La commedia del no ai tavolini,
colpito anche il pub Hab:
«Congestione del traffico»

MACERATA - Dopo la scoperta di vicolo Consalvi come patrimonio artistico della città (e niente rinnovo della concessione al bar Cabaret), spunta un'altra disposizione del servizio Attività produttive del Comune a danno di un'attività commerciale che aveva fatto investimenti, sostenuti dalla Regione, legati ad avere spazi all'esterno

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I tavolini di Hab in via Gramsci

di Luca Patrassi

A lui sì, a te pure, ad altri cinquanta anche (numeri a caso) ma a quei due no. Sono due i casi di concessioni non rinnovate nei giorni scorsi in centro storico per l’occupazione di suolo pubblico. Una è quella del bar Cabaret di via Gramsci che era stato autorizzato a mettere tre tavolini all’inizio di vicolo Consalvi, l’altra è del pub Hab sempre di via Gramsci.

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Il bar Cabaret e al fianco l’ingresso di vicolo Consalvi

Per vicolo Consalvi la motivazione è che – per il funzionario del Comune – si tratta di un luogo di assoluto rilievo storico, artistico e culturale da quando l’Accademia ha realizzato un intervento illuminotecnico. Peraltro da settimane chi passa in vicolo Consalvi vede come l’allestimento non sia esattamente quello originale, tra cartelloni pubblicitari, scritte varie, neon staccatisi.

Per Hub il problema sarebbe che con i tavolini che vanno ad occupare venti mq, lato loggiato del Palazzo degli Studi, si viene a creare un problema di “congestione veicolare che ostacola la vivibilità del centro ” sempre secondo il funzionario del servizio Attività produttive. Il Comune che parla di vivibilità del centro storico, dopo aver sostanzialmente aperto la Ztl, sembra un pochettino in testacoda.

consalvi-vicolo-1-488x650Peraltro si tratta di una concessione che lo stesso ufficio comunale e la stessa amministrazione comunale avevano firmato non più tardi di due anni fa allo stesso operatore commerciale che – forse è questa l’unica novità – di recente è diventato presidente di una associazione di categoria che ha preso una posizione netta sull’apertura di nuovi centri commerciali. Certamente, si può cambiare idea ed è un segnale qualche volta positivo: è anche vero però che le motivazioni addotte non sembrano molto lineari, ponderate e frutto dell’applicazione di regole che sono essere per tutti.

Se vicolo Consalvi, con le installazioni realizzate dall’Accademia, è un bene artistico della città che va preservato, e non vissuto, lo stesso ragionamento un ente pubblico avrebbe dovuto farlo con le decine e decine di luoghi veramente monumentali (vicolo Consalvi non è un bene vincolato) della città dove invece sono stati autorizzati e rinnovati permessi di occupazione di suolo pubblico che qualche volta danno perfino l’impressione di essere debordanti.

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Un neon staccato

Al titolare di Hab non hanno rinnovato la concessione per mettere alcuni tavolini, nonostante che il commerciante avesse anche suggerito la soluzione per annullare il disagio legato alla cancellazione di due posti auto ai residenti. Anche per Hab, come per il bar Cabaret, si assiste poi all’inedita posizione dell’ufficio Attività Produttive (che appunto dovrebbe sostenere le attività economiche) che non considera i sacrifici di piccoli imprenditori. Peraltro Hab aveva anche vinto un bando regionale finalizzato al sostegno delle imprese che operano nei centri storici presentando un progetto che prevedeva l’utilizzo degli spazi all’aperto: ora si trova con investimenti fatti e fondi pubblici che rischia di dover restituire per l’assenza degli spazi su cui operare e questo per iniziativa di un altro ente pubblico. Nessun amministratore comunale ha finora trovato il tempo di fare un post esplicativo di questo modo di procedere con i tavolini per bar e attività di ristoro: a cinquanta sì e a due no. Forse, in tema di Diritto, ci si è rifatti ai proverbi: l’eccezione conferma la regola.

 

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«Via i tavolini del bar da vicolo Consalvi: è un simbolo culturale della città»



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