Anatomia Patologica, Carancini:
«L’indagine della procura ci allarma.
Urgenze sottovalutate dalla Corsi»

MACERATA - L'ex sindaco, con gli altri consiglieri del gruppo dem, ha presentato una interrogazione al Consiglio regionale per chiedere conto dei disagi subiti dai pazienti, anche oncologici: «Non è affatto chiaro perché la direttrice non sia corsa ai ripari in tempo». La replica: «Situazione costantemente monitorata, affermazioni infamanti. Sull’indagine risponderemo nelle sedi opportune»

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L’ospedale di Macerata

Aggiornamenro delle 18,30 – LA REPLICA DELL’AST – «Le dichiarazioni del Consigliere regionale Romano Carancini sono prive di fondamento – afferma il direttore generale dell’Azienda sanitaria territoriale maceratese Daniela Corsi – e come al solito vengono utilizzate strumentalmente. Sono affermazioni infamanti che rischiano anche di creare nella popolazione inutili allarmismi.

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Daniela Corsi

La situazione dell’Anatomia patologica dell’ospedale di Macerata è costantemente monitorata da parte della direzione generale che, conoscendone problemi e criticità, mette in atto di volta in volta le soluzioni più appropriate. Vorrei, inoltre, ricordare al consigliere Carancini che prima ancora di essere direttore sono un medico dell’emergenza, che non necessita in quanto tale di indicazioni sull’operato da chi non ha competenza in merito. Tuttavia, corre l’obbligo precisare che, in riferimento alla citata indagine avviata dalla procura di Macerata, risponderemo nel merito come azienda nelle sedi più opportune».

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di Luca Patrassi

Il silenzio non aiuta a superare le difficoltà del reparto di Anatomia Patologica dell’ospedale di Macerata, ad occuparsene oggi è il consigliere regionale Dem Romano Carancini che fornisce alcuni elementi di novità su quello che finora era trapelato. «La notizia – informa l’esponente regionale dem – che la Procura di Macerata ha aperto un’indagine sulle procedure di esternalizzazione dell’attività di analisi in carico al reparto di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Macerata e sui ritardi dei referti e degli accertamenti ci allarma. Se fossero confermati i dubbi sulle omissioni o sulle pesanti carenze di organizzazione e di gestione da parte della Direzione dell’Ast Macerata, ex Area Vasta 3, sarebbero le sorti di pazienti anche con patologie oncologiche a rischiare di pagarne le conseguenze e questo fatto sarebbe di una gravità inaudita».

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Romano Carancini, ex sindaco di Macerata e consigliere regionale del Pd

Carancini fa alcune considerazioni preliminari: «Che Anatomia Patologica all’ospedale di Macerata versa da tempo in condizioni di sofferenza a fronte della carenza di personale, non è cosa nuova. Che questa criticità, nonostante il grande impegno degli operatori in servizio, si sia drammaticamente riversata sull’andamento delle attività del reparto e, in particolar modo, sui tempi di attesa per la consegna dei referti neppure, visto che i cittadini oggi si ritrovano ad attendere dai 3 ai 4 mesi per avere l’esito di analisi che invece, prima, richiedevano 20 giorni». Fatta la premessa, arriva la richiesta di chiarimenti alla direzione dell’azienda sanitaria pubblica maceratese: «Non è affatto chiaro – scrive Carancini – il perché Daniela Corsi non sia corsa ai ripari in tempo, pur conoscendo perfettamente la situazione e l’annunciata uscita sia di medici che di tecnici. Nel 2022 il reparto, privo di un primario che è stato nominato solo a gennaio del 2023, ha continuato ad andare avanti con la metà del personale a disposizione senza che la Direzione prendesse provvedimenti: questo ha prevedibilmente causato un accumulo sempre più massiccio di casi trattati e di ritardi, segnalati più volte con grande preoccupazione sia dai dipendenti che dagli stessi pazienti in attesa degli esami istologici, oltre che dalla stampa. Nel frattempo però i campioni hanno continuato a essere raccolti raggiungendo, pare, quantità ingestibili e del tutto incompatibili con la poca forza lavoro presente e anche con gli spazi per lo stoccaggio. Dunque la direttrice Corsi, con l’acqua alla gola, ha scelto di esternalizzare l’attività di alcune analisi, ma in che modo e con quali tempi? A favore di quali strutture private e con quali risultati? La Procura sta indagando ma, oltre questo, i cittadini meritano delle risposte e in particolar modo quei pazienti a rischio che invece avrebbero il sacrosanto diritto di ricevere assistenza in tempi rapidi e certi. Aver sottovalutato una situazione così delicata e aver permesso che la salute delle persone fosse messa a repentaglio dai ritardi e dall’impossibilità di seguire in modo appropriato le urgenze e i casi di patologie oncologiche è qualcosa che va oltre ogni più nera visione di una sanità pubblica efficiente».

Carancini lancia l’allarme e annuncia anche una iniziativa politica: «Con i colleghi del gruppo Pd ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale affinché l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e la sua “eletta” Daniela Corsi, diano delle risposte e si assumano una volta tanto le loro responsabilità. Al centro di questa vicenda, infatti, ancora una volta la Corsi, prima direttore di Area Vasta 3 e ora direttore della Ast 3, la quale – non è inutile ricordarlo – ad oggi è ancora inserita con riserva nell’elenco nazionale dei soggetti idonei ad esercitare la funzione di direttore generale nelle aziende sanitarie di regioni con popolazione superiore ai 500.000 abitanti, pubblicata lo scorso 10 luglio. Nonostante questo il governo regionale le affida la guida dell’azienda sanitaria storicamente più grande dopo quella di Torrette».

Anatomia Patologica, Procura in Regione per l’esternalizzazione delle analisi Un fascicolo senza indagati



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