Una manifestazione di Officina Universitaria (foto d’archivio)
Gli studenti di Officina universitaria scendono in strada sabato pomeriggio. A sei anni dalla manifestazione a seguito dell’attentato di Luca Traini, dopodomani alle 17,30 in piazza Vittorio Veneto il collettivo manifesterà per ribadire l’importanza di una lotta «intersezionale, antirazzista, anticlassista e antifascista», come la definiscono in una nota.
Il manifesto della manifestazione
«Scendiamo in piazza contro le continue discriminazioni di matrice razzista che continuano ad avvenire nelle Marche e in Italia – fa sapere il gruppo – scendiamo in piazza per denunciare la narrazione operata dall’attuale governo che presenta i flussi migratori come fenomeni emergenziali e non strutturali, parlando di un’invasione che non esiste per fini unicamente propagandistici. Scendiamo in piazza contro la mancanza di un’accoglienza adeguata e contro lo sfruttamento delle persone straniere in Italia, spesso impiegate in lavori a bassa qualifica e sottopagate; Scendiamo in piazza per denunciare le politiche migratorie italiane, che arrivano a violare gli stessi diritti umani. Scendiamo in piazza contro i Cpr, veri e propri centri di detenzione in cui le persone trattenute sono prive di ogni tutela e vivono in condizioni insostenibili, inumane e degradanti. Scendiamo in piazza per il diritto alla cittadinanza, affinché persone ad oggi invisibili per lo stato siano riconosciute come parte integrante della comunità. Scendiamo in piazza in sostegno alle nostre compagne e i nostri compagni palestinesi, vittime di un regime di apartheid e di un vero e proprio genocidio che si sta consumando sotto gli occhi di tutto il mondo, chiedendo il cessate il fuoco permanente e la fine della colonizzazione. Scendiamo in piazza perché nell’Italia di oggi è imperativo prendere una posizione che sia chiara e che si schieri dalla parte della collettività, in cui non ci sia spazio per la discriminazione e la violenza. Scendiamo in piazza perché nessuna persona abbia più paura di camminare per le strade della propria città. Scendiamo in piazza perché non ci siano più nessun Emmanuel Chidi Namdi e nessun Alika Ogorchukwu, vittime dell’odio razzista dilagante nelle Marche e in Italia. Scendiamo in piazza per un’Italia apertamente antirazzista e antifascista».
Ma andate a lavorare visto che non siete in grado nemmeno di studiare!!!!!! Poveri i vostri genitori che spendono i soldi per l'istruzione INUTILMENTE!!!!
Perché non orto universitario? Di concime ne avrebbero
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Anche da giovane si sentivano slogan di solidarietà. All’epoca verso Ho-Ci-Min, il Nord Vietnam e i Vietcong. Adesso verso i Palestinesi. Ma nessuno che vada a combattere per essi e con essi. Tutte chiacchiere e distintivo (come si dice). Rivoluzionari e partigiani in pantofole. Parolai… Per un problema complesso e incancrenito per colpa di tutti.