Il plastico presentato ieri
Incontro dedicato alle potenzialità future, dal punto di vista economico e turistico, di un centro termale ben organizzato che riesca a fare da volano per mettere in contatto diverse anime dell’economia del territorio.
Ad organizzare la tavola rotonda di ieri, la Pro Loco Tct di Tolentino, spinta dalla donazione fatta da Antonio Severini: un plastico fedelmente rappresentativo del progetto di riqualificazione dell’ex stabilimento di imbottigliamento di Santa Lucia, struttura per la quale sono stati già stanziati fondi dalla Regione e i cui lavori sono iniziati ma momentaneamente sospesi a causa di un contenzioso tra le ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto, chiuso lo scorso anno con la sentenza del Consiglio di Stato che ha chiarito definitivamente la questione.
Ospite dell’incontro Paolo Cazzulo, esperto di marketing e comunicazione territoriale del settore termale, responsabile nazionale cultura e turismo dell’Osservatorio italiano degli enti non profit (Oinp).
Nel corso dell’evento hanno preso la parola i consiglieri regionali Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia, e Renzo Marinelli, presidente della Commissione bilancio, Debora Pantana, consigliere Provinciale, Francesco Paletti, vicepresidente dell’Unione montana dei Monti Azzurri e Andrea Rilli, presidente provinciale di Confartigianato.
Erano presenti anche alcuni sindaci e rappresentanti dei comuni del Maceratese: le consigliere Silvia Tatò e Monia Prioretti, Andrea Crocenzi, Fabrizio Scoccia (ex presidente dell’Associazione Terme delle Marche), Stefano Gobbi e Graziano Natali, rispettivamente ex presidente e ex amministratore delegato di Assm, e Silvia Luconi già vicesindaco di Tolentino, questi ultimi attori principali nella progettazione della riqualificazione delle terme.
Unanime è stato il pensiero che lavorando in sinergia è possibile rilanciare il settore termale, da decenni soggetto ad un continuo calo di utenti, legandolo alla riscoperta e rivalutazione dell’intero territorio, studiando una promozione e programmazione che coinvolga le nuove frontiere del turismo: quelle legate al benessere, al turismo esperienziale, alla riscoperta dei luoghi dell’entroterra, ai percorsi ciclopedonali e alla stretta collaborazione con le imprese artigianali ed enogastronomiche del territorio. Al momento la principale carenza, legata alle ferite che il terremoto ha lasciato in modo particolare a Tolentino, è la residenzialità, praticamente pari a zero rispetto alla richiesta di posti letto, ma molti lavori di recupero di edifici privati sono stati avviati e in alcuni casi quasi in dirittura d’arrivo. Nei prossimi anni ci potrebbe essere una forte offerta di immobili che potrebbero garantire una sorta di albergo diffuso. Nulla vieta quindi di attivarsi già da adesso in una progettazione che possa garantire una riscoperta del benessere termale, implementato anche da ambulatori specialistici che fanno la differenza nel mondo sanitario. Sta ora agli organi preposti saper accogliere i progetti e le idee per potenziare un settore in evoluzione e possibile rinascita.
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