliamo di patologie che attualmente, grazie alla medicina quando vengono prese in tempi utili, sono guaribili».



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