Tempi biblici per l’allaccio dell’acqua:
«Non è urgente, hanno già la fornitura.
Apm tra i migliori gestori in Italia»

MACERATA - Il presidente dell'azienda municipalizzata, Gianluca Micucci Cecchi, risponde alla protesta di cinque famiglie che hanno annunciato azioni legali. «Il caso non ricade nella tipologia ordinaria, ma nell’ambito degli stendimenti di reti pubbliche di distribuzione che prevede una procedura più lunga. Inoltre si tratta di un miglioramento del servizio non di soddisfare un bisogno»

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Gianluca Micucci Cecchi, presidente dell’Apm

di Luca Patrassi

Tempi biblici, referenti che non rispondono, promesse disattese Apm replica, con il presidente Gianluca Micucci Cecchi –  alla protesta del consigliere comunale Alberto Cicarè e di altri quattro maceratesi. Gianluca Micucci Cecchi che assicura che l’Apm è tra le società migliori in Italia, aggiunge che quello richiesto non è un allaccio ordinario ma nulla dice sui tempi di realizzazione dell’intervento richiesto. «Il caso citato, per la sua particolarità, non ricade – scrive il presidente dell’Apm – nella tipologia dell’allaccio ordinario, come erroneamente fatto credere dall’utente, bensì, nell’ambito degli stendimenti di reti pubbliche di distribuzione che prevede, in caso di estensioni della rete a servizio di case sparse ubicate in area agricola e, quindi, poste fuori dai centri abitati serviti, una procedura di preliminare verifica tecnica, la redazione e approvazione di un progetto preliminare, acquisizione delle necessarie autorizzazioni e appalto dei lavori per la sua realizzazione. Ovviamente, questo non ricade e non può ricadere, nei termini dei 30 giorni previsti dalla Carta dei Servizi per gli allacci ordinari, erroneamente richiamati dall’utente. E di questo l’utente era stato correttamente informato in sede di sopralluogo».

La ricostruzione vista dalla parte dell’Apm: «Verificata la fattibilità dell’intervento, è stato redatto il preventivo di spesa che, per regolarità contrattuale, deve essere sottoscritto per accettazione da tutti i soggetti richiedenti, precisando che solo una quota, pari al 30% dell’importo preventivato per la realizzazione della condotta, viene posta a carico dei soggetti richiedenti; mentre, la restante quota, pari al 70% dei costi d’intervento, resta a carico del gestore. Nel caso specifico, vista l’ubicazione delle cinque case sparse poste fuori dal centro abitato, si rende necessario anche l’attraversamento della condotta su terreni di proprietà di terzi, dai quali occorre acquisire la necessaria servitù di passaggio con relative prescrizioni e verificare che l’intervento sia compatibile con la tipologia delle aree private attraversate».

Nessuna replica sui tempi, si dice solo che non è un intervento urgente: «In merito all’effettiva necessità e urgenza dell’estensione del servizio idrico, va precisato che tutte le abitazioni sono già dotate di autonoma fornitura idrica e non potrebbe essere diversamente visto che è richiesto ai fini del certificato di agibilità/abitabilità; quindi l’intervento tende non a soddisfare un bisogno ma a migliorare un servizio di fornitura. Vista la specifica tipologia della richiesta, estensione della rete a servizio di case sparse e non di semplice allaccio, è del tutto evidente – rileva appunto Apm – il corretto comportamento di Apm, che ha operato nel pieno rispetto delle norme tecniche e dei tempi contrattuali fissati dai regolamenti approvati dall’Arera e dall’Ato3, che sono i due organi di controllo e di programmazione del servizio idrico, a cui gli utenti possono rivolgersi direttamente per la verifica del corretto operato del gestore». Apm al top italiano, sempre secondo quanto scritto nella nota del presidente Gianluca Micucci Cecchi: «In merito alla efficienza ed inadeguatezza del servizio idrico offerto da Apm, espresse dall’utente, riteniamo opportuno ricordare che Apm risulta essere tra i migliori gestori a livello nazionale per efficienza nella distribuzione delle reti idriche e livello degli investimenti pro capite e per questo ha ricevuto da Arera, anche quest’anno, una premialità per la qualità tecnica del servizio idrico, che riversa a vantaggio di tutti gli utenti nella consapevolezza di svolgere un servizio strategico per la vita dei cittadini che risiedono nel territorio servito». Un vantaggio che Cicarè e le altre famiglie coinvolte non hanno percepito visto che hanno annunciato un’azione legale.

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