Sabrina De Padova ieri in aula davanti alle consigliere di maggioranza
«Quanta paura del dissenso. Si è conclusa una vicenda iniziata male con lo stravolgimento nella composizione e nelle finalità del Consiglio delle donne, 10 mesi fa, mai discusso e approvato all’interno del consiglio stesso delle donne, dove ora tutto è nelle mani della maggioranza… e finita peggio con la richiesta di revoca della presidente anche questa senza il coraggio di una discussione a viso aperto»: si apre così la lettera di Monica Martarelli, consigliera di quartiere per Italia Viva, sulla questione della seduta di ieri del Consiglio comunale delle donne (leggi l’articolo).
Sabrina De Padova ieri seduta tra i banchi dell’opposizione
«Il consiglio delle donne – argomenta Martarelli – è nato come spazio autonomo di riflessione sulle problematiche femminili che avvalendosi anche del contributo di esperienze maturate nella società, nelle associazioni e sul territorio, avesse un ruolo consultivo sui temi dei diritti e della parità di genere, della lotta contro la discriminazione e la violenza di genere. I componenti, volontari, e non solo femminili, erano i consiglieri comunali come componenti di diritto, che si integravano con i membri esterni creando un proficuo scambio di opinioni ed esperienze diverse. La nuova composizione che ha tagliato il contributo esterno ha trasformato il consiglio delle donne via via sempre più in un’arena di scontro politico della maggioranza, anche piuttosto “aggressivo”. E così l’invito della Presidente a tutte le donne dei Comitati di Quartiere, e non solo alle rappresentanti della maggioranza, per confrontarsi sulle iniziative per l’8 marzo, è stata un’imperdonabile trasgressione».
Monica Martarelli
Prosegue la riflessione di Martarelli: «Comitati di quartiere dove la maggioranza ha deciso di designare i rappresentanti dei partiti e non dei cittadini ( snaturando così il ruolo stesso di questi organismi), e dove le designate per il consiglio delle donne e i designati per il coordinamento dei comitati, sono stai blindati e tutti votati compattamente della maggioranza, adottando anche qui una modalità di trasformazione di questi organismi in strumenti di cassa di risonanza dell’amministrazione». Il messaggio finale della rappresentante di Iv: «La presidente del Consiglio delle donne ha violato questa regola fondata sul monolitismo, l’ubbidienza e il conformismo, ed è stata punita. La paura di questa maggioranza, Consiglio delle donne compreso, a confrontarsi con pluralità di visioni e di culture è palese. Si ritiene pericoloso il dissenso anche interno: invece di gestirlo in modo costruttivo ci si lascia andare a isterismi distruttivi e prese di posizione aggressive che lasciano attoniti. Pur non condividendo il posizionamento politico della De Padova le esprimo tutta la mia solidarietà per un trattamento alla quale è stata sottoposta nel tempo, con attacchi personali, che dimostrano scarsissimo rispetto delle istituzioni e del pluralismo».
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La solitudine del numero uno. Dire poi di avere un sindaco debole,fragile, gracile, delicato, esile, leggero | tenue, scialbo, smorto | lieve, sommesso, fioco, flebile | poco resistente-energico-efficace, impotente, influenzabile | accasciato, estenuato, fiacco, spossato, sfinito, molle, languido, sfibrato… non ricordo, è stato oltre che vero, prova di grande coraggio.
Prepotenza, imposizioni ( definiti accordi), incapacità di confrontarsi, insofferenza al dissenso portate dalle donne di maggioranza anche in un organismo a tutela delle donne contra un’altra donna per renderlo un’appendice dell’amministrazione.
Una vergogna….e il Sindaco inesistente rimane spettatore!