Il presidio Cgil e Uil in piazza a Macerata
di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)
Zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale e di fare impresa. Sono questi i punti chiave per cui Cgil e Uil, al grido di “Adesso basta”, hanno proclamato per tutti i settori privati uno sciopero di quattro ore, prolungato a otto dopo l’esplosione nella centrale di Suviana in cui hanno perso la vita tre dipendenti e altri quattro sono dispersi. I sindacati sono scesi oggi in piazza della Libertà con un presidio e sono stati ricevuti in Prefettura. Con loro i segretari Daniele Principi di Cgil e Sergio Crucianelli di Uil.
Al centro Monica Spinolo
Tra i lavoratori, con tanto di bandiera, c’era Monica Spinolo, arrivata da Brescia alla provincia di Macerata due anni e mezzo fa. Qui lavora in smart working per un’azienda bresciana che si occupa del ciclo idrico: «Ci tenevo tantissimo a partecipare alla protesta di oggi e ho deciso di venire in piazza. Io nel mio lavoro non rischio nulla, ma credo che in questo momento sia giusto essere coesi per difendere i diritti dei lavoratori e fare in modo che ci siano meno morti sul lavoro. La collettività è questo, non partecipare per il proprio orto ma insieme per il campo di tutti».
Andrea Badulato di Enel distribuzione
Andrea Badulato di Macerata, lavoratore di Enel distribuzione, è arrivato in piazza con un elmetto bianco che si è fatto notare. «L’elmetto è il simbolo della sicurezza. Lavoro in Enel dal 2003 e da allora è cambiato tutto. L’azienda continua ad esternalizzare ma le ditte esterne non hanno la stessa specializzazione sul campo e si sono registrate diverse morti». Con lui il collega Ettore Cutrina, in Enel dal 2014: «Siamo stanchi di vedere risparmiare sulla sicurezza. Enel propone tante attività di facciata ma poi, in nome del profitto, affida lavori a ditte esterne al massimo ribasso e non c’è neanche più la supervisione di Enel. Il problema è che nei servizi pubblici non si può fare profitto».
Ettore Cutrina di Enel
In piazza diversi rappresentanti del settore edile. Tra loro Renzo Gonzales di Macerata, dipendente della Giessegì, che interpreta la preoccupazione di tanti lavoratori: «Purtroppo in Italia si esce di casa la mattina senza sapere se si tornerà vivi la sera. I contratti a tempo determinato non aiutano perché non consentono di farsi un’esperienza. E naturalmente la sicurezza deve sempre essere al massimo».
Daniele Principi di Cgil e Sergio Crucianelli di Uil
In rappresentanza del mondo bancario c’è Luca Pasquariello: «Siamo in piazza per la campagna di Uil sulla sicurezza sul lavoro. Troppe aziende tendono a eludere o minimizzare le misure per la sicurezza per massimizzare gli utili. Nel settore bancario il rischio è relativamente minore però la salute e la sicurezza ricoprono un ruolo importante e le parti sociali devono vigilare. In banca non ci sono rischi estremi ma la sicurezza va vigilata. Notevole è lo stress da lavoro correlato per pressioni commerciali che incidono sulla salute e portano a malattie ad esempio nervose che trasformano il lavoro in un processo pesantissimo».
Le proposte dei sindacati per evitare morti sul lavoro sono: cancellare le leggi che hanno reso il lavoro precario, superare il subappalto a cascata, rafforzare vigilanza e prevenzione, puntare sul diritto alla formazione di lavoratori e lavoratrici, patente a punti per le aziende e obbligo di applicazione dei contratti nazionali. Riguardo la riforma fiscale i sindacati contestano la delega che il governo sta applicando con nuove sanatorie, condoni e concordati e auspicano la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente e i pensionati, oltre a un fisco progressivo. «Occorre andare a prendere le risorse dove sono per finanziare sanità e istruzione, non autosufficienza, diritti sociali e investimenti pubblici».
I Sindacati fanno la loro farsa non cambierà mai nulla a parte stipendi loro a nostro carico . RIDICOLI
Se si sommano gli scioperi degli 11 anni precedenti, non si arriva al numero di scioperi che ci sono stati nell'ultimo anno e mezzo... Il kompagno Landini ha lasciato passare anche il green pass senza dire né A né BE. Chissà come mai... Ah, già! Ma le morti sul lavoro, in quei famosi 11 anni, non ci sono state... Ed i lavoratori italiani erano i più appagati d'Europa, col loro salario minimo di 9 euro... E poi l'Italia correva, mica come adesso che è la peggiore in UE...
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E la cisl dove sta?
Ma come non sapete da quale parte sta la CISL? Chiedetelo alla Giorgia !!!
Ammazzate che facce tristi di Principi e Crucianelli per i morti sul lavoro !!!!