di Luca Patrassi
Un confronto partecipato quello promosso oggi pomeriggio dal Pd nella sala riunioni dell’hotel Grassetti di Corridonia per discutere della situazione a tre anni dall’inizio del governo Acquaroli anche in vista del prossimo turno elettorale. Prima parte affidata al consigliere regionale Romano Carancini intervistato dal giornalista Maurizio Blasi. Si parte dalla sanità e l’approccio non è morbido. «C’è stata un anno fa la legge di riforma che ha portato dall’Asur all’Ast con i riflessi negativi che avevamo ipotizzato ad iniziare dall’aumento dei costi.
Peraltro oggi vediamo che ci sono meno finanziamenti rispetto a prima. A distanza di un anno dalla riforma ad oggi non c’è ancora l’atto aziendale che pianifica le scelte sanitarie, vedo solo pressapochismo». Non mancano le bordate e i riferimenti all’assessore Filippo Saltamartini, al sottosegretario Aldo Salvi e alla ex dg ed ora direttrice sanitaria della Ast Macerata Daniela Corsi. «Saltamartini ha guidato la sanità per tre anni, il 23 dicembre scorso il governatore Acquaroli ha approvato il bilancio di previsione e ha nominato il sottosegretario Aldo Salvi incaricandolo di alcuni tra i progetti più importanti. Senza polemica, ma l’assessore chi è? Poi c’è la vicenda della dottoressa Daniela Corsi che entra come dg, esce per effetto della sentenza dei giudici, rientra come direttrice sanitaria. C’è un tema che riguyarda lo stato d’animo del personale, sono in tanti a dimnettersi, mancano le indicazioni, non c’è la governance. Andiamo a scegliere il dg e il direttore sociosaniotario in Lombardia, nelle Marche non ci sono figure valide? Non lo dico per campanilismo, chi viene da fuori non conosce il territorio. In questi anni abbiamo ascoltato il tema della mobilità passiva extraregionale, lo spazio che i cittadini si prendono per andarsi a curare fuori regione, il saldo negativo storico non si è abbassato in questi anni. C’è una mobilità passiva anche intrareregionale, il Sud delle Marche, in particolare Ascoli e Fermo, va verso il Nord, c’è la mancanza di una analisi corretta delle problemaitiche delle reti cliniche. C’è un polmone che respira male ed è Torrette, quel territorio assorbe il doppio del costo sanitario per abitante, il doppio del personale degli altri territori e questo avviene perchè si fanno prestazioni inappropriate, ci si dovrebbe invece concentrare sulle prestazioni più importanti».
Carancini tocca anche altri temi: «La seconda voce di bilancio è il trasporto pubblico, la classifica nazionale della ripartizione dei fondi vede le Marche ultima per distacco, ultima anche per apporto integrativo da parte della Regione. Quanto all’aeroporto, il tema Atim è delicatissimo: dietro l’operazione da 750mila euro penso ci sia altro, magari la violazione degli aiuti di Stato. Oggi Acquaroli per giustificare il decreto ingiuntivo di Aerotalia tira in ballo il contenzioso da 12 milioni sul biogas che risale al governo Spacca II ma qui il governatore non deve guardare al centrosinistra ma al suo fianco, al dirigente Becchetti». Il tema della ricostruzione postsisma e del nuovo commissario: «C’è il quasi santo Castelli, dispensa risorse a destra e a manca, cose mai viste, ma non è così visto che raccoglie il lavoro svolto sal suo predecessore Giovanni Legnini. C’è invece un profilo sconcertante: parlo del contratto istituzionale di sviluppo finanziato con 100 milioni: progetti fatti da 130 soggetti per 900 milioni, il bando della Regione è scaduto a luglio, Invitalia chiede chiarimenti alla Regione e Castelli introduce nuovi criteri a progetti ancora aperti. Morale della favola: di quei 100 milioni un solo Comune prende 30 milioni, il 50% delle risorse arriva a 3 Comuni che insieme non fanno 15mila abitanti. Legnini rispetto al progetto di Sarnano fece un decreto nel quale si dice che quel progetto è anomalo, non compatibile con la possibilità di andare avanti. Nei prossimi giorni qualche novità l’avremo». Il fronte politico: «Voglio mandare un messaggio di speranza, la Regione Marche è contendibile, la gente deve convincersi che l’attività politica di questi tre anni dimostra che questo governo della destra sta trascinando indietro la Regione, hanno costruito illusioni ma ora inseguono insuccessi. Cerchiamo di cambiare noi non parlo di nomi ma parlo di politiche, rivoluzione dolce e condivisa».
Chiusa la pagina dedicata al consigliere regionale Romano Carancini, il microfono è passato al segretario provinciale Dem Angelo Sciapichetti, affiancato dai vice Andrea Gentili e Claudio Cavallaro: «Siamo in una provincia in cui andranno al voto 38 comuni, quasi ovunque siamo all’opposizione: dobbiamo cercare fin da ora un programma comune, vedo i rappresentanti di Italia Viva, Sinistra Italiana, Cinque Stelle, Verdi. Dobbiamo trovare le tante ragioni che ci tenmgono uniti, i temi sono moltissimi, la sanità, il servizio idrico dove stiamo rischiando che la gestione vada ai privati e la responsabilità è tutta della destra, qualunque soluzione va bene purchè scongiuri la messa a gara. Tra i temi da trattare c’è quello dei rifiuti, impensabile che l’Ata non trovi il sito idoneo per la discarica, dobbiamo incalzare la destra su queste cose, c’è il problema della ricostruzione. Il Pd non chiede nulla, non vuole egemonizzare nulla ma creare le condizioni minime per creare un percorso con quanti vogliono costruire un progetto alternativo alle destre, questo è quello che dobbiamo fare da qui ai prossimi mesi». Assemblea guidata dalla segretaria regionale Chantal Bomprezzi, presenti diverse decine di iscritti e rappresentanti dei partiti e delle associazioni.
Rocco Gravina per la Cisl provinciale: «Risorse per fare progettazione, tanti i tempi in ballo come i trasporti rifiuti, idrico, dimensionamento scolastico: ci mettiamo a disposizione per progettare insieme ma non invitateci soltanto in campagna elettorale, si parla di coprogettazione ma poi facciamo fatica a fare incontri con i Comuni». Narciso Ricotta, capogruppo provinciale del Pd: «Un programma politico per aggregare partendo dai vari temi che ci vedono impegnati iniziando dall’emergenza rifiuti dovuta all’incapacità della Provincia, dell’Ata e della Regione che non ha fatto un piano regionale. Sul nuovo ospedale di Macerata dicono solo che è una barzelletta, non c’è nulla, non c’è un progetto e non c’è nemmeno l’area che non è stata ancora espropriata». Altro sindacalista di rilievo provinciale, Daniele Principi della Cgil: «Creiamo le condizioni per costruire un futuro migliore: faremo anch meno banchetti ma facciano centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro, il messaggio che raccogliamno è quello di un Paese che si sta svegliando». Maurizio Tritarelli, Cna provinciale: «Un segnale importante quello che arriva oggi dal Pd, si avvia un confronto importante: il confronto non è un problema, ma la soluzione».
L’on. Giorgio Fede, coordinatore regionale dei Cinque Stelle: «Grazie per l’apertura al confronto, sui temi locali la condivisione è comune. L’obiettivo deve essere quello di realizzare le nostre idee, i numeri ci impongono di metterci insieme. Non è semplice, troppo spesso siamo direttamente coinvolti nei vari Comuni ma non comprendiamo l’importanza di trovare quella sintesi in mancanza della quale l’alternativa sono gli altri che stiamo scoprendo essere imbarazzanti».
Altro intervento di rilievo quello dell’ex parlamentare Mario Morgoni, candidato sindaco di Potenza Picena: «Le elezioni amministrative e europee sono molto più vicine di quanto si possa pensare e bene fa il Pd ad attrezzarsi per segnare un’inversione di tendenza. Abbiamo ascoltato temi strategici (rifiuti, acqua ricostruzione, infrastrutture), credo sia importante iniziare bene questo percorso, creare un dialogo per poi esprimere un progetto amministrativo convincente. La possibilità di caratterizzarci da questa destra ce la fornisce anche il governo locale di questa destra, dalla mancanza di partecipazione dei cittadini alla scarsa trasparenza. Prima di tutto vengono le persone».
La deputata Irene Manzi, salutata da un applauso dopo l’attacco subito dal sottosegretario Vittorio Sgarbi: « Quello che abbiamo visto sul dimensionamento scolastico è solo l’antipasto di quello che vedremo con l’autonomia differenziata. Le Regione ricche si porteranno via il gettito fiscale e non sarà una situazione semplice per nessuno. Contro la destra delle diseguaglianze abbiamo tanti motivi per trovare le convergenze delle alleanze possibili». Il sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili: «Facciamo un discorso uguale per tutti gli eletti. Non c’è solo il terzo turno per i sindaci dei piccoli Comuni, parliamo allora anche di chi è da otto mandati in Parlamento».
Chiusura di assemblea affidata alla segretaria regionale Dem Chantal Bomprezzi: «Sono stata a Pesaro alla cerimonia per la Capitale della cultura, sono imbarazzata per la figura fattaci fare dal presidente della Regione che si è presentato con il foglietto scritto come fosse un bambino delle elementari. Questa gente la dobbiamo mandare a casa. La famosa filiera di destra, quella della sua amica che sta lassù, sta tagliando i servizi fondamentali, la scuola, la sanità. Con la famosa autonomia differenziata come pensate che le Marche saranno collocate? Ma non avevano promesso che ci collocavano tra le zone economiche speciali? La nostra ricetta parte da alcuni ambiti di lavoro, dal confronto. Dall’opposizione quello che possiamo fare è rinsaldare la comunità, ascoltare i tanti contributi». Il messaggio finale: «Il famoso campo largo si deve basare su fatti concreti. Non facciamo scelte in base alle nostre poltrone, costruiamo relazioni e alleanze credibili. Le priorità per noi sono la sanità, le aree interne, la lotta alle diseguaglianze, i servizi pubblici. Raccolta di indicazioni dal basso per costruire la nostra piattaforma programmatica.».
Il nuovo Che avanza
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…mi ricollego al finale dell’articolo…per ascoltare il basso, ci vogliono persone del basso, abituate alle sedie, disdegnose delle poltrone…contro la fiamma ci vuole la falce, e un colpo di martello, o al limite di call center, di zappa, tra una gramigna e l’altra, di raccolta sottopagata, di calli e di paghe inadeguate…P.S. il problema sono i lupi, le liste civiche, fintebuoniste e solo affariste, moderate solo per i cazzi loro, tutte bianche, candide, quasi agnelli…
Non è che ci vuole uno statista per fare un progetto alternativo alle destre: basta governare bene e a favore dei cittadini. La destra non lo sa fare, il Pd non l’ha saputo fare da quando mostri di tutti i generi lo hanno occupato. Quindi che si fa, quando l’uno o l’altro per me pari sono? Facciamo come il Duca di Mantova, libiamo amore sempre sullo stesso seno o chiamiamo Sparafucile e cambiamo tutto?
Aprite (ma questo vale per qualunque partito) alla collaborazione di tutti coloro che:
1) hanno qualcosa da dire
2) non pensano alla poltrona.
Patetici e penosi, i personaggi sono sempre gli stessi, cosa cambiano, il nulla.