Il taglio del nastro del nuovo impianto
di Monia Orazi (foto Fabio Falcioni)
Da tre a sette tonnellate l’ora di rifiuti selezionati, per dodici differenti materiali da recuperare nel sacchetto blu della differenziata dalle sole utenze domiciliari e non da quelle industriali. Taglio del nastro oggi al Cosmari per il nuovo impianto di selezione multimateriale (conterrà 30mila tonnellate di rifiuti l’anno), nato dalle ceneri del precedente, distrutto il 9 luglio del 2015 per un incendio, che mandò in fumo tutto il capannone da 4mila metri quadrati. Ci sono voluti otto anni e 8 milioni e 88mila euro per avere come risultato un impianto di selezione totalmente automatizzato, con l’intervento degli operatori rivolto al controllo di qualità del materiale selezionato, piuttosto che alla selezione vera e propria dei rifiuti in modo manuale, come avviene attualmente. Presenti tantissimi sindaci in fascia tricolore, autorità militari, civili e religiose.
«Va rivista l’attuale governance della gestione dei rifiuti – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi – stiamo discutendo il nuovo piano dei rifiuti regionale, faremo una discussione approfondita, serve più collaborazione tra i territori. Servono più impianti, non si possono continuare a portare fuori regione, in alcuni casi anche all’estero i rifiuti. Serve un colpo d’ala, siamo all’avanguardia per percentuale di raccolta differenziata, ma non certo, e questo va detto, per la qualità della selezione del materiale e dell’impiantistica. Questo impianto all’avanguardia, che Cosmari ha finanziato in gran parte con risorse proprie, va nel segno della tutela ambientale. Siamo alla prima bozza del nuovo piano, ogni provincia non può fare repubblica a sé, non si può ragionare per compartimenti stagni nei rifiuti. Servirà un ambito unico o cinque? Dobbiamo ragionare a livello regionale, su cosa serve tenendo presente la quantità di produzione dei rifiuti. Non è detto servano un biodigestore o una discarica per territorio».
Brigitte Pellei
Aguzzi ha poi bacchettato la politica locale: «Sto ancora aspettando l’approvazione del piano d’ambito di Macerata, tutti i piani d’ambito dovevano essere approvati nel 2016, entro un anno da quanto previsto dal precedente piano rifiuti. Quando mi sono insediato non c’era nessun piano d’ambito approvato, sono la base del futuro piano rifiuti, in due anni e mezzo ne abbiamo portati a casa due. Non è questo il modo di dare risposte ad una situazione complessa. Si chiamerà o non si chiamerà termovalorizzatore, una nuova impiantistica sarà necessaria». Ad aprire la cerimonia i saluti del sindaco di Tolentino Mauro Sclavi: «Si tratta di una tecnologia all’avanguardia per questo impianto unico nelle Marche, che permetterà di passare dalla selezione manuale a quella automatica dei rifiuti, oggi inauguriamo un nuovo corso della storia del Cosmari». Il presidente facente funzione ed ex direttore Cosmari Giuseppe Giampaoli ha sottolineato la modernità della struttura: «Stiamo inaugurando un impianto fondamentale, che va a tutela dell’ambiente. E’ un impianto che va nel segno del pieno recupero della materia dei rifiuti, qua trattiamo tutte le tipologie di rifiuti, puntiamo sul digestore anaerobico per tagliare le emissioni di gas serra. C’è la massima collaborazione con il direttore Brigitte Pellei, chiediamo alla politica di aprire alla collaborazione con altri territori, abbiamo un impianto all’avanguardia da poter usare anche a beneficio di altri territori».
L’assessore Stefano Aguzzi
E’ toccato poi al presidente Ata, presidente provinciale e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, intervenire: «Ce lo chiede l’Europa di ridurre al 10 per cento i rifiuti in discarica entro il 2035 e di avere almeno il 65 per cento di differenziata. Decidere sul termovalorizzatore spetta alla Regione, noi dobbiamo avere la visione di quello che sarà il nostro futuro, il 10 per cento in discarica ce l’hanno solo i paesi più avanzati. La discarica di Cingoli sta andando ad esaurimento, in nove anni non si è stati capaci di programmare una nuova discarica. Stiamo riducendo gli 85 siti a dieci, cinque, ne discuteremo con i sindaci. I termovalorizzatori in Europa producono calore, da noi la raccolta differenziata deve produrre quelle materie prime di cui siamo poveri».
E’ seguita una tavola rotonda condotta da Luca Romagnoli, addetto alla comunicazione Cosmari, con Brigitte Pellei direttore Cosmari, Massimo Sbriscia dirigente settore rifiuti della Regione, Marco Ciarulli presidente regionale Legambiente. Pellei ha ricordato il vasto programma di investimenti del Cosmari, solo l’impianto di riciclo per pannoloni e pannolini è finanziato con 12 milioni di euro del Pnrr per cui è stato approvato l’atto per indire la progettazione, il biodigestore è in fase di autorizzazione così come l’impianto tmb di trattamento meccanico dei rifiuti, anch’esso distrutto da un incendio nell’aprile del 2022, il direttore ha rimarcato la necessità di avere finanziamenti. Sono stati poi gli ingegneri del Cosmari Fabio Conti e Massimo Procaccini ad illustrare la funzionalità del nuovo impianto, che per il momento non entrerà in funzione a pieno regime, sino alla soluzione di alcune questioni tecniche.
A sostituire l’uomo un carroponte meccanico che afferra i rifiuti, i sacchetti sono aperti da un macchinario apposito, lettori ottici e impianti di selezione dei materiali ferrosi, garantiscono una separazione dei materiali, delle frazioni carta e cartone e multimateriale leggero. C’è un sofisticato sistema antincendio, 24 ore su 24 le termocamere sorvegliano i 4500 metri quadrati del capannone e se la temperatura sale troppo, scatta l’impianto di spegnimento automatico. Il risultato sono ecoballe di css, pronte per essere conferite o in impianti di termovalorizzazione o in discarica. I materiali recuperati, tra tetrapack, plastica, metallici e cartacei, possono essere venduti ai consorzi di recupero e fruttare dei guadagni a Cosmari. Il personale si occuperà del controllo rifiuti e non dovrà più fare la selezione manuale, il lavoro per loro sarà molto meno pesante. Nel 2022 sono entrate al Cosmari 12.279 tonnellate di multimateriale, di cui ne sono state recuperate poco meno di 9mila tonnellate. Il nuovo impianto come sottolineato da due ingegneri, permetterà di migliorare la qualità di recupero dei materiali del 50 per cento, riducendo della metà la presenza di materiale estraneo.
Prima del taglio del nastro con le autorità il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha dato la sua benedizione. E’ seguita la visita all’interno dell’impianto e un momento di degustazione dei prodotti tipici dell’istituto agrario Garibaldi di Macerata, preparati dai futuri chef dell’alberghiero Varnelli di Cingoli.
Stefano Aguzzi, Sandro Parcaroli e Brigitte Pellei
Sandro Parcaroli, Stefano Aguzzi, Mauro Sclavi, Giuseppe Giampaoli e Pierpaolo Borroni
Fabio Conti
Giuseppe Giampaoli, Brigitte Pellei e Romano Carancini
Marco Ciarulli
Massimo Procaccini
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Quando il comitato Provinciale della Democrazia Cristiana maceratese decise di fare il COSMARI facendo chiudere 57 discariche ogni comune ne aveva una. Si scatenò una battaglia contro la D.C. alle riunioni fatte a Sforzacosta per spiegare alla popolazione il futuro dei rifiuti dovevamo essere accompagnati dalla polizia, resistemmo e basta guardare le foto sopra del servizio i risultati ( purtroppo non ancora perfetti). La storia è questa. Nostalgia dei partiti? ?? si tanta. Ivano Tacconi Macerata