Gli esponenti del Pd oggi nella sede di via Spalato
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
Venerdì di passione per il Pd maceratese che chiama a raccolta per denunciare quanto sta accadendo con la questione del superbonus. Conferenza stampa questa mattina nella sede del circolo Dem del capoluogo in via Spalato, c’erano il segretario provinciale Angelo Sciapichetti, il consigliere regionale Romano Carancini, il capogruppo provinciale e comunale Narciso Ricotta, i segretari di sezione Ninfa Contigiani (Macerata),Danilo Cimmino (Matelica), Marco Belardinelli (Camerino) Matteo Pascucci (Tolentino), Raffaele Consalvi (Cingoli), Matteo Pascucci (Tolentino) e Rodolfo Frascarello (Tolentino, responsabile organizzativo provinciale).
Narciso Ricotta, Angelo Sciapichetti e Romano Carancini
Ad aprire i lavori è il segretario provinciale del Pd maceratese Angelo Sciapichetti: «Sono accadute cose gravi in questi giorni che vanno messe in evidenza. C’è grande preoccupazione per quello che sta accadendo con il Superbonus, era un aiuto fondamentale per i terremotati che dava la possibilità di ricostruire senza accollo. Il provvedimento del ministro Giorgetti ha cancellato tutto questo, le proteste del Pd hanno portato a un parziale ma insufficiente ravvedimento. Vengono rimesse a disposizione dei comuni del cratere 330 milioni per il 2024, nulla si dice per il 2025 e per gli anni successivi. E’ qualcosa ma non è un rimettere le cose a posto. Per quanto riguarda il terzo settore, il Superbonus diceva che le associazioni potevano accedere ai benefici fino al 2025 ed ora questo è scomparso, altro grido di allarme per un settore che non fa speculazione e viene tagliato fuori. Domani alle 11 il Pd farà una manifestazione ad Arquata per tenere calda la questione. Se il Superbonus non viene ripristinato come prima, si mette la parola fine alla ricostruzione. Colpisce infine il silenzio assoluto del presidente della Regione Marche Acquaroli a differenza dei governatori del Lazio e dell’Abruzzo che hanno almeno avuto il pudore di sollevare la questione».
Il segretario provinciale Angelo Sciapichetti
Il consigliere regionale Romano Carancini osserva: «Si rimangiano tutte le promesse. Abbiamo il dovere di chiedere al Governo regionale perché dopo essersi impegnati per lasciare i due bonus nelle aree del sisma ora torniamo indietro sugli impegni finanziari, ci devono spiegare perché non solo le onlus ma anche le Rsa e le Case popolari sono escluse da questo provvedimento. Promettono e si rimangiano le cose, chi resta indietro sono i terremotati (330 milioni per 4 regioni sono risorse nulle). Sono scandalizzato, Castelli dice che dobbiamo ringraziare Meloni e Acquaroli. Indico un dato: Guido Castelli fa un report riguardo alle pratiche avviate per la ricostruzione privata: nel primo quadrimestre 2023 ha licenziato 3 pratiche al giorno, Legnini nell’anno 2022 ne ha liquidate 16 al giorno. Siamo cinque volte sotto, il re è nudo, non solo Castelli è l’uomo passivo di questo provvedimento, fa lo splendido con risorse recuperate da chi c’era prima. Non si può ribaltare la verità ringraziando Meloni e Acquaroli, hanno tolto risorse alle persone più deboli invece di tagliare la spesa inefficiente. Mi impegno a fare una interrogazione a Francesco Acquaroli, vicecommissario alla ricostruzione».
Ninfa Contigiani, Rodolfo Frascarelli e Marco Berardinelli
Ninfa Contigiani: «Aver fatto una cosa di questo genere ha creato un danno, non c’è possibilità di scelta: o è cinismo o è un metodo. Il Governo non si ricorda che esistono le Marche, poi corre ai ripari ma in realtà aspetta solo di buttarci al macero, Acquaroli complice. Si strumentalizza anche il disagio». Narciso Ricotta: «Questa famosa filiera del centrodestra sembra diventata una manovia impazzita, regna il caos. Il ministro Giorgetti ha la fissa del 110, il ministro annuncia un provvedimento che poi il commissario cerca di cambiare, poi arriva Acquaroli e fornisce una terza versione. Qui ci sono famiglie di terremotati che non riescono a far fronte all’accollo previsto per il loro progetto dopo 8 anni che subiscono le conseguenze del terremoto. Anche le ditte che operano nel cratere devono capire chi le paga e se vengono pagate, non è un tema da poco. Il presidente della Provincia Parcaroli è silente. Nel caos attuale non si capisce come andrà a finire, le versioni sono multiple, bisognerà vedere la versione definitiva del decreto e il percorso parlamentare, il Pd vigilerà su questo a tutela dei terremotati e delle imprese».
Matteo Pascucci, Raffaele Consalvi e Danilo Cimmino
Marco Belardinelli: «La rabbia è tanta, in questi ultimi due giorni sono state dette tante cose iniziando dagli annunci del ministro Giorgetti. Questo significa che la ricostruzione si ferma, questo è il più grave danno che viene fatto a otto anni dal sisma. Hanno tagliato i fondi del Pnrr, poi la zona franca urbana, ora il superbonus». Matteo Pascucci: «Tolentino è stato il Comune più colpito dagli eventi sismici dell’entroterra maceratese ed ancora oggi vive una situazione drammatica: dobbiamo far funzionare la filiera istituzionale, lo faremo anche per la ricostruzione. Faremo sentire la nostra voce anche a livello comunale». Rodolfo Frascarello: «Questa destra è partita con l’idea di distruggere tutto quello che aveva fatto il Governo precedente. La narrazione del superbonus sfiora il ridicolo, non è il reddito di cittadinanza, non è un’elargizione: viene ignorato il positivo che il superbonus ha portato iniziando dall’emersione totale del nero. Malgrado le correzioni, il danno è stato fatto. Anche le piccole ditte chiameranno i clienti per rivedere i quadri economici, gli imprenditori non fanno i benefattori e quando si parla di accollo si parla di minimo 50mila euro per ogni intervento».
Danilo Cimmino: «Evidenzierei anche l’aspetto sociale del problema, Matelica negli ultimi anni ha perso più di mille abitanti, parliamo di territori colpiti duramente dal sisma, dalla crisi economica, dall’alluvione. Ora le famiglie si trovano ad affrontare un altro serio problema, gli amministratori di centrodestra si erano presentati come i salvatori della patria e stanno creando soltanto difficoltà». Raffaele Consalvi: «La famosa filiera istituzionale non sta funzionando, l’ultimo esempio lampante è il terremoto con questo stop and go dei vari provvedimenti, li fanno, li ritirano, in parte li rifanno creando disorientamento e problemi».
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