L’uscita del feretro
di Monia Orazi
«Quando eri con noi tutto sapeva di felicità, per me eri un fratello», così al funerale la cognata di Moreno Castelletti, il giovane papà di San Severino morto ieri in un incidente in moto. Oltre ottocento persone hanno detto addio oggi al 33enne, in tanti sono rimasti fuori dalla chiesa di San Domenico, che non poteva ospitare la folla accorsa a salutare il 33enne, stringendosi attorno alla compagna Alice, al figlioletto di tre anni, Pietro, ai genitori Monia e Stefano, ai fratelli Lorenzo ed Alessandro. Decine e decine di persone hanno seguito la cerimonia funebre direttamente dal sagrato della chiesa. Presenti in forma privata i sindaci di Fiastra Sauro Scaficchia e di San Severino Rosa Piermattei. Il funerale è stato celebrato da don Aldo Romagnoli.
Tra le lacrime dei familiari è stata la giovane cognata Dalida a prendere la parola e ricordare Moreno con una lettera: «Ancora sembra tutto irreale, ancora sento la tua voce. Era difficile non volerti bene. Eri socievole, Scherzavi con chiunque, avevi sempre stampato il sorriso in faccia, la risata contagiosa e quel viso paffuto che era impossibile non amare. Non so proprio da dove iniziare a raccontare di te, mi vengono in mente tanti momenti, dalle partite a pallone, tra te e Pietro, i cugini o quando scherzavi felice, le cene tutti insieme o semplicemente vedere voi tre uniti. Vivere sotto lo stesso tetto ci aveva legato tanto, non eri solo un cognato, eri un amico, un confidente, un fratello. Quando eri con noi tutto sapeva di felicità. Questi ultimi giorni di ferie avevi deciso di trascorrerli solo con la famiglia, ti vedevo partire con Pietro per andare a fare un giro, ma con una scusa, passavi sempre prima a fare un saluto. Eri legatissimo a tutti, dicevi “sono passato un attimo a casa”. Non riuscivi a non vederli per più di un giorno e so che erano orgogliosi dell’uomo e padre che stavi diventando. Amavi sopra ogni cosa Alice, Pietro, li chiamavi il mio tutto. So che sarai il faro e darai a tutti noi la forza per andare avanti».
Moreno Castelletti
A provare a gettare semi di speranza in una prova durissima per i familiari sono state le parole di don Aldo Romagnoli: «Non si può vivere senza speranza, il Signore ci dice che chi muore giovane ha un’ulteriore possibilità, una dimensione altra della vita. Una vita spezzata a soli 33 anni non è sprecata, viene consegnata nelle mani di Dio, l’amore vince sulla morte».
Tante rose rosse a ricoprire il feretro che al termine della funzione è uscito sul sagrato. Lì gli amici di sempre, quelli del gruppo motociclistico Black Scorpions, lo hanno accolto accendendo i motori delle loro moto per poi partire e dare avvio al corteo funebre.
Moreno ha perso la vita ieri lungo la Valnerina. Era in sella alla sua Suzuki rg 500 quando giunto a Casali Belforte di Preci, in territorio umbro, ha perso il controllo della moto ed è finito contro il guardrail. E’ morto a causa del violento impatto.
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Purtroppo quando si va in moto i rischi aumentano al sottoscritto piacerebbe tanto andarci ma se dico a mia moglie che voglio acquistare una moto a casa scoppia la terza guerra mondiale e allora per il quieto vivere soprassiedo.