Ninfa Contigiani e Sabrina De Padova (vice e presidente uscente) con Francesco Luciani, presidente del Consiglio comunale
di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)
Una volta è l’attacco hacker, un’altra mancano gli argomenti, oggi non funzionava l’audio e così la diretta streaming del Consiglio comunale delle donne , convocato dal presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani, che doveva sancire la revoca della presidente Sabrina De Padova si è trasformata in una sorta di cinema muto.
Prima a sinistra la neo presidente Lorella Benedetti, di fronte – seduta tra i banchi dell’opposizione – la presidente uscente Sabrina De Padova
Due cose sono apparse evidenti con le immagini: il gruppo di centrodestra si è presentato al completo, anche con alcune rappresentanti dei quartieri, e la presidente uscente Sabrina De Padova si è seduta tra i banchi dell’opposizione. Resta da capire se la consigliera comunale, eletta con la lista civica Parcaroli, manterrà tale collocazione geo-politica anche nell’altro Consiglio comunale prendendo quindi anche formalmente le distanze da una maggioranza che ha spesso criticato e che comunque da tempo non la invita nemmeno alle riunioni. Fatto sta che da oggi Sabrina de Padova non è più la presidente, a guidare il consiglio delle donne sarà Lorella Benedetti (Fratelli d’Italia).
Le consigliere di maggioranza, seconda sulla destra la neo presidente Lorella Benedetti
La seduta è partita appunto in ritardo nel tentativo, rivelatosi inutile, di garantire la diretta streaming. E’ intervenuta poi Sabrina De Padova che ha presentato le dimissioni leggendo un intervento di attacco in particolare alle assessore: «Dopo la modifica del regolamento incentrata in particolar modo nel togliere il voto alle rappresentanti delle associazioni, la parte civile che rappresenta la realtà maceratese, e sulla revoca della presidentessa del consiglio delle donne, avete evidenziato un modus operandi non democratico, poiché le decisioni saranno prese solo dalle componenti di diritto. Avete adottato comportamenti scorretti non confrontandovi, come promesso nell’incontro del consiglio delle donne del 14 febbraio 2022 dall’assessora D’Alessandro, sulla modifica con tutte le componenti, nonostante le continue richieste».
Sabrina De Padova passa avanti alle consigliere di maggioranza
E ancora:«Non vi siete presentate alle successive convocazioni rendendo più volte nullo il consiglio delle donne, mostrando prepotenza e prevaricazione. Sono veramente dispiaciuta per come state portando a conclusione questa realtà, una realtà che cercava solo di sensibilizzare sulla discriminazione di genere, non rappresentando io stessa una rivale di nessuna assessora. Purtroppo sono stati tollerati certi atteggiamenti e comportamenti non consoni al ruolo che alcune assessore ricoprono, e coloro che l’hanno permesso, anche la parte maschile, risultano complici della fine di questa istituzione democratica. Gradirei una certa onestà intellettuale: che facciate uso di parole corrette, sostituendo nella frase di richiesta di revoca “ha programmato e assunto le decisioni senza un necessario ‘confronto’” il termine “confronto” con “mancata obbedienza alle direttive imposte dalle consigliere di maggioranza e dalle assessore. Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da presidentessa di questa istituzione che ha perso la sua ragione di esistere. Ringrazio per la pazienza, la vicinanza e la solidarietà tutte le rappresentanti delle associazioni e le componenti del consiglio delle donne, che mi hanno sempre sostenuta in questa esperienza costruttiva, che purtroppo hanno volutamente distrutto».
Il Consiglio è poi andato avanti con la discussione della proposta di revoca della presidente Sabrina De Padova sottoscritta dalle assessore comunali e dalle consigliere di maggioranza Barbara Antolini (prima firmataria), Lorella Benedetti, Cristina Cingolani, Antonella Fornaro, Romina Leombruni, Laura Orazi, Francesca D’Alessandro, Laura Laviano, Katiuscia Cassetta, Oriana Piccioni e Paola Pippa. Secondo le esponenti «la presidente del Consiglio delle donne Sabrina De Padova ha programmato e assunto delle decisioni senza un necessario confronto con le componenti di diritto elette del Consiglio delle donne, determinando la perdita di rappresentatività del gruppo di maggioranza al quale appartiene».
L’intervento della consigliera Barbara Antolini
Durissimo per la maggioranza l’intervento di Barbara Antolini (Forza Italia): «Mi dispiace che siamo arrivate a questo punto, e ribadisco che non era nostra intenzione revocare la presidente, ma il suo atteggiamento prevaricatore, autoritario e privo di qualsiasi confronto con noi non è stato più tollerabile. La democrazia non è facciamo come dico io e se non siete d’accordo non m’importa e vado avanti, la democrazia è cercare un accordo insieme, mediare, trovare la soluzione migliore per tutti. Noi saremmo quelle non democratiche? Noi che abbiamo continuamente chiesto alla presidente di poter condividere le sue decisioni e non di dover aderire solo a quelle prese autonomamente da lei? Ma al di là dei comportamenti tenuti al di fuori delle regole, l’elemento principale che ci ha portato alla richiesta di revoca da presidente di Sabrina De Padova è che non ci sentiamo più rappresentate da lei sotto ogni punto di vista, soprattutto politico e morale. Politico: non possiamo non considerare i suoi continui attacchi alla maggioranza alla quale dovrebbe appartenere sia in Consiglio comunale che pubblicamente.
Sabrina De Padova e Francesco Luciani
De Padova pretenderebbe inoltre anche il sostegno del sindaco dopo le continue critiche al suo operato e a quello della sua giunta e dopo averlo accusato pubblicamente di non essere una figura forte di riferimento. Morale: ma la cosa veramente peggiore è che la De Padova, fingendosi veggente, ha previsto, nel caso fosse stata revocata da Presidente del Consiglio delle Donne, l’elezione a nuova presidente di un’esponente di Fratelli D’Italia, fingendo di non ricordare di aver fatto a suo tempo un accordo ben preciso». L’attacco finale a firma Antolini: «Se fosse una persona veramente corretta come solo lei si ritiene, tenuto conto delle sue opinioni riguardo questa maggioranza e non riconoscendosi più appartenente a questo gruppo politico, credo sarebbe opportuno che rassegnasse le proprie dimissioni da consigliere comunale».
I banchi dell’opposizione: Sabrina De Padova con Ninfa Contigiani e Stefania Monteverde
Dall’opposizione molto critica la posizione della consigliera Stefania Monteverde: «In questo paese ci sono 140 femminicidi l’anno, solo il 2% delle donne occupano posizioni apicali nei cda, in Italia ci solo il 27% degli asili nidi necessari: di questo deve parlare un consiglio delle donne, che per 15 anni ha rappresentato un luogo di inclusione, confronto, proposta per la crescita di tutta la società. Invece a Macerata il consiglio delle donne è stato trasformato da questa amministrazione di destre in un luogo di scontro politico, attacchi personali in maggioranza, dichiarazioni di delusioni per accordi violati sui cambi di presidenze. E così, si capisce perché delle 35 associazioni e istituzioni chiamate a partecipare, nessuna ha partecipato. Questo posto ormai ha perso il suo significato originario, non è più un luogo significativo e condiviso per costruire una cultura femminista attenta all’obiettivo comune, i diritti delle donne per i diritti di tutti. Occorre continuare a farlo altrove».
Molto articolato il dibattito al quale hanno partecipato, tra le altre, le consigliere Lorella Benedetti, Ninfa Contigiani, Paola Pippa, Antonella Fornaro, Oriana Piccioni, Laura Orazi, Cristina Cingolani e Romina Leombruni. Votata a maggioranza la revoca da presidente di Sabrina De Padova, il Consiglio delle donne ha provveduto ad eleggere la nuova presidente, la consigliera Lorella Benedetti eletta nella lista di Fratelli d’Italia. Vicepresidente è stata eletta la consigliera della Lega Laura Orazi.
Lorella Benedetti, consigliera di Fratelli d’Italia
Un attacco alla posizione assunta da De Padova è arrivato anche dalla neo eletta presidente Lorella Benedetti: «Il concetto di democrazia è stato stravolto dalla ex presidente. Democrazia significa confronto ma confronto significa che se in un gruppo la tua idea, la tua proposta, la tua soluzione non viene condivisa dalla maggioranza degli appartenenti al gruppo (che sia esso la maggioranza, la Commissione Cultura) il proponente si adegua e non che dichiara di appartenervi ma critica decisioni prese dalla maggioranza di quel gruppo, questo significa non rispettare la democrazia. Invece sembra che il concetto di democrazia per la consigliera vada individuato solo con ciò che propone lei».
Sabrina De Padova con Paola Cassese, consigliera di quartiere
A destra l’assessora Francesca D’Alessandro
Sabrina De Padova di fianco a Ninfa Contigiani, segretaria cittadina del Pd
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