L’Inrca di Appignano
«Ogni decisione presa è stata preventivamente condivisa e concertata con la Fondazione Falconi. Va aggiunto che le decisioni prese sono peraltro state condivise e concordate oltre che con la Fondazione, anche con il sindaco di Appignano, in apposito incontro verbalizzato in data 6 marzo».
L’Inrca risponde all’intervento del sindaco di Appignano, in corsa per un nuovo mandato, Mariano Calamita. D’altra parte i familiari dei soggetti ricoverati ad Appignano che dovranno essere trasferiti in altre strutture, parlano del trasferimento come di «una terribile sciagura che danneggia in primis dei soggetti fragili, grandi anziani e malati, che verranno privati di un luogo familiare nel quale stanno trascorrendo serenamente gli ultimi anni della loro vita con la compagnia di persone diventate amiche».
Una questione che, a ridosso delle elezioni amministrative, è diventata scottante. «Come riportato nell’apposito verbale dell’incontro del 6 marzo – scrive l’Inrca – essendo emersa la necessità, da un lato di assicurare agli ospiti della Casa di Riposo di Appignano un’assistenza appropriata in struttura idonea alle necessità assistenziali individuate dall’Unità Valutativa Integrata del Distretto Ast di Macerata e dall’altro di ricollocare rapidamente la struttura riabilitativa Inrca di Treia, dovendo liberare i locali per consentire opere strutturali a cura dell’Ast di Macerata, si era concordato di trasferire gli ospiti della Casa di riposo di Appignano in altre strutture idonee del circondario ricollocandoli nel corretto livello dell’Istituto assistenziale in funzione del grado di non autosufficienza. Successivamente, a seguito delle valutazioni del grado di autosufficienza effettuate dall’Unità Valutativa distrettuale, in collaborazione con l’Ast di Macerata sono state individuate strutture idonee del circondario con disponibilità all’accoglienza degli ospiti del complesso di Appignano; quanto sopra nella constatazione che la Casa di Riposo non rappresenta la struttura idonea, in base alle vigenti normative, al ricovero dei pazienti non autosufficienti».
L’elenco delle strutture individuate è stato trasmesso, secondo la ricostruzione dell’Inrca, al presidente della Fondazione Falconi che si è incaricato di informare i familiari degli ospiti in apposito incontro nella Casa di riposo giovedì 18 aprile. A tale incontro il presidente ha ritenuto non necessaria/opportuna la presenza dell’Inrca. Quanto al dialogo con i familiari, si ribadisce la disponibilità dell’Istituto già manifestata anche al presidente della Fondazione in più occasioni. Relativamente infine alla coesistenza di posti letto di Casa di riposo e Struttura Residenziale Riabilitativa nella struttura di Appignano, va precisato che tale ipotesi prospettata nell’articolo in oggetto non risulterebbe affatto risolutiva nel venire incontro alle esigenze degli ospiti in quanto non idonei al ricovero in Casa di Riposo, a causa delle necessità assistenziali ben più importanti, come rilevate dall’Unità Valutativa distrettuale».
La decisione ha però procurato la levata di scudi dei familiari che si sono costituiti in un comitato spontaneo: «La direzione dell’Inrca – fanno sapere – con un atto di imperio sposterà i nostri anziani in altre strutture del territorio (vedi Recanati, Loro Piceno, Penna San Giovanni, ecc.), quasi sempre uno per struttura, appropriandosi della “Villa Falconi” di Appignano dove sono al più disponibili 10 posti letto. Vogliamo rendere noto ai concittadini di Appignano ciò che sta accadendo contando di raccogliere la solidarietà e il sostegno nei confronti di una battaglia che è, per prima cosa, di civiltà e umanità. La decisione sconfessa le precise volontà della famiglia Falconi che, nel proprio lascito, aveva definito chiaramente le sue volontà: La Fondazione Giuseppe e Giacinto Falconi è lieta di presentare alla cittadinanza il nuovo complesso assistenziale denominato “Villa Falconi”; la struttura nasce con l’intento di fornire un servizio assistenziale per anziani riservato in maniera prioritaria ai cittadini di Appignano e Treia».
I familiari lamentano difficoltà per andare a trovare i congiunti se delocalizzati in altre strutture perché lontani da Appignano e con collegamenti pubblici saltuari e disagevoli. Secondo il Comitato, l’edificio è stato risanato a spese della fondazione Falconi ed è tutto ciò che è rimasto dell’originario plesso Inrca demolito e mai ricostruito per ragioni mai chiarite. «I patti – spiegano dal Comitato – erano che, a ricostruzione avvenuta, 10 posti sarebbero stati destinati agli anziani del paese. Intendiamo perciò esternare tutta la nostra disapprovazione e il nostro sconcerto per una decisione che si sta abbattendo su ospiti indifesi e sui lavoratori della struttura».
L’auspicio del Comitato dei familiari degli ospiti della Casa di Riposo di Appignano è di «sospendere tale decisione annunciata come un miglioramento dei servizi sociosanitari locali che condurrebbe allo smantellamento della struttura convocando subito un tavolo di discussione con tutte le autorità preposte nel quale potersi confrontare per giungere ad una decisione che sia rispettosa delle effettive necessità degli attuali ospiti e dei loro familiari. L’auspicio – concludono – è che tale questione resti fuori dalla campagna elettorale per il rinnovo della giunta comunale che nulla deve avere a che fare con la salute e i diritti di questi cittadini fragili».
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