«L’Inrca si confronti con i familiari
dei pazienti della casa di riposo
e rispetti gli impegni presi»

APPIGNANO - ll candidato sindaco Mariano Calamita lancia un appello dopo che è emersa la volontà di trasferire i pazienti di Treia nella casa di riposo a Villa Falconi

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Mariano Calamita, candidato sindaco per il bis

«Chiediamo all’Inrca di non procedere, ancora una volta, in modo unilaterale, ma di rispettare gli impegni sottoscritti con la Fondazione Falconi. E di confrontarsi, anche umanamente, e dialogare con i familiari dei pazienti coinvolti, i quali hanno subito la notizia senza alcun preavviso dall’annuncio politico mediatico e stanno vivendo momenti di forte preoccupazione». E’ l’appello lanciato dal candidato sindaco di Appignano Mariano Calamita, in corsa per il bis con la lista Costruiamo Insieme, appoggiata dal centrosinistra e da Forza Italia. L’appello arriva quasi un mese dopo l’annuncio della Regione con cui era stata comunicata la volontà di trasferire i pazienti Inrca di Treia nei locali della casa di riposo di Appignano. 

Calamita riparte dall’inaugurazione del cantiere a febbraio 2019. «Ben  7.062.942,04 di euro, di cui 3.596.996,07 a carico del ministero della Salute e 3 milioni della Regione Marche, erano sul piatto della ricostruzione e tutto sembrava andare per il meglio – dice il candidato sindaco – Purtroppo, dopo qualche mese, la notizia del fallimento da parte della ditta appaltatrice dei lavori, di qui il susseguirsi delle successive richieste di subentro alle ditte in graduatoria per l’appalto, tutte andate deserte. Il cantiere si trovava allo stallo e nonostante l’ingente capitale investito da Stato e Regione, tutto taceva circa le procedure che si intendevano intraprendere da parte degli organi deputati».

«Si arriva poi alla fatidica data del 13 ottobre 2023, quando in un incontro a porte chiuse tra Regione Marche e Inrca, di cui ne avremmo notizia solamente qualche tempo dopo a seguito di un accesso agli atti, viene decisa la revoca del finanziamento regionale di 3 milioni di euro verso l’Inrca per la ricostruzione della struttura socio-sanitaria in Appignano. Non solo, nella stessa seduta, i vertici dirigenziali concordano anche l’avvio, da parte della Regione Marche, della procedura di revoca di 3.596.996,07 con il Ministero della salute. Tutto questo senza nessuna interlocuzione con la Fondazione né con il Comune di Appignano».

Così, sempre secondo la ricostruzione di Calamita, si arriva a marzo scorso e a un incontro che si è svolto nella direzione Irnca con Comune e fondazione Falconi.  «In tale riunione – continua Calamita – la direttrice Inrca porta a conoscenza le due parti che l’Ast Macerata ha richiesto ad Inrca di rientrare in possesso dei propri locali, siti al secondo piano dell’ospedale vecchio di Treia, per avviare i lavori per realizzare una Casa della comunità ed ospedale di Comunità a Treia, attraverso i fondi Pnrr aggiudicati. I locali richiesti dall’Ast sono quelli che attualmente l’Inrca utilizza per erogare un servizio di riabilitazione con 17 posti letto. Pertanto l’Inrca comunica che, come prima scelta per il ricollocamento della Riabilitazione, ha pensato ai locali di Appignano, a Villa Falconi, di proprietà dell’omonima Fondazione, dove è operativa una casa di riposo da 10 posti letto, attualmente occupata da 7 anziani, e gestita dalla stessa Inrca, come impegno pro-tempore, previsto contrattualmente, in attesa dell’agognata ricostruzione del vecchio presidio socio-sanitario».

«La proposta, seppur con prospettive positive, ha portato sin da subito Il Comune e la Fondazione a rivolgere il primo pensiero verso gli ospiti attuali della casa di riposo di Appignano e verso le persone che vi lavorano a vario titolo, in particolare quelle non alle dipendenze dell’istituto anconetano – sottolinea Calamita – Pertanto fin da subito, in sede di incontro, Comune e Fondazione hanno controbattuto che la proposta Inrca, senza previsione di maggiori tutele, avrebbe comportato sostanzialmente la chiusura della attuale casa di riposo con conseguente ricollocamento degli ospiti, in altre strutture della provincia, e perdita di occupazione della forza lavoro locale. Per consentire un approfondimento di tutti gli aspetti è stato quindi redatto un verbale in cui ciascuna delle parti avrebbe in seguito relazionato, discusso e concertato, attenzionandole, le delicatissime problematiche. Tuttavia, prima ancora che si fosse usciti dalla porta dell’Inrca dove è avvenuto l’incontro, l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e il consigliere comunale di Appignano, capogruppo di minoranza, Luca Buldorini (candidato sindaco del centrodestra proprio contro Calamita, ndr), i quali annunciavano l’operazione di trasferimento come cosa già decisa e assodata. La notizia ha ovviamente generato, forte sgomento e angoscia sia nei già fragili ed anziani pazienti attualmente ricoverati, sia nei loro familiari che nei lavoratori non dipendenti che attualmente lavorano presso la casa di riposo di Appignano».

Calamita conclude quindi con l’appello finale. «Nonostante l’apprezzabile lavoro svolto dall’Ast di Macerata nel trovare una sistemazione alternativa a tutti i pazienti attualmente ospitati, nel corretto setting assistenziale, riteniamo che sia doveroso da parte dell’ Inrca e della Regione tenere in considerazione le soluzioni proposte dalla Fondazione Falconi e dal Comune, come era previsto nel verbale di incontro, tese a far coesistere entrambe le realtà, riabilitativa e assistenziale in quanto volte ad evitare enormi disagi ai pazienti e alle loro famiglie e, allo stesso tempo, a creare solide basi per una sostenibilità futura. Chiediamo quindi all’Inrca di non procedere, ancora una volta, in modo unilaterale, ma di rispettare gli impegni sottoscritti con la Fondazione Falconi. Nonchè di confrontarsi e dialogare con le parti istituzionalmente coinvolte poiché rappresentano gli interessi dei cittadini di quel territorio dove loro operano. In tal senso ci permettiamo di evidenziare che le decisioni, soprattutto quando vanno ad incidere sui soggetti più deboli e fragili della nostra società, vanno concertate. Chiediamo inoltre all’ Inrca di confrontarsi, anche umanamente, e dialogare con i familiari dei pazienti coinvolti, i quali hanno subito la notizia senza alcun preavviso dall’annuncio politico mediatico e stanno vivendo momenti di forte preoccupazione e difficoltà emotiva per il trasferimento dei loro cari».

 

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