Alessandro Gentilucci
«Se un comune come Pieve Torina, un topolino rispetto alle grandi compagnie telefoniche, è riuscito a mettere in disponibilità dei propri cittadini un servizio di hotspot gratuito per la telefonia, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare Tim se solo avesse voluto». Continua il botta e risposta tra il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci e Tim dopo che il Comune ha deciso di attivare un hotspot per telefonare tramite internet. I dirigenti Tim hanno risposto che la realizzazione di nuove infrastrutture risponde a logiche di mercato. Risposta che non è affatto piaciuta al primo cittadino: «È pleonastico chiamare ancora in causa mere ragioni di ordine economico per negare un servizio di pubblica utilità. L’atteggiamento degli interlocutori non tiene conto della storia di quell’azienda. Ricordo che la Tim ha avuto, nel Ministero del Tesoro, e quindi nello Stato italiano, uno dei suoi maggiori azionisti fino alla privatizzazione. E che ancora la Cassa Depositi e Prestiti, istituzione finanziaria dello Stato, è tra i suoi azionisti. Questi dirigenti pretendono di darci lezioni di strategia economica dimenticando che la fruizione di un servizio come la telefonia non può essere catalogata come un lusso. In un contesto fragile com’è Pieve Torina, ancora devastato dal terremoto, sarebbe stato diligente garantire tale servizio ai nostri cittadini. Di fronte a questa risposta, non posso che appellarmi direttamente al governo perché stigmatizzi tale comportamento e adotti le opportune contromisure».
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