Il figlio di Pino Brizi, Gianluca, con il vessillo del Comune dopo che è stata scoperta la targa d’intitolazione dello stadio
di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)
L’abbraccio delle sue due città, di quelli che furono i suoi giocatori, di tanti dirigenti, allenatori, calciatori, sportivi, cittadini oltre alle istituzioni sportive, con l’amministrazione comunale in testa, la prefetta Isabella Fusiello, i vertici delle forze dell’ordine. Una grande folla, nonostante il tempo inclemente, per l’intitolazione dello stadio Helvia Recina di Macerata a Pino Brizi, con una targa scoperta in tribuna centrale e l’altra apposta sopra la biglietteria dell’impianto.
Il sindaco Sandro Parcaroli scopre la targa
In futuro, una volta ristrutturato lo stadio di via dei Velini, una grande insegna con la scritta stadio Helvia Recina- Brizi probabilmente accoglierà all’ingresso i tifosi. E grande è stata la commozione di Gianluca e Michela Brizi, figli dell’ex libero della Fiorentina e della Rata, accompagnati dai nipoti Nicolò e Chiara travolti da tanto affetto e riconoscenza nei confronti dell’illustre padre.
Tra i presenti tantissime vecchie glorie biancorosse tra cui Ciappelloni, Alessandrini, Brando, Salvi, Principi, Ciabocco, Mattiacci, Prenna, Caramanti, Smeraldi (arrivato da Cesena), Santini, Borsi (da Città di Castello), Maroni, Trillini, Sentimenti, Gazzani, Giovanni Pagliari, Pigliapoco poi l’ex dirigente dell’epoca Giancarlo Nascimbeni, il presidente regionale Figc Ivo Panichi, il presidente regionale Aia Gilberto Sacchi accompagnato dal figlio Juan Luca Sacchi fischietto di serie A, l’ex sindaco Romano Carancini e l’ex presidente del club Massimo Paci, Antonio Monaldi tecnico delle giovanili biancorosse. Presenza di prestigio anche quella del Museo della Fiorentina col responsabile David Bini segno di un filo mai interrottosi con la città toscana dove Pino Brizi viene ricordato tutt’oggi come uno dei calciatori più importanti nella storia del club gigliato. «Intitoliamo oggi l’Helvia Recina a Pino Brizi, un signore del calcio –ha detto il sindaco Sandro Parcaroli attorniato dalla sua giunta– che ha portato anche a Firenze la maceratesità. E’ stato un grande calciatore ma soprattutto un esempio ed un uomo vero fuori e dentro il campo. Intitolare a lui lo stadio significa far conoscere alle giovani generazioni cosa ha rappresentato Brizi per il calcio e per la nostra città».
Gianluca Brizi commosso
Emozionatissimo il figlio Gianluca che nel momento dei discorsi ufficiali ha preso il microfono ma si è quasi subito interrotto perché sopraffatto dal momento che stava vivendo. «Ringrazio tutti i presenti a questa cerimonia e la città di Macerata – dice dopo aver superato quel momento di commozione- mi sono davvero emozionato assieme a mia sorella ed ai nostri figli.
Alberto Crocioni, presidente della Maceratese (al centro) con l’assessore Riccardo Sacchi (a sinistra)
A me fa piacere perchè io e mio padre siamo figli di questa città e dovunque siamo andati siamo sempre stati orgogliosi di questa città, nonostante lui abbia trascorso gran parte della sua vita sportiva a Firenze. Ma ci teneva a rivendicare le sue radici, facendola conoscere ovunque. Mi auguro che questa intitolazione lasci una traccia soprattutto nei giovani: non tanto la figura o il culto della personalità, cosa che a mio padre non ha mai interessato, ma l’esempio che ha lasciato, cioè poche parole ma molti fatti». L’assessore allo Sport, Riccardo Sacchi, ha ricordato come «ci sia stata una volontà generale di arrivare all’intitolazione dello stadio a Brizi, a partire dal consiglio comunale che si è espresso all’unanimità per continuare con la deroga sui tempi ottenuta grazie all’intervento del prefetto. Abbiamo accelerato questo momento perché tra quindici giorni qui ci sarà un cantiere per la rigenerazione dello stadio. Una volta conclusi i lavori, tra due anni circa, cercheremo di organizzare un evento che metta assieme questa intitolazione con il nuovo aspetto che avrà l’Helvia Recina nel 2026: un’amichevole con la Nazionale under 21 con cui abbiamo aperto contatti o con un’altra squadra importante, magari la stessa Fiorentina».
A sinistra il prefetto Isabella Fusiello
L’avvocato Giancarlo Nascimbeni, all’epoca direttore sportivo della Maceratese ha ricordato di Brizi «come abbia voluto ritornare alla Maceratese a chiudere la carriera da calciatore nella stagione 1975-76, fece una scelta di vita nonostante sarebbe potuto restare alla Fiorentina ricoprendo qualunque ruolo. Ma il richiamo delle sue origini fu più forte. Era una persona impagabile, onesta, precisa. Di lui ricordo la sua grande umiltà, gli insegnamenti che dava ai calciatori e la grandissima tranquillità in panchina anche nelle gare più infuocate. Con la Maceratese disputò due campionati di alta classifica, vincendo la serie D e sfiorando la C1, per poi tornare nuovamente in panchina successivamente cogliendo una bellissima salvezza in C2».
In mezzo a tanto biancorosso ecco uno spruzzo di viola allo stadio, rappresentato dal Museo della Fiorentina che è voluto essere presente con David Bini a questa cerimonia. «Brizi è nella Hall of fame della Viola -ha affermato il presidente- merita questo riconoscimento. Ha 398 presenze con la Fiorentina, secondo solo ad Antognoni, ha vinto 5 trofei con noi ed è stata una nostra bandiera per oltre quindici anni. Capitano che ha contribuito a far crescere tanti calciatori e talenti sia dal punto di vista tecnico che umano. Con il suo esempio e la sua esperienza. Era un difensore elegantissimo che all’epoca si riscontrava solo nel calciatore della nazionale tedesca Beckenbauer: al punto che a Firenze lo soprannominammo Brizenbauer».
Non poteva mancare uno dei gemelli del gol che segnò l’epoca di Pino Brizi allenatore della Maceratese. «Il mister per me è stata una persona eccezionale -ricorda Giovanni Pagliari-. Con lui ho passato qui due anni magnifici vincendo un campionato e sfiorando il successo anche l’anno successivo. Dava serenità, grande serietà professionale, ci ha aperto una via a me e Morbiducci per fare i professionisti tutta la vita. Una persona che si faceva voler bene e che non potevi non stimare. Lui amava la tecnica, quando in allenamento facevamo i torelli e se non stavi attento Brizi ti faceva sempre il tunnel».
Alberto Crocioni attuale patron della Maceratese ha il compito da un lato di rigenerare con la sua impresa edilizia lo stadio Helvia Recina-Brizi, coi lavori che partiranno a maggio, e dall’altro riportare la Maceratese in categorie più adeguate al suo blasone calcistico. «Come presidente della Maceratese non posso che essere onorato di questa intitolazione a Brizi dello stadio dove giochiamo le nostre partite -ha sottolineato Crocioni-. Non devo dire io ciò che ha rappresentato nel calcio nazionale e per Macerata questo calciatore. L’obiettivo e la speranza è quella che la Maceratese possa avere ulteriore impulso a fare bene in futuro per riportare il calcio ad un livello adeguato al suo passato: quest’anno non è andata bene questo è sotto gli occhi di tutti, però noi vogliamo ripartire facendo tesoro di quanto accaduto quest’anno, attrezzandoci meglio, magari avere anche un pizzico di fortuna in più che proprio ci può arrivare anche da questo semplice gesto dell’intitolazione dello stadio. Noi ce la metteremo tutta, questo posso garantirlo alla città ed ai nostri tifosi».
A sinistra l’arbitro Juan Luca Sacchi con Maurizio Storani, dirigente Cbf Balducci
Per favore , ricordate questi enormi personaggi TAGLIANDO GLI ALBERI DAI LUOGHI SONO NATI E CRESCIUTI. ED È QUESTA LA VOSTRA IGNOBILTA'. Ho lavorato fin dal primo giorno in questo stadio in quei bussolotti esagonali (biglietterie) . Ed oggi mi vergogno di questa municipalità (ignobilmente senza memoria)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ogni anno, prima dell’inizio del campionato, si dovrebbe giocare una partita amichevole tra la RATA e la FIORENTINA sia a MACERATA e a FIRENZE non solo le squadre giovanili comprese le 1° squadre, x ricordare il grande PINO BRIZI come succede x le partite del MONZA e il MILAN che ricordano prima del campionato, anche se giocano in serie A, ricordano x sempre il grande CAVALIERE che si chiamava SILVIO BERLUSCONI.
Gli ambientalisti sono malati di ideologia io dico curatevi…
Per il sig. Bartoloni. Non tutti sono malati di ideologia. Basti pensare a Goletta Verde.