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«Acqua pubblica nel Maceratese,
lanciamo petizione popolare»

L'INIZIATIVA è del “Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune”. «Bisogna costituire in fretta un’unica società interamente pubblica di proprietà dei Comuni»

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acqua«Mantenere l’acqua pubblica nel Maceratese», lanciata una petizione online da parte del “Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune”. Secondo il coordinamento «nonostante tutti i sindaci continuino a dichiarare da tempo di voler mantenere l’acqua in mano pubblica molti di essi stanno agendo nei fatti in direzione contraria».  Per questo, dicono «come primo passo di una più ampia mobilitazione, in una recente assemblea è stato deciso di lanciare una petizione popolare che è possibile sottoscrivere online (qui il link) per far pressione sui Comuni con l’obiettivo di evitare che l’acqua del Maceratese venga messa sul mercato e la gestione del servizio idrico venga mandata a gara. C’è bisogno di costituire in fretta un’unica società interamente pubblica di proprietà dei Comuni dell’Ambito idonea all’affidamento diretto della gestione del servizio idrico integrato.

Invece la maggior parte dei sindaci non è disposta a fondere in un’unica società le strutture e i dipendenti con i quali attualmente gestiscono il servizio idrico». Il Coordinamento continua «La proposta di costituire una società fittizia per poi continuare a gestire l’acqua in modo frammentato, presentata dal sindaco di Macerata con l’appoggio dei suoi colleghi di Osimo, Recanati, Tolentino, San Severino ed altri, non è idonea per l’affidamento diretto del servizio ed è stata nei fatti bocciata sul nascere dalle autorità di vigilanza. Gli stessi sindaci vorrebbero persino mantenere nella gestione dell’acqua un’azienda privata, espressione di una grande società multi-utility quotata in borsa, che è attualmente socia in Astea di comuni importanti dell’Ambito tra i quali Osimo, Recanati, Porto Recanati, Cingoli. Questo orientamento sta portando a gara europea il servizio idrico, consegnando per vari decenni rubinetti, sorgenti, condotte, fognature e depuratori in mano ai privati che faranno lauti profitti a nostro discapito. Noi non lo vogliamo e chiediamo pertanto a tutti i sindaci dell’Ato3 di procedere a norma di legge senza ulteriori indugi per non portare l’acqua sul mercato».



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