«Basta morti sul lavoro»
Cgil e Uil in piazza (Foto)

MACERATA - Presidio dei sindacati durante lo sciopero generale di otto ore. Tra i presenti Monica Spinolo che lavora dalla provincia in smart working per una azienda di Brescia: «Io non rischio nulla ma ho voluto essere qui per sostenere la causa di tutti». Andrea Badulato, dipendente di Enel Distribuzione dal 2003, è arrivato con l'elmetto in testa: «L'esternalizzazione ha creato una serie di problemi»

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Il presidio Cgil e Uil in piazza a Macerata

di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)

Zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale e di fare impresa. Sono questi i punti chiave per cui Cgil e Uil, al grido di “Adesso basta”, hanno proclamato per tutti i settori privati uno sciopero di quattro ore, prolungato a otto dopo l’esplosione nella centrale di Suviana in cui hanno perso la vita tre dipendenti e altri quattro sono dispersi. I sindacati sono scesi oggi in piazza della Libertà con un presidio e sono stati ricevuti in Prefettura. Con loro i segretari Daniele Principi di Cgil e Sergio Crucianelli di Uil.

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Al centro Monica Spinolo

Tra i lavoratori, con tanto di bandiera, c’era Monica Spinolo, arrivata da Brescia alla provincia di Macerata due anni e mezzo fa. Qui lavora in smart working per un’azienda bresciana che si occupa del ciclo idrico: «Ci tenevo tantissimo a partecipare alla protesta di oggi e ho deciso di venire in piazza. Io nel mio lavoro non rischio nulla, ma credo che in questo momento sia giusto essere coesi per difendere i diritti dei lavoratori e fare in modo che ci siano meno morti sul lavoro. La collettività è questo, non partecipare per il proprio orto ma insieme per il campo di tutti».

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Andrea Badulato di Enel distribuzione

Andrea Badulato di Macerata, lavoratore di Enel distribuzione, è arrivato in piazza con un elmetto bianco che si è fatto notare. «L’elmetto è il simbolo della sicurezza. Lavoro in Enel dal 2003 e da allora è cambiato tutto. L’azienda continua ad esternalizzare ma le ditte esterne non hanno la stessa specializzazione sul campo e si sono registrate diverse morti». Con lui il collega Ettore Cutrina, in Enel dal 2014: «Siamo stanchi di vedere risparmiare sulla sicurezza. Enel propone tante attività di facciata ma poi, in nome del profitto, affida lavori a ditte esterne al massimo ribasso e non c’è neanche più la supervisione di Enel. Il problema è che nei servizi pubblici non si può fare profitto».

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Ettore Cutrina di Enel

In piazza diversi rappresentanti del settore edile. Tra loro Renzo Gonzales di Macerata, dipendente della Giessegì, che interpreta la preoccupazione di tanti lavoratori: «Purtroppo in Italia si esce di casa la mattina senza sapere se si tornerà vivi la sera. I contratti a tempo determinato non aiutano perché non consentono di farsi un’esperienza. E naturalmente la sicurezza deve sempre essere al massimo».

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Daniele Principi di Cgil e Sergio Crucianelli di Uil

In rappresentanza del mondo bancario c’è Luca Pasquariello: «Siamo in piazza per la campagna di Uil sulla sicurezza sul lavoro. Troppe aziende tendono a eludere o minimizzare le misure per la sicurezza per massimizzare gli utili. Nel settore bancario il rischio è relativamente minore però la salute e la sicurezza ricoprono un ruolo importante e le parti sociali devono vigilare. In banca non ci sono rischi estremi ma la sicurezza va vigilata. Notevole è lo stress da lavoro correlato per pressioni commerciali che incidono sulla salute e portano a malattie ad esempio nervose che trasformano il lavoro in un processo pesantissimo».

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Le proposte dei sindacati per evitare morti sul lavoro sono: cancellare le leggi che hanno reso il lavoro precario, superare il subappalto a cascata, rafforzare vigilanza e prevenzione, puntare sul diritto alla formazione di lavoratori e lavoratrici, patente a punti per le aziende e obbligo di applicazione dei contratti nazionali. Riguardo la riforma fiscale i sindacati contestano la delega che il governo sta applicando con nuove sanatorie, condoni e concordati e auspicano la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente e i pensionati, oltre a un fisco progressivo. «Occorre andare a prendere le risorse dove sono per finanziare sanità e istruzione, non autosufficienza, diritti sociali e investimenti pubblici».

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