Il progetto
di Luca Patrassi
Una riunione oggi, un’altra domani. Si stringono i tempi per l’avvio del maxi cantiere che porterà all’abbattimento e alla ricostruzione degli otto palazzoni tra via Pace e via Zorli che, fino al terremoto del 2016, ospitavano 160 famiglie. Un’operazione complessa, importante sia per i numeri che per i riflessi sociali.
Stamattina in Comune c’è stata una riunione operativa per cercare di definire gli aspetti legati alla sicurezza e alla viabilità nell’ottica di evidenziare i problemi che si possono creare con l’abbattimento di otto palazzoni a ridosso di una strada ad alta densità di traffico, in una zona densamente abitata e nelle vicinanze di una importante scuola.
Il primo obiettivo che l’assessore comunale Silvano Iommi ha posto è quello di cercare di partire con le opere prima dell’inizio dell’anno scolastico, almeno per ridurre alcuni dei problemi che si verranno a creare.
Alla riunione di oggi hanno preso parte gli assessori comunali Silvano Iommi e Andrea Marchiori, i dirigenti comunali Danilo Doria e Tristano Luchetti, il referente del servizio trasporti dell’Apm e gli ingegneri e gli architettiche seguono i progetti per i privati (Calcagni, Principi, Margione e Spernanzoni). Persistono alcune problematiche burocratiche per il rilascio dei permessi a costruire, ma la data di riferimento per l’inizio dei lavori è quella del primo settembre subito dopo le festività patronali.
Cantiere complesso e difficile anche prevedere il tempo che si renderà necessario per la demolizione degli immobili: una stima parla di un minimo di trenta giorni a un massimo di 50.
Problema non secondario l’organizzazione del cantiere, in particolare nella fase di demolizione degli immobili. Si è parlato della possibilità di articolare turni di lavoro anche di notte, anche se si sono subito evidenziate le criticità legate ai rumori. Quanto alla viabilità, i tecnici stanno valutando le varie opzioni: di sicuro la circolazione nell’area, se non vietata del tutto, sarà regolamentata a vista dagli addetti.
Una ipotesi al vaglio è quello di realizzare una sorta di “tunnel” all’altezza del primo immobile da demolire, quello più vicino alla strada, per dare la possibilità ai mezzi di passare con maggiore sicurezza. Altra ipotesi circolata è stata quella della chiusura di quel tratto di strada e realizzazione, dalla parte delle Fosse, di una sorta di strada di cantiere della lunghezza di circa 200 metri che porti poi sulla strada a Nord. Operazione che però comportrebbe un costo notevole, ipotizzato in circa 200mila euro.
Domani sarà appunto il turno degli altri protagonisti dei lavori, i titolari delle imprese (ad operare saranno Gravina, Sardellini e l’abruzzese Fam). Poi si inizieranno a tirare le somme e dare gli indirizzi operativi, il tempo stringe oltre al fatti che 160 famiglie attendono di rientrare nelle loro abitazioni, una volta riqualificate.
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Buongiorno.
Vedo con stupore che ci sono state diverse riunioni che hanno portato a decidere di iniziare i lavori con la piena ripresa delle attività scolastiche e non…Che geni!Orgogliosa di voi!
Vero altre soluzioni non erano davvero possibili, tipo fare i lavori in estate…
No vero?
Che bella politica.
@lucia Granini converrà con me che la demolizione ed il successivo rifacimento di 8 immobili non è compatibile con l attuale velocità di rotazione delle seppur moderne betoniere (e dell asse terrestre stesso..). Valuterei altre soluzioni.
Nonostante i disagi temporanei, l’assessore Iommi ha messo a segno un obiettivo ambizioso oltre che necessario.
*nei soli 3 mesi estivi intendevo