di Gianluca Ginella
Svariate cessioni di cocaina, marijuana e hashish, in certi casi a clienti che avrebbero pagato chi 3.500 euro nel corso di alcuni mesi, chi 2.500 euro, chi 10mila. Questo contesta l’accusa ad un 37enne albanese che ieri è stato condannato a 7 anni e 3 mesi dal giudice Francesca Preziosi del tribunale di Macerata. Imputato l’albanese Draonel Ndoja, residente a Castelraimondo. I fatti che gli venivano contestati dal pm Francesca D’Arienzo sarebbero avvenuti dal 2016 e fino al luglio 2017 e che rientrano nell’indagine dei carabinieri dela Compagnia di Camerino chiamata Rosa dei venti (che prendeva il nome proprio da un tatuaggio di Ndoja, il principale indagato) che ha portato 9 persone sotto accusa (i procedimenti si sono svolti separatamente rispetto a quello di Ndoja).
Nel capo di imputazione si citano anche quattro complici che avrebbero partecipato, in vari momenti e a vario titolo, all’attività di spaccio e per i quali i procedimenti si sono svolti separatamente. Una delle contestazioni, insieme al primo dei complici, sarebbe stato l’aver acquistato o ricevuto e detenuto 95 grammi di hashish, 5 dosi di hashish dal peso di 6,5 grammi, 2 dosi di marijuana (1,8 grammi) e 23 grammi di cocaina. La droga era stata sequestrata il 20 luglio 2017. L’imputato avrebbe affidato al complice la custodia e la commercializzazione al dettaglio dello stupefacente. I fatti sarebbero avvenuti a Castelraimondo e in altri comuni del Maceratese. Sempre con il complice, prosegue l’accusa, avrebbe ceduto droga ad alcuni clienti.
Il pm Francesca D’Arienzo
A uno di loro, dall’ottobre 2016 al luglio 2017 avrebbe venduto 50 dosi di cocaina per un costo di 3.500 euro. Ad un altro avrebbe ceduto da agosto 2016 a luglio 2017 circa 80 dosi per un profitto presunto di 6mila euro circa.
Cessioni sempre avvenute a Castelraimondo e altri comuni della provincia. Da giugno 2016 a luglio 2017 avrebbe ceduto circa 500 grammi di hashish per un valore di 5mila euro e un chilo di marijuana, per un valore di 10mila euro, ad un cliente che avrebbe comprato ogni settimana 8 grammi di hashish e 15 grammi di marijuana. Ad un altro avrebbe ceduto, sempre insieme al complice, 30 dosi di cocaina per un valore di 2.500 euro da gennaio 2017 a luglio 2017. L’accusa gli contesta poi, con un secondo complice (che era stato arrestato) un viaggio, il 28 agosto 2017, a Porto Recanati per approvvigionarsi di 1,3 chili di marijuana. Ndoja avrebbe organizzato la cosa, dice l’accusa, contattando i fornitori e finanziando l’acquisto. Il complice avrebbe trasportato la droga per poi nasconderla nella propria casa.
L’avvocato Giovanni Galeota
Ancora, con gli ultimi due complici avrebbe acquistato o ricevuto e detenuto droga. Lui avrebbe organizzato le attività di spaccio, contattando i fornitori e dai due complici avrebbe raccolto somme per comprare la droga. Questo dal luglio del 2016. Ieri il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna a otto anni per Ndoja. Il giudice ha deciso una pena di 7 anni e tre mesi. L’uomo è assistito dall’avvocato Giovanni Galeota.
«Io dico che è un soffio di vento diventato un uragano – dice l’avvocato Galeota -, un fatto tra consumatori di droga, che al limite la compravano e la usavano tra loro, è una situazione ingrandita. Come ho detto anche al giudice, 10mila euro di sostanza stupefacente, perché acquistava 10 euro di marijuana ogni fine settimana, allora o si sono sbagliati a scrivere 10mila ed erano 100 euro, o mille euro, ma dieci euro ogni fine settimana erano 40 euro al mese. Per fare 10mila euro ci vogliono 250 settimane, più di cinque anni. Farò certamente appello, ci deve essere. Ci sono tante presunzioni, tanti si ritiene che. Ci sono tanti dubbi, leggeremo la sentenza. Sono convinto che nelle carte vengono dette cose che poi non corrispondo alla realtà, in particolare nella quantità che è stata posta all’attenzione del giudice. Uno per tutti i 10mila euro».
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