Leandro Messi e il suo presepe meccatronico olfattivo
di Francesca Marchetti
A dare il benvenuto sono Giacomo Leopardi e San Francesco nel presepe meccatronico e olfattivo di Leandro Messi, giunto all’ultima rappresentazione con grande dispiacere dei numerosi visitatori registrati ogni anno. Si chiude per sempre il 7 gennaio 2024.
San Francesco e la prima rappresentazione del presepe
«L’emozione è tantissima, come quella del primo anno, perché è stata una scelta importante, so che non ci sarà più perché ho altri impegni, mi mancherà sicuramente perché rappresenta la mia vita, l’ho fatto per 25 anni. Ogni cosa ha il suo inizio e la sua fine – ha ribadito il maestro Messi, che ha esposto una sua opera anche al Vaticano -. L’impegno che richiedono l’ideazione e la realizzazione è davvero tanto e voglio dedicarmi a mio figlio Marco Aurelio di tre anni e mezzo. Quando chiuderò dopo l’Epifania non so cosa succederà, stiamo a vedere. Forse lo venderò o lo chiuderò in un garage, di sicuro non lo cederò pezzo per pezzo come invece mi stanno chiedendo in molti anche in maniera ossessiva. I progetti vanno avanti, per me è quasi un lavoro, vorrei lo diventasse del tutto, vado sempre a cercare la particolarità che non hanno già fatto gli altri presepisti, cerco nuovi mestieri, nuove ambientazioni».
Alcuni visitatori della prima ora
Leandro Messi, 37enne artigiano falegname, a casa non fa il presepe, l’albero sì «Ma solo perché piace a mio figlio. – ha detto il recanatese -. Prima di montare le novità veniva a vedere i pezzi, glieli sistemavo e si metteva a osservare attentamente. I suoi pezzi preferiti sono il contadino che raccoglie le uova e la coppia che scaccia i topi, non so perché ma sono tra i più apprezzati tra i più piccoli. A loro non sfugge un dettaglio». Ne dà la prova uno dei bambini accorsi per primi ad ammirare l’opera: “Guarda mamma c’è la tartaruga” che i grandi, nemmeno a dirlo, non avevano notato. La giornata intera nel presepe dura 4 minuti, dal canto del gallo allo spegnersi delle luci, passando dalla luce del sole alla pioggia e alla neve che si sentono cadere lievi sul capo, esperienza tattile che si unisce a quella olfattiva (il panificio). Il presepe ha visto la collaborazione di Luca Giacomelli e Gabriele Messi e del maestro Malleus che ha realizzato gli effetti speciali e olfattivi.
L’apicoltore nel presepe di Messi
«Una delle novità di quest’anno è il gioco dell’albero della cuccagna, con il bambino che si arrampica su e giù muovendo sia le gambe che le mani – ha raccontato Messi -. Vicino c’è l’osteria con l’uomo che batte sul tavolo per richiamare l’attenzione della donna che gli porta il vino. Nuova è anche la rappresentazione del mulino con l’effetto temporale e la signora a cui il vento porta via l’ombrello. Ci sono i bambini che fanno il gioco della corsa col sacco. Ci sono i cambi scena a più tempi, le attività quotidiane della campagna, della pesca e delle botteghe. Quest’anno ho aggiunto la figura dell’apicoltore che spruzza il fumo nelle cassette e anche un piccolo vigneto con la nonna e il nipote che si muovono. C’è il pescatore che fuma la pipa ed esce il fumo dalla bocca, c’è la figura del lampionaio che ancora nessuno è riuscito a copiarmi. Sono tutte idee che mi vengono a caso, prendendo spunto da ciò che vedo o dai mestieri. In media un personaggio e la sua scena richiedono circa 2 settimane di lavoro».
Per i piccoli gruppi provenienti da tutta Italia le visite possono essere concordate. «Ci sono già dei visitatori prenotati da Genova, Bergamo, Cuneo, Emilia Romagna e verranno a trovarmi anche gli utenti della Lega del filo d’oro e del centro socio-educativo di Villa Teresa».
In molti gli chiedono se è davvero sicuro di chiudere per sempre. «Per tenerlo aperto non ho ricevuto alcuna offerta di aiuto, sulla realizzazione qualcuno si era offerto ma non seriamente perché per farlo bene il presepe ci vogliono mesi – ha spiegato l’artigiano -. L’attività è cresciuta negli anni, prima lavoravo su commissione, mi chiedevano i pezzi, anche oggi continuano le richieste che mi danno molte soddisfazioni. Di recente ho spedito un presepe di due metri e mezzo in Portorico, ma spedisco regolarmente negli Stati Uniti e in Europa. Sono oggetti che hanno un certo valore, vengono apprezzati molto dai veri intenditori».
Messi, Rita Soccio, Antonio Bravi
Visitatori speciali della prima ora, l’assessora alle Culture e il sindaco di Recanati. «È un’eccellenza recanatese che si accosta bene agli altri nostri tesori culturali – ha commentato Rita Soccio -, non c’è Natale se non c’è il presepe di Leandro Messi. Ci sono talmente tanti dettagli che ci vorrebbero ore per ammirarlo bene, le prospettive, la cura dei particolari. Davvero ammirevole». «Cercheremo di parlare con il maestro e di farlo tornare sui suoi passi – ha aggiunto Antonio Bravi – . Intanto per quest’anno godiamo della bellezza e delle novità di quest’opera presepistica. È un lavoro costruito nel tempo che ha il suo valore. Sarà davvero l’ultimo?»
Il vigneto nel presepe Messi
La scena del temporale
Il pescatore fumatore di pipa
Una scena del presepe di Messi
L’assessora Soccio inquadra il QR code che spiega i dettagli del presepe
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Sembra che ormai il Presepio sia un intralcio ideologico a chi vuole cambiare i connotati alla nostra civiltà giudaico-cristiana. Per cui la nascita di Cristo, unigenito figlio di Dio, fu l’inizio dell’opposizione ad un regime religioso mondiale di Satana (veramente le cose sono più vere e complesse). La verità è nella storia della Donna vestita di Sole, con la Luna sotto i piedi, che calpesta la testa del Serpente, che le insidia il calcagno.
Leggiamo che nessuno aiuta Messi. Il Comune che fa? E la parrocchia? Guardano e non favellano?