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“Ready fashion” chiude dopo 50 anni:
«Centri commerciali ed e-commerce
hanno cambiato tutto»

MACERATA - Lo storico negozio di abbigliamento in via Pantaleoni abbasserà definitivamente la serranda a gennaio. La titolare Elisabetta Zaccari: «Una storia che si è esaurita. Non è una decisione presa a cuor leggero ma ho sentito era il momento giusto. Si pensa troppo alle chiusure, ma il vero problema è che manca il ricambio generazionale»

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Elisabetta Zaccari all’ingresso del suo negozio Ready Fashion

Ready Fashion, storico negozio di abbigliamento con sede in via Pantaleoni, nei pressi dello Sferisterio, chiude dopo 50 anni di attività. Da domani e per le successive 12 settimane ci sarà una svendita totale di tutta la collezione invernale e poi arriverà la chiusura definitiva. Un’altra attività commerciale che chiude nel centro di Macerata (leggi l’articolo). 

«Un ciclo della vita giunto al compimento – commenta la titolare Elisabetta Zaccari – ho lavorato tanto per dare prospettiva a questa attività che mio padre aveva fondato e lasciato a me in eredità. Penso di averlo fatto al meglio delle mie possibilità, impegnandomi tenacemente ogni giorno. Ma le storie, tutte le storie, hanno una fine e sento che questa, per quanto bella e formativa sia stata, abbia raggiunto il suo termine. Non ho preso questa decisione a cuor leggero, sentivo però che i tempi erano maturi e ho scelto di farlo nel momento giusto, quando le cose andavano bene e potevo farlo senza traumi».

elisabetta-zaccari-ready-fashion-2-261x400Il negozio fu fondato nei primi anni Settanta da Cesare Zaccari, che l’ha portato avanti per tanto tempo con la moglie Anna Maria, e poi rilevato dalla figlia Elisabetta. Nel 1983 il trasferimento in via Maffeo Pantaleoni, da dove non si è più spostato, e l’impulso per ampliare ulteriormente l’attività. «Mi rivedo ancora oggi bambina scrutare i loro passi nel negozio, assistere alle loro vendite – ricorda la donna – ho imparato tanto dai miei genitori, persone gentili che mettevano la soddisfazione del cliente al primo posto. Sono stati anni d’oro, che hanno segnato la nostra storia commerciale e che ci hanno messo in relazione con tante persone. Sono grata a mio padre per avermi lasciato il testimone, avendo fiducia che potessi dare alla sua impresa prospettive nuove. Il commercio negli anni è cambiato tantissimo. Un tempo il prodotto fidelizzava il cliente e il rapporto che si instaurava con esso determinava solide certezze in termini di vendite. Era più facile fare previsioni ed esisteva molta più sicurezza all’interno dell’attività. La nascita dei centri commerciali prima e l’avvento dell’e-commerce poi hanno mutato le leggi del mercato e interrotto, se vogliamo, quel ciclo virtuoso che era stato determinante per i successi degli anni Ottanta e Novanta. Quando entrano in campo altri competitor e il prodotto non basta più a giustificare il rapporto esclusivo che avevi coltivato negli anni con il tuo cliente, devi elaborare nuove strategie commerciali, ampliare il ventaglio dei servizi offerti, pensare in modo nuovo, cavalcando il cambiamento».

Macerata è una piazza commerciale che ha subito tanti cambiamenti negli anni. «Dar seguito ad alcuni passaggi è stato faticoso, ma comunque bello, sfidante – prosegue Zaccari – bisogna avere la capacità di reinventarsi ogni giorno. Non si possono risolvere i problemi allo stesso livello in cui si sono generati. Occorre pensare in modo nuovo e agire in fretta, avendo sempre chiaro l’obiettivo da raggiungere. Io ho ampliato l’attività che mio padre mi aveva lasciato, resistito agli urti e trasformato le difficoltà in opportunità ogni volta che ho potuto. Posso dire di aver costruito un ottimo rapporto con i miei collaboratori e di aver nutrito di stima e rispetto quello con i clienti, tanti devo dire, che in 50 anni di attività ci hanno scelto, realizzando il nostro risultato. Li vorrei ringraziare tutti, uno ad uno, abbracciandoli. Lo faccio idealmente così, affinché possano sentire il legame che sento con ciascuno. Un legame che è cresciuto negli anni e che non si è mai spezzato, neppure in quelli difficili del Covid, quando il commercio ha subito il contraccolpo più duro. Li ringrazio perché, entrando in negozio, hanno riempito di sorrisi le nostre giornate, accresciuto le nostre vite di storie ed esperienze. Porto nel cuore ogni persona, ringraziandola di essere stata parte di questa meravigliosa avventura».

L’avventura terminerà quindi ufficialmente a gennaio 2024. «Penso sia il momento giusto. Le mie figlie hanno scelto strade professionali differenti – conclude la titolare di Ready Fashion – non avrei potuto passare a loro il testimone come mio padre fece con me. Sento di aver dato tanto, ma in futuro mi vedo a fare altro. Ad impegnarmi nel sociale e nella filantropia, come sempre avrei voluto. Era il tempo di un rinnovamento qui in negozio, ma io sentivo che questo ciclo era concluso per me e quindi ho preferito chiudere in bellezza. Lo dico perché sento spesso stupirsi della chiusura di un’attività commerciale, quale simbolo di una decadenza inesorabile. In verità trovo che ci si debba stupire del fatto che i giovani non ne aprano di nuove. Il commercio è un’entità viva, fatta di persone che cambiano e si evolvono. È fisiologico che ad un certo punto ci sia un ricambio generazionale. A Macerata ci si concentra troppo sulle chiusure e non sulle mancate aperture. La politica e le associazioni di categoria dovrebbero interrogarsi sul perché accade questo e occuparsene seriamente. Ready Fashion è stata essenzialmente una storia di persone. A cominciare da quelle che sono state in prima linea ogni giorno. Ringrazio in particolare Giovanna Ippoliti e Fabrizio Paolella, collaboratori preziosi e fondamentali senza i quali nulla sarebbe stato possibile. Li porto dentro di me, con tanta riconoscenza per aver vissuto questa mia impresa come se fosse anche la loro e avermi affiancato con lealtà e professionalità ogni giorno. Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine, ma avere anche la consapevolezza che ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio. Sento questo come un passaggio e lo vivo con la gioia di chi ha ricevuto più di quanto ha dato, in ogni momento».

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